Visualizzazioni totali

venerdì 18 dicembre 2020

DIRITTO DI CRONACA (NERA). DIRITTO DI DIFESA

LA MINACCIA: UN FOGLIO BIANCO IMMACOLATO, UNA PENNA BIC ROSSA, UN COLPO DI PISTOLA INESPLOSO

LETTERA APERTA AI MIEI ODIATORI, DENIGRATORI, A QUANTI MI VORREBBERO MORTO. NEGLI ULTIMI GIORNI, INFATTI, HO RICEVUTO DURI ATTACCHI SU FACEBOOK CONTRO LA MIA ATTIVITÀ DI CRONISTA. IO, CHE HO DESCRITTO E DESCRIVO IL MALE CHE ACCADE NEL METAPONTINO, SONO DIVENTATO, PER ALCUNI, IO STESSO “IL MALE”. UN'EQUAZIONE CHE GIÀ MI È COSTATA NOTTI INSONNI, ANSIE, TIMORI, CONSIGLI “AMICHEVOLI” AD ABBANDONARE, MINACCE ESPLICITE DI MORTE, L'INVIO DI UN COLPO DI PISTOLA INESPLOSO, IL LANCIO DI UNA BOMBA CARTA SUL TETTO DELLA MIA CASA. CE N'È ABBASTANZA PER ARRENDERMI? 


LETTERA APERTA AI MIEI ODIATORI, DENIGRATORI, A QUANTI MI VORREBBERO MORTO

Chiedo alla gente laboriosa e onesta che vive e lavora in questo bellissimo Metapontino il diritto di continuare a fare cronaca. Cronaca nera. E chiedo anche il diritto alla difesa. Perchè queste richieste ai lettori del mio blog e alle 8043 persone (al momento) che seguono la mia pagina Facebook? Perchè nelle ultime settimane ho ricevuto attacchi durissimi alla mia attività di cronista sui social. Io che ho raccontato il male accaduto a Scanzano Jonico, Policoro, Nova Siri, Rotondella, recentemente Tursi, ed altre realtà del nostro territorio, sono diventato io stesso “IL MALE”. La cosa che mi ha sorpreso è che a scrivere contro di me sono stati proprio alcuni che sono indagati ed imputati per fatti da me descritti e riportati o sulla Gazzetta del Mezzogiorno, sino al 1 aprile del 2018, o, successivamente sul mio blog e sulla mia pagina Facebook. FATTI DA ME DESCRITTI NON INVENTATI. Fatti contenuti in comunicati e conferenze stampe di carabinieri, Polizia, Guardia di finanza, magistrati. Ma loro non attaccano chi li ha messi sotto inchiesta, mandati sulla stampa nazionale con accuse gravissime. Attaccano me. Attaccano chi parla, evidentemente, direttamente alla gente della nostra realtà. CHI RACCONTA IL MALE E' IL MALE. Non parlare di un problema e quel problema non esiste. Ma esistono gli incendi notturni, le violenze, lo spaccio di droga, il caporalato, i reati economici, lo sfruttamento della prostituzione. “MA ESISTE LA MAFIA”, come ha detto il procutore capo di Potenza, Francesco Curcio, dopo l'Operazione Metalba condotta a Tursi. Che fare? Vale la pena continuare a raccontare, spesso da solo, quel che di CRIMINALE accade qui da noi o è arrivato il tempo di mollare? Ricordo ancora quel mattino del 10 ottobre 2018 quando trovai davanti al cancello di casa la busta bianca con dentro il foglio bianco (voleva dire: non scrivere più), la penna Bic rossa (voleva dire: hai sbagliato a scrivere i tuoi articoli), il colpo di pistola inesploso (voleva dire: ti uccideremo). E sulla tettoia c'era uno squarcio causato dal lancio di una bomba carta. 

LO SQUARCIO SULLA TETTOIA CON UNA BOMBA CARTA

Piansi di rabbia. Pensai alle mie nipotine, a mia figlia, a mia moglie. Ma, sorpresa, furono proprio loro a dirmi: “Non aver paura per noi, vai avanti!” Ebbi tanta solidarietà. Un ragazzo scrisse sulla sua pagina: “IO SONO FILIPPO MELE”. IL procuratore Curcio spiegò i motivi dell'attacco contro di me: “La particolare capacità d’intimidazione del sodalizio e la sua volontà di imporsi sul territorio era pure dimostrata dalle minacce ad un giornalista del posto, Filippo Mele, della Gazzetta del Mezzogiorno, che si era occupato ed aveva riferito, nel corso della sua attività professionale, delle infiltrazioni, ma sarebbe meglio dire, dell’occupazione mafiosa del territorio da parte della medesima organizzazione”. 

LA SOLIDARIETA' DEI GIOVANI

Che fare, cari lettori? Debbo abbandonare il campo di... battaglia? Mi piacerebbe sapere come la pensate voi. E mi piacerebbe che voi la pensiate, a proposito, come me: io non smetterò mai di scrivere di criminalità organizzata o meno che sia, di spacciatori di droga, di stalker, di caporali, di truffe all'Europa e alla Regione, di malapolitica. Non lo farò mai. O meglio lo farò il giorno in cui non scriverò un articolo per paura. Sinora non è mai accaduto. Stiano certi i miei “odiatori”: io continuerò a raccontare “il male” del Metapontino sino a quando mi sarà possibile. Costi quel che costi. IO NON HO PAURA. Tanto che, a differenza, purtroppo, di altri taglieggiati, minacciati, intimiditi, danneggiati, mi costituirò parte civile contro coloro che saranno rinviati a giudizio per l'attacco intimidatorio portato contro di me il 10 ottobre 2018. E chiederò di costituirsi anche alla Gazzetta del mezzogiorno, il giornale che pubblicava i miei articoli, ed alla Federazione nazionale della stampa, a cui sono iscritto da circa 30 anni. IL MIO DIRITTO ALLA DIFESA, RICORDATELO, VUOL DIRE DIFENDERE I VOSTRI DIRITTI.

Nessun commento:

Posta un commento