“GRATITUDINE A PROCURATORE CURCIO, PM, FORZE DELL’ORDINE A DIFESA DELLA LEGALITÀ”. LE DICHIARAZIONI DEL VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE NELL’INCONTRO CON IL GIORNALISTA PAOLO BORROMETI. LEGGI LA NOTIZIA INTEGRALE
IL PROCURATORE FRANCESCO CURCIO |
ANGELO CHIORAZZO, A DX, E PAOLO BORROMETI |
PASQUALE CARIELLO |
FONTE UFFICIO STAMPA BASILICATA
CASA COMUNE (BCC)
“CHIORAZZO: LA POLITICA AFFIANCHI I MAGISTRATI CONTRO LE MAFIE”
“Desidero esprimere la mia gratitudine al Procuratore Distrettuale Antimafia di Potenza, Dr. Francesco Curcio, alle sostitute procuratrici e ai sostituti procuratori ed a tutti gli operatori di giustizia che insieme alle forze dell’ordine sono costantemente impegnati a difendere la legalità e a preservare il nostro territorio dalle organizzazioni mafiose”. È quanto ha dichiarato il Vice Presidente del Consiglio Regionale, Angelo Chiorazzo, durante l’incontro con Paolo Borrometi, giornalista e scrittore attivo sul fronte dell'antimafia e condirettore dell'Agi, che ha visto la partecipazione di esponenti di Basilicata Casa Comune e del mondo politico lucano.
“Il lavoro di magistrati e forze dell’ordine istituzionali – ha sottolineato Chiorazzo - è prezioso, ma non può essere lasciato solo sulle loro spalle il compito di contrastare la criminalità. I rappresentanti hanno il dovere di sostenere il lavoro della magistratura elevando il profilo etico e morale nella gestione della cosa pubblica senza lasciare, come accaduto a Scanzano Jonico, primo comune in Basilicata sciolto per infiltrazioni mafiose, alcuna ombra intorno a fatti e episodi legati alla criminalità per i quali, come emerge dalla recente inchiesta Mare Nostro, meglio farebbe il Sindaco a fare un passo indietro: la sola ipotesi che un sindaco alla guida di una processione faccia “inchini” a esponenti della criminalità rappresenta un’onta e un danno per una comunità, ed è quanto si legge nelle carte dell’inchiesta.
Parallelamente, è necessario rafforzare gli strumenti per la promozione e diffusione della cultura della legalità rilanciando, ad esempio, l’attività dell’Osservatorio regionale sulla legalità e sulla criminalità organizzata di stampo mafioso, purtroppo interrottasi da tempo e recuperare lo spirito della consulta regionale per la difesa della Basilicata dai tentativi di penetrazione mafiosa istituita dall’allora Presidente della giunta regionale Tonio Boccia.
“Ringrazio Paolo Borrometi per aver accolto il nostro invito – ha concluso Chiorazzo, e soprattutto per il suo impegno nell’affermazione dei valori di giustizia e legalità. Parlare di sviluppo e sicurezza dei territori e delle comunità con chi da anni conduce, attraverso importanti inchieste giornalistiche, una dura battaglia contro le mafie, è un’occasione di arricchimento ed è anche l’opportunità per accendere i riflettori sui rischi per lo sviluppo economico e sociale legati alla presenza delle organizzazioni criminali, un fenomeno purtroppo non più estraneo anche alla Basilicata”.
“Per chi come me è cresciuto con il culto delle istituzioni – ha dichiarato nel suo intervento Paolo Borrometi - è un onore essere nel Consiglio regionale della Basilicata tenendo al mio fianco Angelo Chiorazzo e gli amici di Basilicata Casa Comune, di cui apprezzo il tentativo di caratterizzarsi sulla scena politica lucana. Oggi, ha aggiunto Borrometi, dobbiamo chiederci che cosa è la legalità e ritornare all’etica della legalità investendo nella cultura, nello sport, nell’ istruzione e nell’ educazione. Anche i partiti politici, che in questi anni hanno abbassato tantissimo l’asticella della propria classe dirigente, devono ritornare a svolgere una funzione etica, non si può delegare tutto alla magistratura. Allo stesso modo – ha sottolineato Borrometi - dobbiamo chiederci cosa è la mafia, anche qui in Basilicata che da terra di nessuno è diventata terra di tutti. Oggi le mafie investono tante risorse e sanno perfettamente dove c’è ricchezza nel territorio lucano. In queste ore non ho trovato molte parole sul Sindaco di Scanzano Jonico, interessato da importanti accuse rispetto ad atteggiamenti che, se provati, sono di per sé gravi. Non possiamo accettare che questi comportamenti facciano parte della nostra cultura e che chi ha atteggiamenti di connivenza con le organizzazioni criminali faccia parte delle istituzioni di questo Paese.
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