E LAGONEGRO LE DEDICA UNO
STRISCIONE
FOTO ANGELINA MANGO FACEBOOK |
FOTO ANGELINA MANGO FACEBOOK |
FOTO ANGELINA MANGO FACEBOOK |
FOTO ANGELINA MANGO FACEBOOK |
FOTO ANGELINA MANGO INSTAGRAM |
FONTE ANGELINA MANGO FACEBOOK
L’estate più bella di tutte è
finita, ho appena salutato la Basilicata, e da lì porto via con me “Fila
indiana”, che oggi è oro, e oggi no, non soffro più per il mio cuore spezzato
IL NOSTRO COMMENTO
Sin qui le parole di Angelina su Facebook. Ma perché vincitrice dell’ultimo festival di Sanremo ha citato il suo successo “Fila Indiana”?
Si tratta di un brano fortemente personale, introspettivo. I critici vi hanno letto e ascoltato frasi dedicate dalla cantante, probabilmente, alla morte di papà Pino, a Policoro, mentre di esibiva in un concerto di beneficenza, nel 2014, quando era una bambina di soli 13 anni.
Qui vi proponiamo il testo integrale
FILA INDIANA, ANGELINA MANGO: TESTO
Ehi, ehi
La terra è terra
Pure senza radici
Pure se non mi tiene attaccata a terra
E mi sporca i vestiti
Mo che te ne vai, ricordati della terra
La fila per l’ostia, tutti a bocca aperta
La casa che ti caccia di casa presto
Tanto agosto è cap’ ‘e vierno e piedi dentro la fossa
Sì lo so, sì lo so che il sangue è sangue
Ma ci sono vampiri
E ci sono famiglie che perdono sangue
E famiglie felici
Alberi che crescono senza radici
E tarantelle lontane, scivolano giù al mare, più giù
Io ho imparato a bussare, lo giuro
Cercano il veleno nella
spazzatura
Fuori dalla porta della nostra casa
Trovano soltanto quattrocento mozziconi
Di ospiti impegnati ad abbracciare mamma
Ne conosco pochi, forse nemmeno m’importa, ma sorrido
E chiedo: “Volete un bicchiere di acqua?”
Stringono i miei zigomi più forte negli gli spazzi tra le nocche
Le vecchie signore in fila indiana
Le vecchie signore in fila
indiana
Fila indiana, fila indiana
Ho deciso di far pace con te
Pure se mi hai lasciato sola
Ho deciso di far pace con te
Pure se mi hai fatto paura
Io non ho più fantasmi sotto le lenzuola
Io conto più fantasmi tra i banchi di scuola
Ho la tavola imbandita coi bastardi di Natale
Io ero un essere speciale ma non hanno avuto cura di me
L’amore è avere cura di me
L’amore è chiamare ogni mattina, una parola per me
Bastava una parola per me
Invece avete solo sete e non mi conoscete e siete in fila
Io sono il vostro prete
Io so cosa vuol dire amare da morire
Ho bisogno di uscire
Non riesco a respirare, devo andare via
Le vecchie signore in fila
indiana
Fila indiana, fila indiana
Cercano il veleno nella
spazzatura
Fuori dalla porta della nostra casa
Trovano soltanto quattrocento mozziconi
Di ospiti impegnati ad abbracciare mamma
Ne conosco pochi, forse nemmeno m’importa, ma sorrido
E chiedo: “Volete un bicchiere di acqua?”
Stringono i miei zigomi più forte negli gli spazzi tra le nocche
Le vecchie signore in fila indiana
Le vecchie signore in fila
indiana
Fila indiana, fila indiana.
Nessun commento:
Posta un commento