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giovedì 16 febbraio 2023

MATERA. IL CROLLO DELLA PALAZZINA DI VICO PIAVE, L’11 GENNAIO 2014. LA CASSAZIONE ANNULLA LA SENTENZA PER DUE IMPUTATI

NEL CROLLO MORÌ L’INSEGNANTE DI POLICORO ANTONELLA FAVALE, 32 ANNI. DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE SULLA SENTENZA DELLA SUPREMA CORTE E IL NOSTRO ARTICOLO DELL’11 GENNAIO 2015 CON UNA INTERVISTA A GRAZIELLA LAGUARDIA, LA MADRE DI ANTONELLA

FONTE ANSA.IT

CROLLO PALAZZINA A MATERA: CASSAZIONE ANNULLA SENTENZA PER DUE

A VICO PIAVE MORIRONO DUE PERSONE NEL 2014

(ANSA) - POTENZA, 16 FEB - La quarta sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna per il crollo - avvenuto nel 2014 - di uno stabile di vico Piave a Matera, pronunciata dalla Corte d'Appello di Potenza, nella parte in cui si riferisce a due degli imputati.
    In particolare, la decisione della Suprema Corte riguarda l'ingegner Emanuele Pio Lamacchia Acito, strutturista addetto all'ufficio opere pubbliche del Comune di Matera, e Delia Maria Tommaselli (dirigente del Comune di Matera del settore opere pubbliche), entrambi condannati in primo grado, con pena sospesa, a un anno e sei mesi di reclusione per omicidio colposo e, in secondo grado condannati ai soli effetti civili.

I due sono stati difesi dagli avvocati Pignatari e Perroni.
    Conseguentemente la Cassazione ha disposto l'annullamento della condanna del comune di Matera, responsabile civile. La Corte ha, invece, confermato la sentenza a carico degli altri imputati.
    L'11 gennaio 2014 il crollo della palazzina, in pieno centro storico, causò la morte di due persone, la trentaduenne Dina Antonella Favale, il cui cadavere fu trovato sotto le macerie, e Nicola Oreste, che morì tre mesi dopo per le ferite riportate.
    Il processo di primo grado si concluse il 17 dicembre del 2019 con sei condanne - comprese tra quattro anni e un anno e sei mesi di reclusione - e tre assoluzioni. Poi, il 17 dicembre 2021 la Corte d'Appello di Potenza prosciolse per prescrizione, essendo trascorsi sette anni e mezzo dal reato, tutti e sei gli imputati dall'accusa di omicidio colposo, e ridusse le pene per altri tre condannati in primo grado.   
   

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DOMENICA 11 GENNAIO 2015

“QUANTO HO PREGATO CHE LA TROVASSERO VIVA. LA PORTO NEL MIO CUORE"

UN DOLORE ATROCE. GRAZIELLA LAGUARDIA, MADRE DI ANTONELLA FAVALE, ESTRATTA SENZA VITA DALLE MACERIE DI VICO PIAVE, A MATERA, UN ANNO FA, NON SI DÀ PACE


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 11.1.15

POLICORO - “Antonella è sempre con me, la porto nel mio cuore. Ed ogni giorno vado al cimitero a trovarla ed a parlare con lei. Spesso ricordo quando scendeva al terminal bus, qui vicino, che tornava da Matera. Ma il dolore mio e di tutta la famiglia è troppo grande. Lei aveva un animo d'oro”. 

Sono parole di Graziella Laguardia, 61 anni, la mamma di Antonella Favale, l'insegnante di 31 anni estratta senza vita dalle macerie della palazzina crollata in vico Piave, a Matera, alle 7.20 dell'11 gennaio scorso. Ad un anno da quella tragica perdita questa mamma non si è data ancora pace. Non c'è stato bisogno di domande perchè lei parlasse, presenti le nipoti Filomena e Pasqualina Laguardia, nella sua casa di via Puglia: “Io ero a Policoro, con mio marito Gaetano. Viviamo qui da 30 anni ma per motivi di lavoro siamo stati 7 – 8 anni a Matera. E le mie due figlie, Antonella ed Adele, sono rimaste nella città dei Sassi. Antonella aveva preso due lauree, entrambe con 110 e lode. A marzo 2014 avevamo festeggiato la sua seconda laurea al ristorante, al Castello. Era molto buona. Aiutava tutti. Quella mattina mi telefonò il marito di Adele e mi disse di andare subito a Matera che era crollato il palazzo dove Antonella viveva”. 

Il racconto, a questo punto, è stato interrotto dal pianto. Accadrà più volte. “Quando siamo arrivati a Matera, un altro strazio. Mia figlia era sotto le macerie, non la trovavano ancora. Quante preghiere ho fatto. Quanti santi ho implorato, Dio e Gesù. Dalle 9 del mattino alla sera tardi quante volte ho sperato che la trovassero viva. Ci mandavano all'ospedale e poi di nuovo a vico Piave. Sino a quando, alle 2 della notte, mi hanno dato la notizia. Ma Antonella era stata rinvenuta morta attorno alle 21. Noi non abbiano avuto il miracolo. Quante volte ho sperato che l'avrei riabbracciata”. 

Ed ancora pianto dirotto. “Antonella aveva una cultura paurosa. Gli piaceva studiare. Faceva ripetizioni. Aiutava i bambini disabili. Sorrideva a tutti. E, come consolazione, col consenso del marito, a cui voglio bene come ad un figlio, abbiamo potuto portarla al cimitero di Policoro. Vado ogni giorno sulla sua tomba”. Cosa si aspetta ora questa madre dal cuore infranto? 

“Ho passato le feste di Natale a piangere. Ma i colpevoli sono liberi. Girano per Matera. Nessuno li ha fermati. Se ci sono responsabili debbono pagare. Noi vogliamo giustizia. Se ci sono colpevoli che paghino. Noi, tra poco, riprenderemo a pagare la metà del mutuo di una casa che non c'è più. Per altri tredici anni. Vi sembra giusto? Chi ci ha fatto il credito ha detto: trovate il colpevole e fatelo pagare. Pagheremo un mutuo per una casa crollata. Voglio giustizia. Chi ha fatto del male deve andare in galera. Chi è responsabile della morte di Antonella deve pagare. Io mi aspetto sempre che mia figlia deve tornare. Anche se – ha concluso Graziella – so che non tornerà più”.

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