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martedì 1 settembre 2020

SCORIE E MAFIA. IN MEMORIA DEL GIUDICE PACE

IL PROCURATORE PACE, A SX, A SCANZANO JONICO, NEL CAMPO BASE DI SCANZIAMO LE SCORIE, DICEMBRE 2003, CON PINO MELE ED ANTONELLO BONFANTINO

LIBERA BASILICATA HA RICORDATO IL GIUDICE NICOLA MARIA PACE NELL'ANNIVERSARIO DELLA MORTE. ED HA FATTO BENE. IL MAGISTRATO E' RICORDATO ANCHE NEL METAPONTINO. DA PROCURATORE DI MATERA, NEL 1984, DIEDE L'AVVIO ALL'INCHIESTA “NUCLEARE CONNECTION” SUL PRESUNTO TRAFFICO DI MATERIALI RADIOTTIVI E SCORIE DALLA TRISAIA. UN'INCHIESTA SU CUI HO RIEMPITO PAGINE DI GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO INTERVISTANDO ANCHE PACE. IL GIUDICE, DOPO IL TRASFERIMENTO A TRIESTE, RIMASE LEGATO ALLA NOSTRA TERRA. VENNE A SCANZANO JONICO PER LA BATTAGLIA CONTRO IL CIMITERO ATOMICO INCORAGGIANDO ALLA LOTTA PACIFICA E TORNO' NEL 2007 PER UN CONVEGNO IN MUNICIPIO. DI ENTRAMBI GLI EVENTI PUBBLICO DUE FOTO. RIPRODUCO ANCHE UN ARTICOLO DELLA GAZZETTA DEL 14 APRILE 2010, “SCORIE E MAFIE. LA COMMISSIONE CONTESTA A PM LUCANO MANCATE VERIFICHE” IN CUI SI PARLA DELL'AUDIZIONE DAVANTI ALLA COMMISIONE BICAMERALE DEI RIFIUTI DELL'ALLORA PM DELLA PROCURA DI POTENZA, FRANCESCO BASENTINI, PARTENDO DALL'INCHIESTA DI PACE.  

SCANZANO JONICO 27.12.2007, DA SX: PASQUALE DORIA, IL COMPIANTO DOMENICO LENCE, VINCENZO MONTAGNA, IL GIUDICE PACE, ORESTE LOPOMO

IL COMUNICATO DI LIBERA BASILICATA

31 AGOSTO 2012 – 31 AGOSTO 2020

Ottavo anniversario della morte del Giudice Nicola Maria Pace, procuratore onorario presso la Corte di Cassazione e già Procuratore della Repubblica presso i Tribunali di Brescia e Trieste. Membro della Commissione Ecomafie presso il Ministero dell'Ambiente, su incarico del Consiglio Superiore della Magistratura. Formatore nei corsi per i magistrati inquirenti italiani e stranieri, presso l'Istituto Superiore di Polizia di Roma e autore di numerosi saggi. Alla guida della Procura di Matera, si è distinto per le indagini sui traffici di rifiuti nucleari e la tutela dell'ambiente.
Uomo di grande umanità e di cultura. Cordiale e disponibile ad accertare i fatti e ad ascoltare la gente.

Da sette anni Libera Basilicata e Libera Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con il Comune di Filiano (Pz) e la famiglia Pace, hanno organizzato un Riconoscimento nazionale dedicato al Giudice. Quest’anno la crisi connessa alla diffusione della pandemia di Covid-19 ha consigliato di sospendere il premio. Dal prossimo anno la giornata dedicata al Giudice Nicola Maria Pace assumerà una dimensione e una formula nuova di alto valore per la nostra regione.

LIBERA - COORDINAMENTO DI BASILICATA

 

L'ARTICOLO DE LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO DEL 14 APRILE 2010

"SCORIE E MAFIA. LA COMMISSIONE CONTESTA A PM LUCANO MANCATE VERIFICHE

DI FILIPPO MELE 

Stanno destando scalpore alcuni contenuti dell'audizione del sostituto procuratore della Repubblica presso la Procura distrettuale antimafia di Potenza Francesco Basentini, davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Al centro del confronto, l'inchiesta “Nucleare connection” partita nel 1984, con l'allora procuratore di Matera, Nicola Maria Pace, e finita a Basentini, nel 2007, dopo essere stata condotta dall'ex capo della Dda Giuseppe Galante e dal suo sostituto Felicia Genovese. Inchiesta archiviata nei mesi scorsi

14 Aprile 2010

ROTONDELLA - Stanno destando scalpore alcuni contenuti dell'audizione del sostituto procuratore della Repubblica presso la Procura distrettuale antimafia di Potenza Francesco Basentini, davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Al centro del confronto, l'inchiesta “Nucleare connection” partita nel 1984, con l'allora procuratore di Matera, Nicola Maria Pace, e finita a Basentini, nel 2007, dopo essere stata condotta dall'ex capo della Dda Giuseppe Galante e dal suo sostituto Felicia Genovese. Inchiesta archiviata nei mesi scorsi.
Nelle 25 pagine del resoconto stenografico, molti i punti di “differenza di vedute” tra il presidente della Commissione, Gaetano Pecorella, avvocato, il commissario Candido De Angelis, ed il magistrato. Tra questi, le mancate verifiche su alcune dichiarazioni del pentito di 'ndrangheta Francesco Fonti, il deus ex machina dell'inchiesta, su false fatturazioni e sul flusso del danaro che sarebbe stato pagato in nero alla mala calabrese (famiglia Musitano) tramite la Cyprus Popular Bank di Nicosia e la Beogradska di Cipro prima di versarlo a Belgrado.
“Discordanze” anche sui mancati voli con aerei attrezzati sulla Trisaia e dintorni per verificare la presenza o meno di fusti interrati. Il più rilevante punto di frizione, tuttavia, è stato quello sull’attendibilità del pentito in questione.
Basentini: «Fonti all'inizio degli anni ‘90 ha deciso di collaborare con la Dda di Reggio Calabria. Iniziò il percorso nel 1994 e lo finì nel 1999, capitalizzando una data somma. Poi, iniziò un percorso di vita da ex collaboratore. A distanza di alcuni anni emerge un nuovo percorso collaborativo di Fonti, ossia la storia dei traffici illeciti, delle scorie, delle navi (affondate in mare, ndr). In quel periodo era stato condannato per calunnia e nel carcere conosce Guido Garelli, personaggio altrettanto dotato di informazioni. I due, verosimilmente, si scambiano informazioni e da quel momento in poi Fonti dà vita a un nuovo percorso collaborativo. Chiediamoci quanto sia attendibile un collaboratore che, a distanza di 6-7-8 anni dall'inizio della sua collaborazione, si ricordi, dopo 3 anni, di fare dichiarazioni sconvolgenti».
Pecorella: «A noi interessa verificare i dati obiettivi; non conosciamo le ragioni per cui ha parlato con questi tempi. Ha anche mandato in carcere 150 persone, quindi aveva una data attendibilità».
Basentini: «Facendone condannare una ventina, però… ».
Pecorella: «No».
Basentini: «Sì. Io ho questo dato».
Pecorella: «Noi ne abbiamo uno diverso».
di FILIPPO MELE

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