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martedì 24 settembre 2024

POLICORO. UN ASCENSORE CHIAMATO DESIDERIO. CARMELA E GINO PRIGIONIERI IN CASA PROPRIA

LUI HA UNA MALATTIA NEUROLOGICA, LEI LO ASSISTE AMOREVOLMENTE. MA A CAUSA DELLA LENTOBUROCRAZIA DELLA REGIONE BASILICATA SI SENTONO SOTTO SEQUESTRO. ASSESSORI PEPE (INFRASTRUTTURE) E LATRONICO (SALUTE), PER FAVORE, INTERVENITE!

NOSTRA NOTIZIA ESCLUSIVA. RIPRODUZIONE RISERVATA © COPYRIGHT FILIPPO MELE



POLICORO – Messaggio su Facebook: “Sono Gino Lacangellera. Volevo fare installare un ascensore per le mie disabilità. Abito al secondo piano e a causa delle lentezze burocratiche della Regione Basilicata mi sento sequestrato e prigioniero perché non posso uscire”. Poi, la chiamata al sottoscritto.

Così, oggi, sono stato a trovare Carmela e Gino. Entrambi sono conosciutissimi a Policoro e dintorni. Lei è stata docente nei licei, lui direttore di banca. Vivono insieme da 53 anni, al secondo piano di una palazzina di via Puglia 71/73. Gino non cammina se non accompagnato da due persone, non parla, ha problemi respiratori. Ma ti guarda con i suoi due occhioni vivi, sinceri, speciali. Occhi che parlano. Mi conosci? La risposta è stata un sorriso. Una pacca sulla spalla mentre Carmela comincia a raccontare.

“Cinque anni fa i primi segni della malattia che, progressivamente, si è fatta più grave. Due anni fa, al Besta di Milano, la diagnosi di malattia neurologica degenerativa progressiva. A Gino piaceva uscire, stare all’aria aperta, camminare. Ed ancora oggi gli piacciono queste cose. Se lo lascio per pochi minuti egli si alza, tenta di camminare, si dirige verso la porta. Uscire è la sua vita. Ma non ce la fa, cade. Quante cadute ha fatto! Abbiamo due badanti, una per la notte, una per il giorno. Ma la fatica è per quelle del giorno. Resistono poco. Con me, accompagnano Gino lungo le scale sino all’ingresso, dove c’è la sedia a rotelle. Due piani. Al ritorno facciamo il percorso inverso. Un dramma”.

Ma un ascensore? Già, l’ascensore del desiderio.

“Abbiamo presentato come condominio una pratica di sanatoria per un abuso edilizio. La sua approvazione è necessaria per la realizzazione del progetto per l’ascensore. Ma da allora abbiamo ricevuto solo il nulla osta della Sopraintendenza archeologica belle arti e paesaggio della Basilicata. Manca quella dell’Ufficio urbanistica della Regione. Un nulla osta che, nonostante tutto il nostro impegno, non arriva. Intanto stanno per scadere i sei mesi di realizzazione dell’intervento per cui il Comune di Policoro ci aveva assegnato 20 mila euro di contributo. Ma dalla Regione, purtroppo, non ci sentono”.

Che fare?

Carmela: “Non lo sappiamo più. La nostra realtà è questa: prigionieri in casa nostra. Sotto sequestro. E Gino, in queste condizioni, diventa irrequieto, anche violento verso se stesso. Può stare fermo tutto un giorno tra quattro mura? La Regione ci dia il nulla osta tanto atteso”.

Una situazione che ti fa piangere il cuore. Allora?

Non vogliamo essere aggressivi o violenti con le parole. Non è il caso. Vogliamo semplicemente chiedere un intervento risolutivo all’assessore regionale alle infrastrutture, Pasquale Pepe, ed al suo collega alla tutela della salute, Cosimo Latronico. Pepe e Latronico, per favore, intervenite. Fate esaminare al più presto la richiesta del “Condomino Colombo e dei proprietari degli immobili”, arrivata da Policoro. Dimostrerete di essere vicini ai cittadini più fragili, come Gino Lacangellera e Carmela D’Armento, risolvendo i loro problemi. Attendiamo fiduciosi.

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