DANNO ERARIALE PER 180MILA EURO. ABUSIVI ALL’EX CASA DI RIPOSO. MA IL COMUNE HA PAGATO LE BOLLETTE DI ACQUA E LUCE. LEGGI LA NOTIZIA INTEGRALE
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FONTE LE CRONACHE LUCANE
18 DICEMBRE 2024
EX CASA DI RIPOSO A FERRANDINA, LA CORTE DEI CONTI: DANNO ERARIALE DA PIÙ DI 180 MILA EURO. OLTRE A MARTOCCIA E LISANTI CONDANNATI 2 RESPONSABILI DELL’AREA FINANZIARIA
ABUSIVI, IL COMUNE GLI PAGA LE BOLLETTE DI ACQUA E LUCE: 2 SINDACI CONDANNATI
Per privati abusivi, acqua e luce, tramite allacci anch’essi abusivi, gratis perchè le bollette le pagava direttamente il Comune: il danno erariale a Ferrandina.
Sul caso dei soldi pubblici per pagare i consumi di soggetti privati che occupavano sine titulo un immobile del Comune, si è abbattuta la scure della Corte di Basilicata. Per l’aspetto economico, la Procura contabile regionale, citando in giudizio i sindaci Gennaro Pasquale Artemio Martoccia (dal giugno 2016) e Carmine Prospero Lisanti (dall’ottobre 2021), più, in qualità di responsabili comunali dell’Area economico -finanziaria, Donato La Raia (dal 2017 fino al 2021) e Domenico Guidotti (dal 2022), ha originariamente contestato un danno erariale quantificato in 192 mila e 994 euro.
In relazione alle condotte, invece, per l’accusa ravvisabile una chiara ipotesi di indebita spesa poiché «completamente disallineata dai principi di buona amministrazione». Stigmatizzata, inoltre, «l’inerzia protrattasi fin dal 2011 e per oltre un decennio» che come “risultato” ha prodotto la mancata adozione di alcun provvedimento finalizzato a tutelare il patrimonio ed il Bilancio comunale.
I due sindaci, per la Procura contabile, tesi accolta dai Giudici, erano a conoscenza dell’annosa questione delle bollette indebitamente pagate, con soldi dei cittadini, ai privati abusivi. E lo erano, da «ancor prima che si concludesse il processo penale promosso nei confronti degli occupanti abusivi dell’immobile comunale».
Sapevano, ma non hanno adottato iniziative idonee per risolvere l’illegittimo esborso di denaro pubblico.
Una vicenda costellata di anomalie. Per esempio, come emerso a processo, in un Comune di “modeste dimensioni” come lo è Ferrandina, l’Area economico- finanziaria ha impiegato 3 anni per ottemperare, in modo tra l’altro impreciso, a una delibera di Giunta del 2017: solo nel 2020 dai competenti Uffici comunali l’«invito» rivolto agli occupanti dell’ex casa di riposo in contrada Zambroglio a rimborsare le somme per energia l’elettrica e l’acqua. In ogni caso, è stato sottolineato, comunque rimaneva inadempiuto l’indirizzo di recuperare con urgenza e coattivamente la disponibilità degli immobili.
Responsabili di Area che, nonostante la «vicenda fosse conclamata e di pubblico dominio», hanno ugualmente assunto le determinazioni di liquidazione delle relative spese con emissione dei mandati di pagamento, a carico del Comune, afferenti il contatore “incriminato” della luce e le utenze dell’acqua.
Come evidenziato dai Giudici, la «totale inazione» dei responsabili tecnici di Area, che dopo 3 anni «incredibilmente si limitavano a delle banalissime note di messa in mora e nulla più», non può scagionare l’allora primo cittadino Martoccia che, da parte sua, è rimasto «totalmente inerte» rispetto al mancato adempimento di un atto di indirizzo, quello della Giunta del 2017, che fissava le scadenze recuperatorie al dicembre dello stesso anno.
In sintesi, l’omesso riscontro dell’adempimento di un atto di indirizzo di tale importanza e «farne lettera morta» è, sotto il profilo degli effetti, «equivalente al non averlo mai posto in essere».
La Corte dei Conti di Basilicata è approdata ad analoga conclusione anche per il sindaco Lisanti che, rispetto al predecessore, «neppure predisponeva un atto di indirizzo rispetto ad una criticità che non si era minimamente risolta e che era da lui ben conosciuta».
Nessuno ha intrapreso alcuno iniziata concreta per la risoluzione della problematica come, per esempio, «il distacco degli allacci abusivi, la disdetta delle utenze oggetto di abusivi allacciamenti, l’omesso pagamento delle bollette onde pervenire alla sospensione del servizio, indebitamente fruito da terzi, da parte del fornitore» e via discorrendo.
Per questi ed altri motivi, la Corte dei Conti di Basilicata ha condannato, con il vincolo della solidarietà, Gennaro Pasquale Artemio Martoccia e Donato La Raia al pagamento, in favore del Comune di Ferrandina, della somma di 65 mila e 769 euro, Carmine Prospero Lisanti al pagamento di 69 mila e 701 euro e, in solido con Domenico Guidotti, al pagamento di 46 mila e 746 euro.
FMOL
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