L’ACCUSA: “TENTÒ DI FAR
PRESSIONI SU UN COLLEGA PER FAVORIRE I SUOI AMICI”. IL DIFENSORE: “FAREMO
APPELLO”
FONTE ANSA.IT
L'EX PROCURATORE DI TRANI E TARANTO CONDANNATO A POTENZA
A CAPISTRO DUE ANNI E SEI MESI PER INDUZIONE E FALSO IDEOLOGICO
POTENZA, 22 GENNAIO 2024
Carlo Maria Capristo, ex procuratore capo di Trani (Bat) e di Taranto, è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione (pena sospesa), e al pagamento delle spese processuali, dalla sezione penale del Tribunale di Potenza, presieduta da Rosario Baglioni, per tentata induzione indebita e falso ideologico.
Per un'altra serie di ipotesi
accusatorie relative a quest'ultimo reato, Capristo è stato assolto
"perché il fatto non sussiste".
È questa la sentenza che ha definito il primo grado del processo a carico del
magistrato coinvolto in una vicenda che riguardava un suo presunto tentativo di
induzione verso la pm Silvia Curione per agevolare tre imprenditori di Bitonto
(Bari), Giuseppe, Cosimo e Gaetano Mancazzo, attraverso il suo autista (poi
uscito dal processo con patteggiamento e condanna a due anni). I fratelli
Mancazzo sono stati condannati ciascuno a due anni di reclusione (pena sospesa)
e al pagamento delle spese processuali.
“Questa sentenza sarà riformata - ha commentato il legale di Capistro, l'avvocato Angela Pignatari - perché siamo convinti che sarà data una lettura diversa degli atti oggetto del processo. Capristo è persona onesta e per bene e che non ha commesso i fatti per come sono stati inquadrati dal tribunale. Faremo appello". L'indagine era partita dalla denuncia di Curione: il procuratore che era subentrato a Capristo (nel frattempo trasferito a Taranto), Antonino Di Maio, aveva chiesto l'archiviazione, rigettata dal gip di Trani. Il fascicolo venne avocato dall'allora pg di Bari, Annamaria Tosto, e trasferito a Potenza. Il pubblico ministero, Anna Gloria Piccininni, e il procuratore capo, Francesco Curcio, lo scorso 18 ottobre avevano chiesto al Tribunale la condanna di Capristo a sei anni di reclusione.
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