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venerdì 6 settembre 2024

ANGELINA MANGO IN BASILICATA. EMOZIONANTI LE SUE PAROLE CON LA CITAZIONE DELLA CANZONE “FILA INDIANA”

E LAGONEGRO LE DEDICA UNO STRISCIONE

FOTO ANGELINA MANGO FACEBOOK

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FOTO ANGELINA MANGO INSTAGRAM

FONTE ANGELINA MANGO FACEBOOK

L’estate più bella di tutte è finita, ho appena salutato la Basilicata, e da lì porto via con me “Fila indiana”, che oggi è oro, e oggi no, non soffro più per il mio cuore spezzato

IL NOSTRO COMMENTO

Sin qui le parole di Angelina su Facebook. Ma perché vincitrice dell’ultimo festival di Sanremo ha citato il suo successo “Fila Indiana”?

Si tratta di un brano fortemente personale, introspettivo. I critici vi hanno letto e ascoltato frasi dedicate dalla cantante, probabilmente, alla morte di papà Pino, a Policoro, mentre di esibiva in un concerto di beneficenza, nel 2014, quando era una bambina di soli 13 anni.

Qui vi proponiamo il testo integrale

FILA INDIANA, ANGELINA MANGO: TESTO

Ehi, ehi
La terra è terra
Pure senza radici
Pure se non mi tiene attaccata a terra
E mi sporca i vestiti
Mo che te ne vai, ricordati della terra
La fila per l’ostia, tutti a bocca aperta
La casa che ti caccia di casa presto
Tanto agosto è cap’ ‘e vierno e piedi dentro la fossa
Sì lo so, sì lo so che il sangue è sangue
Ma ci sono vampiri
E ci sono famiglie che perdono sangue
E famiglie felici
Alberi che crescono senza radici
E tarantelle lontane, scivolano giù al mare, più giù
Io ho imparato a bussare, lo giuro

Cercano il veleno nella spazzatura
Fuori dalla porta della nostra casa
Trovano soltanto quattrocento mozziconi
Di ospiti impegnati ad abbracciare mamma
Ne conosco pochi, forse nemmeno m’importa, ma sorrido
E chiedo: “Volete un bicchiere di acqua?”
Stringono i miei zigomi più forte negli gli spazzi tra le nocche
Le vecchie signore in fila indiana

Le vecchie signore in fila indiana
Fila indiana, fila indiana

Ho deciso di far pace con te
Pure se mi hai lasciato sola
Ho deciso di far pace con te
Pure se mi hai fatto paura
Io non ho più fantasmi sotto le lenzuola
Io conto più fantasmi tra i banchi di scuola
Ho la tavola imbandita coi bastardi di Natale
Io ero un essere speciale ma non hanno avuto cura di me
L’amore è avere cura di me
L’amore è chiamare ogni mattina, una parola per me
Bastava una parola per me
Invece avete solo sete e non mi conoscete e siete in fila
Io sono il vostro prete
Io so cosa vuol dire amare da morire
Ho bisogno di uscire
Non riesco a respirare, devo andare via

Le vecchie signore in fila indiana
Fila indiana, fila indiana

Cercano il veleno nella spazzatura
Fuori dalla porta della nostra casa
Trovano soltanto quattrocento mozziconi
Di ospiti impegnati ad abbracciare mamma
Ne conosco pochi, forse nemmeno m’importa, ma sorrido
E chiedo: “Volete un bicchiere di acqua?”
Stringono i miei zigomi più forte negli gli spazzi tra le nocche
Le vecchie signore in fila indiana

Le vecchie signore in fila indiana
Fila indiana, fila indiana.

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