DA UN ANNO I LAVORATORI EX RMI ED EX TIS SONO IN PRESIDIO DAVANTI AL PALAZZO DELLA REGIONE. CHIEDONO DIGNITÀ E GIUSTIZIA NEL LAVORO: STABILIZZAZIONE. MA INVANO. OGGI ENNESIMA MANIFESTAZIONE DI PROTESTA
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La tenda delle precarietà. O
della vergogna. Fate voi. Ma, di fatto, oggi, 2 marzo 2024, è giusto un anno da
quando i lavoratori ex tis (tirocini di inserimento sociale) ed ex rmi (reddito
minimo di inserimento) di Basilicata, 1800 capi famiglia, l’hanno montata.
Davanti al “palazzo”. Chiedono dignità nel lavoro e giustizia sociale. Vale a
dire stabilizzazione. Ma, sinora, invano. Lo hanno fatto anche oggi, in
occasione della ricorrenza. La politica regionale, rappresentata da coloro che incassano
all’incirca 10mila euro e più al mese di stipendio per impegnarsi a risolvere,
dicono, i problemi della gente lucana, ora in tutt’altre faccende (liste e
candidature) affaccendata, ritiene che questa platea di lavoratori possa continuare
vivere con 500 euro al mese! Senza malattia, senza ferie, senza diritti! Meno
dei sussidi del governo centrale per i disoccupati e per chi non ce la fa. Loro,
invece, lavorano in enti locali, in varie mansioni. A sentire i sindaci di
tutti i 131 Comuni della Basilicata sono indispensabili. Ma niente. Se vi va, sono
500 euro al mese! E basta! Intanto, al loro fianco è sceso in campo monsignor Salvatore
Ligorio, arcivescovo di Potenza, a sostegno della loro lotta. Ma, non basta. La Regione non fa altro che
prorogare incarichi precari. La lenta agonia di 1800 lavoratori. Nell’indifferenza
generale. La tenda, il pugno nello stomaco anche della “nuova” classe dirigente
regionale che uscirà dalle ormai imminenti elezioni, rimarrà lì. Sino a quando?
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