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sabato 2 marzo 2024

BASILICATA. LA TENDA DELLA PRECARIETÀ. UN PUGNO NELLO STOMACO DELLA POLITICA LUCANA IN ALTRE FACCENDE (CANDIDATURE) AFFACCENDATA

DA UN ANNO I LAVORATORI EX RMI ED EX TIS SONO IN PRESIDIO DAVANTI AL PALAZZO DELLA REGIONE. CHIEDONO DIGNITÀ E GIUSTIZIA NEL LAVORO: STABILIZZAZIONE. MA INVANO. OGGI ENNESIMA MANIFESTAZIONE DI PROTESTA

NOSTRA NOTIZIA ESCLUSIVA. RIPRODUZIONE RISERVATA © COPYRIGHT FILIPPO MELE


La tenda delle precarietà. O della vergogna. Fate voi. Ma, di fatto, oggi, 2 marzo 2024, è giusto un anno da quando i lavoratori ex tis (tirocini di inserimento sociale) ed ex rmi (reddito minimo di inserimento) di Basilicata, 1800 capi famiglia, l’hanno montata. Davanti al “palazzo”. Chiedono dignità nel lavoro e giustizia sociale. Vale a dire stabilizzazione. Ma, sinora, invano. Lo hanno fatto anche oggi, in occasione della ricorrenza. La politica regionale, rappresentata da coloro che incassano all’incirca 10mila euro e più al mese di stipendio per impegnarsi a risolvere, dicono, i problemi della gente lucana, ora in tutt’altre faccende (liste e candidature) affaccendata, ritiene che questa platea di lavoratori possa continuare vivere con 500 euro al mese! Senza malattia, senza ferie, senza diritti! Meno dei sussidi del governo centrale per i disoccupati e per chi non ce la fa. Loro, invece, lavorano in enti locali, in varie mansioni. A sentire i sindaci di tutti i 131 Comuni della Basilicata sono indispensabili. Ma niente. Se vi va, sono 500 euro al mese! E basta! Intanto, al loro fianco è sceso in campo monsignor Salvatore Ligorio, arcivescovo di Potenza, a sostegno della loro lotta. Ma, non basta. La Regione non fa altro che prorogare incarichi precari. La lenta agonia di 1800 lavoratori. Nell’indifferenza generale. La tenda, il pugno nello stomaco anche della “nuova” classe dirigente regionale che uscirà dalle ormai imminenti elezioni, rimarrà lì. Sino a quando?

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