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sabato 5 dicembre 2020

STRANEZZE D'ITALIA. LA DENUNCIA DEL DOTTOR ANTONIO PARCIANTE, DI TURSI

IL DOTTOR ANTONIO PARCIANTE, A SX, COL PADRE GIAMBATTISTA, NOTO ORTOPEDICO DELL'OSPEDALE DI POLICORO

SERVONO MEDICI PER COMBATTERE LA PANDEMIA DA COVID-19. EBBENE, CE NE SONO 14MILA PRONTI PER ENTRARE NELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI MEDICINA MA LA GRADUATORIA FINALE DEL CONCORSO SVOLTOSI IL 22 SETTEMBRE SCORSO HA GIA' SUBITO TRE PROROGHE. IL MINISTERO DELL'UNIVERSITA' LI HA “INCHIODATI”, IN ATTESA. IN UN PAESE NORMALE I RESPONSABILI DI QUESTA IRREPRIMIBILE TRAGEDIA SI SAREBBERO DIMESSI. MA DI NORMALE IN ITALTA NON È RIMASTO NULLA”

LA NOTA STAMPA DEL DOTTOR ANTONIO PARCIANTE

Oggi mi sveglio così. In un mare magnum di problemi, vicissitudini e dpcm, vorrei tanto spiegare una situazione che mi vede coinvolto di persona. Cercherò di essere breve e soprattutto educato nei contenuti. Sono un giovane medico. In data 22 settembre 2020 ho partecipato al concorso di ammissione alla Scuola di Specializzazione (utile per diventare virologo, anestesista, cardiologo, neurochirurgo, ortopedico etc). La graduatoria finale sarebbe dovuta uscire in data 05-OTTOBRE-2020. Ad oggi, dopo numerose proroghe da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca, non ho ancora ricevuto una risposta concreta su quello che sarà il mio futuro per i prossimi anni. Con me e come me, altri 23756 MEDICI. Nessuno ne parla. Nessuno ci ascolta. Non le televisioni, ne tantomeno i giornali, a prescindere dal proprio credo politico. Inspiegabilmente, oggi è arrivata la comunicazione di un ulteriore slittamento. Or dunque, 23756 MEDICI inchiodati con i propri piedi al suolo, bloccati nel pieno di una pandemia globale. Negli ultimi mesi si è sentito spesso e si è letto spesso di carestia di medici. Di mancanza di personale sanitario, di infermieri costretti ad accettare incarichi nell’arco di 24/48h anche a centinaia di km di distanza dalle proprie sedi di origine, di vitti ed alloggi gratuiti per chiunque fosse andato a combattere questa guerra. Addirittura annunci di “cercasi medici”, anche in pensione, proposti nelle più miserrime delle piazze televisive, nelle quali quotidianamente vengono decantati falsi miti e falsi eroi. Non pensavo si potesse toccare cotanta bassezza. La verità è che in Italia i medici non mancano. In Italia i medici come me attendono una risposta da un Ministro e da uno Stato che non ci merita. Una risposta da un sistema marcio, che non ci rispetta. Che ci chiama eroi quando ci vede gettati in trincea, bardati fino al midollo. Vivo in uno Stato in cui per sensibilizzare la popolazione al “distanti oggi, più uniti domani” abbiamo dovuto ricorrere a delle direct di Fedez e della Ferragni (che stimo ed ammiro per la loro enorme sensibilità nei confronti della sanità italiana). Per la prima volta ho toccato con mano l’inefficienza di un sistema vergognoso, disdicevole, scandaloso ed anche spregevole. Vivo in uno Stato che parla di semplificazioni, di ristori, ma che merita la disobbedienza civile. Vivo in uno Stato pieno di capri espiatori. Vivo in uno Stato in cui il futuro di 24 mila medici è basato su crocette messe in 240 minuti. Lo stesso Stato che continua a chiamarmi studente/tirocinante, ma che in verità dovrebbe chiamarmi con l’appellativo di DOTTORE. Ed infine vivo in uno Stato capace di spendere milioni in monopattini elettrici e sedie a rotelle, ma dove le scuole sono chiuse, e di monopattini se ne vedono ben pochi in giro. Ciò che mi spinge a scrivere questo post è la delusione, l’amarezza di chi come me ha il desiderio di mettere a disposizione la propria professionalità nei confronti di questa Nazione. Anzi, mi correggo. Di mettere la propria dedizione al lavoro nei confronti di tutti quei pazienti pronti a dirti GRAZIE. In un Paese normale i responsabili di questa irreprimibile tragedia, si sarebbero dimessi. Ma di normale nel Bel Paese non è rimasto nulla.

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