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martedì 15 dicembre 2020

TURSI. TUTTI I NOMI DELL'OPERAZIONE METALBA

COINVOLTO IL GRUPPO "RUSSO". GLI INDAGATI SONO 18, 7 SONO STATI ARRESTATI, 11 SONO AI DOMICILIARI. LA DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA LI RITIENE RESPONSABILI DI AVER FATTO PARTE, A VARIO TITOLO, DI UN’ASSOCIAZIONE DEDITA AL TRAFFICO E SPACCIO DI EROINA, COCAINA E MARIJUANA, CON BASE NELLA CITTA' DI PIERRO MA OPERANTE SUL LITORALE JONICO-LUCANO

Dalle prime ore di questa mattina i Carabinieri del R.O.S. e della Compagnia di Policoro hanno eseguito una Ordinanza di Custodia Cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Potenza, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia che ha coordinato le indagini, nei confronti di 18 persone ritenute, a vario titolo, responsabili di aver fatto parte di una associazione dedita al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare eroina, cocaina e marijuana. Il sodalizio criminale individuato è operante lungo il litorale jonico-lucano, principalmente nei comuni di Tursi (Matera) e Policoro (Matera), e si approvvigionava principalmente attraverso fornitori albanesi, in collegamento con il proprio paese d’origine, da dove giungeva la droga.
L’operazione, per la quale sono stati impegnati 100 Carabinieri collaborati da unità cinofile del Nucleo CC di Tito Scalo (PZ) e con il supporto di un elicottero del 6° Nucleo CC Elicotteri di Bari, ha interessato le province di Matera, Potenza, Cosenza, Lecce, Udine, Parma e Trapani.

Di seguito i particolari sull’operazione “Metalba”.

In data odierna, a conclusione di complesse indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Potenza, i Carabinieri del R.O.S. e della Compagnia di Policoro, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare personale in carcere ed agli arresti domiciliari, emessa nei confronti di 18 indagati, ritenuti responsabili di aver fatto parte, a vario titolo, di un’associazione dedita al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare eroina, cocaina e marijuana, con base a Tursi (MT), ma operante anche sul litorale Jonico-lucano.
Il territorio interessato è quello delle province di Matera, Potenza e Cosenza ed il periodo temporale investigato parte dalla fine del 2017 fino ad arrivare al mese di dicembre 2019.
Le indagini, delegate da questo Ufficio ai carabinieri del R.O.S. e della Compagnia di Policoro, sono state sviluppate – partendo dalle dichiarazioni raccolte da questa DDA da una collaboratrice di Giustizia di nazionalità albanese – attraverso riscontri investigativi complessi quali pedinamenti, intercettazioni, sequestri di sostanza stupefacente, perquisizioni, ecc — che hanno evidenziato, ancora una volta, come il materano, e in particolare la sua fascia ionica, sia il territorio della Basilicata in cui la presenza del crimine organizzato è più asfissiante.


Tra gli arrestati, 7 sono stati associati a diverse case circondariali e 11 sottoposti agli arresti domiciliari.


I DESTINATARI DEI PROVVEDIMENTI SONO I SEGUENTI:
IN CARCERE:


RUSSO Rocco, nato a Tursi (MT), classe 69, ivi residente (promotore in carcere), già detenuto presso la Casa Circondariale di Tolmezzo (UD);

PELLEGRINO Vanessa, nata a Policoro (MT), classe 96, residente a Tursi;

RUSSO Pietro, nato a Tursi, classe 79, ivi residente, domiciliato a Parma;
ARGENTINO Antonio, nato a Marsicovetere (PZ), classe 88, residente a Tursi;
TOFANO Pia Maddalena, nata a Policoro (MT), classe 93, residente a Tursi;

DE SALVO Alfonso Luciano, nato a Policoro (MT), classe 94, residente a Tursi, domiciliato in provincia di Trapani;
ALLMUCA Bledar, nato in Albania, classe 84, residente a Scanzano Jonico (MT), già detenuto presso la Casa Circondariale di Matera;


AGLI ARRESTI DOMICILIARI:


FITTIPALDI Donato, nato a Policoro (MT), classe 83, residente a Tursi (MT);
GALLO Antonio, nato a Stigliano (MT), classe 93, residente a Tursi (MT);

CALVELLO Angelo Rocco, nato a Stigliano (MT), classe 84, ivi residente, già detenuto presso la Casa Circondariale di Lecce;
SCAZZARRIELLO Annamaria, nata a Stigliano (MT), classe 95, ivi residente, già detenuta agli arresti domiciliari;
STIGLIANO Cosimo Damiano, nato a Policoro (MT), classe 90, residente a Nova Siri (MT);
CUOMO Federica, nata a Lagonegro (PZ), classe 84, residente a Latronico (PZ);
FAZIO Tommaso, nato a Castrovillari (CS), classe 84, residente ad Alessandria del Carretto (CS);
RESTAINO VOTTA Massimo, nato a Polla (SA), classe 79, residente a Marsicovetere (PZ);
TALI Hasan, nato in Albania, classe 88, domiciliato a Tursi, già detenuto agli arresti domiciliari;


Allo stato ci sono altri indagati irreperibili.


I reati contestati, sono quelli di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e spaccio (artt. 73 e 74 D.P.R. 309/1990).
Il provvedimento restrittivo è scaturito da una complessa indagine, in cui risultano indagati, oltre a quelli sopra indicati, anche ulteriori 17 soggetti per il solo reato di spaccio di sostanze stupefacenti (art. 73 D.P.R. 309/1990), che ha coinvolto il gruppo “RUSSO”, già parzialmente decimato dall’operazione “RUSCA” conclusa, sempre dagli stessi organi investigativi coordinati da questa Procura Distrettuale, con gli arresti del 4 ottobre 201 8, che interessarono anche altri sodalizi operanti nel metapontino (SCHETTINO e DONADIO).
L’odierna attività investigativa – che è solo la conclusione di una più ampia attività d’indagine che nel corso del tempo ha consentito di effettuare numerosi arresti in flagranza di reato e sequestri di stupefacente (eroina, cocaina, marijuana ed hashish), solo apparentemente casuali – ha portato alla luce un solido e diffuso traffico di sostanze stupefacenti che si era instaurato sull’asse Albania — Metapontino, per il tramite di soggetti stranieri “fornitori” (insediatosi nella provincia Matera) in contatto diretto con la nazione d’origine per l’approvvigionamento della droga; di seguito lo stupefacente giunto nei nostri territori veniva capillarmente spacciato anche in concorrenza con alri gruppi criminali.
In data odierna, a conferma degli elementi già raccolti durante le indagini, nel corso dell’esecuzione delle misure cautelari, non solo, presso gli indagati, è stata trovata sostanza stupefacente, ma pure uno scanner utilizzato per segnalare la presenza di microspie, a dimostrazione del sofisticato livello organizzativo del sodalizio che aveva costante necessità di proteggere le sue attività illecite dalle indagini in corso.

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