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giovedì 14 giugno 2018

POLICORO. “MINISTRO COSTA, INTERVENGA NELLA NOSTRA TERRA DEI FUOCHI”. L'APPELLO DEL COMITATO MAMME LIBERE ALL'ESPONENTE DEL GOVERNO CONTE


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 14.6.18

POLICORO - “Signor ministro, lei che si è tanto attivato per la Terra dei fuochi, faccia qualcosa anche per la nostra regione. “Cristo si è fermato ad Eboli”, scriveva Carlo Levi. Che non siano profezia le sue parole! Rimettiamolo in cammino verso la Basilicata, terra umile, generosa, capace di donare tanto nonostante le stiano spaccando l’anima”. Così ha scritto in una lettera aperta inviata al nuovo ministro dell'ambiente, Sergio Costa, il Comitato mamme libere nato nel centro jonico e dintorni nei frangenti della crisi legata al divieto dell'uso potabile dell'acqua erogata dalla spa pubblica Acquedotto Lucano causa trialometani. “Siamo un gruppo di mamme lucane, della fascia jonica - si legge nel testo - mamme libere, determinate, animate da tanta buona volontà. Non chiediamo molto, soltanto un futuro dignitoso per i nostri figli. Tutte insieme stiamo combattendo la nostra battaglia PER LA VITA. In poche ore ci siamo documentate sui trialometani, che si alternano nelle nostre acque potabili, “un bene supremo, un diritto umano”, oggi in pericolo per le vicine discariche e per gli smaltimenti ad opera delle lobby del petrolio che stanno inquinando ogni angolo della nostra amata regione. Siamo mamme che a casa crollano col grembiule in mano, mettono il sale nel caffè e lo zucchero nell’acqua che bolle, perché stanno perdendo la serenità, l’essenza della loro quotidianità. Siamo incompetenti negli aspetti tecnici ma con tante domande che chiedono chiarezza! Ansiose di sapere dove ci porterà la follia del petrolio, del potere”. Ed ancora: “Già, quel potere che condanna i pesci del Pertusillo e mitiga le colpe; che condanna, umiliandone la dignità, chi da sempre si è attivato per la verità a proprie spese, lasciando dirigenti “plurimputati” ben ancorati alle loro poltrone. Quelle poltrone che dovrebbero scottare per quanta scorrettezza viene usata verso questa terra, verso la sua gente”. Ed ecco l'appello finale: “Signor ministro, ci permetta di sperare ancora”.

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