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sabato 11 agosto 2018

AGRICOLTURA METAPONTINA. GRIDO DI DOLORE DEI PRODUTTORI. CORRADO (IMPRENDITORE E BLOGGER): “PREZZI BASSI NELLE CAMPAGNE, GRANDE DISTRIBUZIONE CON IL COLTELLO DALLA PARTE DEL MANICO, IMPRENDITORI DIVENUTI VALVASSINNI DI MEDIOEVALE MEMORIA. COSTRETTI AL CAPORALATO”

L'INCIDENTE DI FOGGIA NEI GIORNI SCORSI 

GIUSEPPE CORRADO

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 11.8.18
NOVA SIRI Grido di dolore dei produttori del Metapontino, l'area più vocata all'agricoltura della Basilicata. E' stato l'imprenditore e blogger del settore Giuseppe Corrado a scrivere post su Facebook che hanno fatto “rumore”. L'agricoltore, in rotta con le organizzazioni professionali agricole, si è scagliato “contro i prezzi bassi alla produzione con la Grande distribuzione organizzata (Gdo) ad aver coltello dalla parte del manico” definendo gli imprenditori “valvassini costretti a produrre per conto altrui. Agricoltori e braccianti sono l'ultimo anello dalla filiera costretti entrambi al caporalato”. Ma ecco ancora stralci del “Corrado pensiero”: “Il caporalato va condannato ma l'industria conserviera paga i pomodori sul campo a 8 cent al chilo. Per non parlare dell'industria dei succhi di frutta con le albicocche pagate a 8 cent/kg. E che dire della Gdo? Per la frutta in genere, pesche, nettarine, fragole, le liquidazioni, magre, stanno avvenendo in questi giorni. Ora andrebbe calcolato il prezzo ''etico”: tanto si è speso tanto si dovrebbe incassare. Ma di esso non frega niente a nessuno. Poi, se avvengono a cascata fatti di cronaca tutti addosso agli agricoltori. Ma le origini del caporalato stanno a monte. E' una conseguenza dei prezzi da strozzo pagati dai gruppi industriali. Il penultimo anello della filiera è il produttore, l'ultimo il bracciante. Una guerra tra straccioni per la sopravvivenza”. Corrado, infine: “Dalla campagna allo scaffale c'è un organigramma medioevale: re, vassalli, valvassori, valvassini e servi della gleba. I produttori, oggi, sono valvassini. Odierni mezzadri costretti a comprare piantine di orticoli e piante da frutto brevettati ed a pagare royalties a chi detiene il brevetto. Coltivare per conto terzi. Ed il cerchio si chiude”. 
 
QUARTO, CON LA GIACCA, A "FRAGOLOSA" CON L'EX DG DELLA BASILICATA, MANZARI
QUANDO IL CONTENITORE (LA BOTTIGLIA DI VETRO) COSTA Più DEL CONTENUTO (IL POMODORO). DENUNCIA DI QUARTO (COLDIRETTI)
MATERA - Quando il contenitore (la bottiglia di vetro) costa più del contenuto (il pomodoro). La denuncia è del presidente regionale della Coltivatori diretti Basilicata, Piero Quarto: “E’ una situazione paradossale soprattutto in una regione dove la coltivazione di pomodori registra numeri importanti”. Il sindacalista ha illustrato i risultati dell’analisi di Coldiretti nazionale secondo cui quando si acquista una passata al supermercato si paga più per la bottiglia che per quel che contiene. Così, in un contenitore di vetro da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%), secondo la Coltivatori diretti, è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% quello della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% alla pubblicità. “C’è un evidente squilibrio – ha rimarcato il dirigente sindacale - nella distribuzione del valore lungo la filiera favorito anche da pratiche commerciali sleali come i casi di aste capestro on line al doppio ribasso che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione, nonostante il codice etico firmato l’anno scorso fra il ministero delle Politiche agricole e le principali catene della grande distribuzione, che avrebbe dovuto evitare questo fenomeno che spinge a prezzi di aggiudicazione che non coprono neanche i costi di produzione”. Per Quarto è necessario “interrompere la catena dello sfruttamento che si alimenta dalle distorsioni lungo la filiera, dalla distribuzione all’industria fino alle campagne dove i prodotti agricoli pagati sottocosto pochi centesimi spingono le imprese oneste a chiudere e a lasciare spazio all’illegalità”.

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