CONTINUA L’INCHIESTA DEI CARABINIERI DEL NOE DOPO IL SEQUESTRO DA PARTE DELLA PROCURA DI MATERA DI TERRENO CONTAMINATO. LEGGI LA NOTIZIA INTEGRALE
L'INGRESSO DEL SITO ENEA - SOGIN DELLA TRISAIA
L'AREA ITREC DI ROTONDELLA |
LA PISCINA CON LE BARRE DI ELK RIVER |
ANTINUCLEARI "SPEDISCONO" AGLI USA LE BARRE
I NOE ALLA TRISAIA |
FONTE LA GAZZETTADELMEZZOGIORNO.IT
31 AGOSTO 2010
RIVELAZIONE CHOCK «A ROTONDELLA C’ERA IL PLUTONIO»
DI FILIPPO MELE
POLICORO - «All’Itrec della Trisaia di Rotondella i miei consulenti
trovarono plutonio. Ma non potetti proseguire nelle indagini poiché fu un disco
rosso che me lo impedì». Dichiarazioni shock sulla maxi - inchiesta nota con il
nome di “Nucleare connection”, su un presunto traffico di materiale atomico
dall’Italia all’Iraq di Saddam Hussein con la partecipazione di pezzi di Stato
deviati e della ‘ndrangheta, che sono state rilasciate dall’ex procuratore capo
della Direzione distrettuale antimafia di Basilicata, Giuseppe Galante, prima
in pubblico e poi alla Gazzetta.
L’ex magistrato, lasciatosi decadere dalla magistratura nell’aprile 2007 dopo
l’esplodere dell’inchiesta “Toghe lucane”, condotta dall’ex pm di Catanzaro,
Luigi De Magistris, ha parlato dell’indagine da lui ereditata nel 1999 dall’ex
procuratore capo del Tribunale di Matera, Nicola Maria Pace, che l’aveva aperta
nel 1994, rispondendo ad una domanda dell’ambientalista Domenico Lence.
Domanda postagli nel corso della presentazione del libro di David Lane,
corrispondente dalla Italia dell’Economist, dal titolo “Terre profanate.
Viaggio nel cuore della mafia”, editore Laterza.
«Posso ora parlare di “Nucleare connection” - ha spiegato Galante - dato che
sono un libero cittadino e poiché l’inchiesta non è più coperta dal segreto
istruttorio, poiché archiviata. Affermo, allora, che i miei consulenti
trovarono tracce di plutonio nel sito atomico Itrec. Plutonio che non doveva
esserci perchè il ciclo studiato a Rotondella era quello uranio–torio».
Possibilità, quella della presenza del materiale radioattivo necessario per
fabbricare la bomba atomica, sempre negata dai vertici dell’Enea, l’ente statale
gestore dell’impianto.
L’ex magistrato ha dato anche la sua versione sulla presenza di plutonio: «Si è
trattato di rimanenze di uranio arricchito che è passato dalla Basilicata e poi
è andato verso altri lidi o, ipotesi meno probabile, è stato cambiato il ciclo
delle lavorazioni condotte in Trisaia». Evenienze che non potevano non essere a
conoscenza dei Governi dell’epoca e dei servizi segreti, ma che sono stata
tenute “top secret” alla magistratura.
E qui ecco la seconda dichiarazione shock dell’ex procuratore antimafia:
«Sicuro. La materia è alla diretta disposizione della Presidenza del Consiglio.
Ed i servizi segreti sono ovunque: sia quelli “re golari” sia quelli deviati».
Ma, perché non proseguì nelle sue indagini? «Trovai un disco rosso davanti a
me». Risposta sibillina… «No. Chiarissima».
BASILICATA. GOVERNO SPIEGA IL BLITZ A TRISAIA DI ROTONDELLA. MA LE BARRE USA RESTANO QUI
2 AGOSTO 2013
DI FILIPPO MELE
ROTONDELLA (MATERA) – “Il materiale
nucleare trasportato da Rotondella a Gioia Del Colle lunedì era biossido di
uranio (UO2), 1.050
grammi, con uranio totale pari a 920 grammi, con
arricchimento non superiore al 91%, per circa 828 grammi di uranio
235. Ed il trasporto è avvenuto secondo le regole internazionali. Tutto sotto
controllo come certificato dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e
la ricerca ambientale)”. Lo ha reso noto il sottosegretario all’ambiente, Marco
Flavio Cirillo (Pdl), in risposta ad interrogazioni sul caso. Così,
interroganti soddisfatti e Procura di Bari verso l’archiviazione dell’inchiesta
aperta sul “transfert”. “Le operazioni di trasferimento – ha detto Cirillo alla
Commissione ambiente della Camera - sono state effettuate nel rispetto delle prerogative
di tutela per l’ambiente e per la sicurezza delle popolazioni. Il materiale
trasportato era biossido di uranio”. Ha trovato conferma ufficiale, dunque, il
dato anticipato dalla Gazzetta sulla restituzione agli Usa di materiale
sensibile e non delle 64 barre di Elk River del ciclo uranio – torio. Che, come
si evince da un carteggio su WikiLeaks, potrebbero rimanere qui per chissà
quanto tempo ancora. Lo scambio di lettere è del febbraio 2006 ed è avvenuto
tra l’allora sottosegretario Gianni Letta, uomo di fiducia del premier Silvio
Berlusconi, e l’ambasciatore americano a Roma, Ronald Spogli. “L'Ufficio ha
accuratamente valutato la tua richiesta – comunicò Spogli a Letta. Purtroppo,
il Department of Energy non può accettare il materiale di Elk River”. Ma
torniamo a Cirillo che, così, ha concluso: “Le operazioni sono state certificate
dall'Ispra ed assistite dalla prefettura di Matera. E’ stata esclusa qualsiasi
indebita esposizione alle radiazioni della popolazione nonché rilasci di
radioattività all’ambiente. L’Ispra ha dichiarato che le operazioni si sono
svolte nel rispetto dei più elevati standard di sicurezza e di radioprotezione
di lavoratori, popolazione ed ambiente, senza alcun evento anomalo. Il
trasporto effettuato ha altresì permesso di ridurre l’inventario radiologico
attualmente presente sul sito”. Soddisfazione per la risposta ottenuta è stata
espressa dall’interrogante, l’on. Cosimo Latronico (Pdl), “per una operazione
che realizza l’obiettivo del trasferimento del materiale nucleare sollecitato
da anni. Attendiamo ora che l’opera di decommissioning si completi”. Così anche
gli on. Maria Antezza e Vincenzo Folino, del Pd, che hanno chiesto, tuttavia,
una “audizione della Sogin nella stessa commissione Ambiente per un impegno a
portare a termine l’azzeramento dell’impianto di Rotondella”. Infine, la
notizia appresa in ambienti giudiziari secondo cui la Procura di Bari archivierà
l'inchiesta sulla vicenda dopo che Arpa Puglia e Ispesl hanno accertato la
totale assenza di sostanze inquinanti e radioattive sul territorio. Il
fascicolo, nelle mani del procuratore facente funzione, Pasquale Drago, era
stato aperto senza indagati nè ipotesi di reato.
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