FEDERICO VALICENTI |
I piccoli comuni della Basilicata vogliono continuare a vivere. Come possono farlo? Cercando prerogative per attirare i visitatori. Così, oggi, nonostante l’allerta gialla meteo, attorno alle 11 siamo arrivati a Cersosimo, 500 abitanti, da cui si scorgono panorami mozzafiato della Valle del Sarmento e dominato dal monte Castello, 500 abitanti.
Siamo stati attratti dalla recente inaugurazione dell’Archeoparco, il sito greco – lucano con importanti ritrovamenti del IV° secolo avamti Cristo, che potrebbe far da attrattore turistico-culturale. Ovviamente abbiamo visto anche la chiesa madre, il municipio, la piazza centrale con il monumento ai caduti, prima di indirizzarci verso l’Archeoparco. Che avrà bisogno, presumiamo, di una società di gestione in grado di “offrirlo” a chi arriverà sin quassù. Abbiamo fotografato, tuttavia, la riproduzione della moneta di bronzo (l’originale è custodito nel Museo della Siritide di Policoro) della Lega italica, con una figura femminile con arco sul fronte ed Ercole sul retro, e, appunto, la statua dedicata al semidio greco. Notevoli, inoltre, alcuni palazzi nobiliari anche se, come in molti centri storici dei nostri piccoli centri, alcune abitazioni sono tenute su solo da impalcature. Poi? Poi non potevamo trascurare l’aspetto gastronomico. Dal gentilissimo gestore della Macelleria fratelli Brancaccio abbiamo acquistato salame, soppressata, formaggio pecorino e caprino, capocollo. “Tutto – ci ha garantito Brancaccio – di qualità superiore, nostrana”.
A mezzogiorno, pranzo nel ristorante tipico Luna Rossa, di Federico Valicenti, il cibosofo della Basilicata, a Terranova del Pollino. E via con i suoi piatti a base di prodotti rigorosamente made in Lucania, rigorosamente illustrati e spiegati dal nostro chef.
Il ritorno a casa nella convinzione che i lucani debbano conoscere la propria regione. Partendo dai piccoli comuni. Così, forse, potranno dare un sia pur minimo contributo alla loro sopravvivenza.
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