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giovedì 21 gennaio 2021

LOTTA AL COVID-19. POTENZIARE GLI UFFICI DI IGIENE COMUNALI


DIECI IGIENISTI, MA CI PIACEREBBE ESSERE SMENTITI, O GIU' DI LÌ, COORDINANO TUTTI I SERVIZI DI IGIENE E SANITÀ PUBBLICA DELLA ASM. OGNUNO DI LORO SI OCCUPA DI PIÙ COMUNI. SPESSO SENZA SERVIZIO DI SEGRETERIA O INFERMIERISTICO. COME A SCANZANO JONICO DOVE IL MEDICO INCARICATO È PRESENTE SOLO TRE GIORNI A SETTIMANA. NELLE ALTRE GIORNATE SI RECA A ROTONDELLA. COME È POSSIBILE CHE QUESTI PROFESSIONISTI POSSANO ADEMPIERE A TUTTI I LORO DOVERI DI UFFICIO SOPRATTUTTO DOPO L'ESPLODERE DELL'EMERGENZA CORONAVIRUS? LA REGIONE PRENDA URGENTI PROVVEDIMENTI

La pandemia da Covid-19 ha fatto emergere la necessità di potenziare la medicina del territorio. Lo hanno riconosciuto tutti, politici, epidemiologi, scenziati, opinionisti, igienisti e chi ne ha più ne metta su tutti i giornali e su tutte le televisioni d'Italia. Ma dopo la constatazione che la crisi è stata meglio contenuta lì dove non era stata smantellata l'assistenza territoriale pubblica, cosa è accaduto? Nulla. Nè in Italia né in Basilicata. Qui, il 13 dicembre scorso, ci occupammo di un argomento “spinoso”, “Dove sono i guariti della provincia di Matera?” Una domanda ancora attuale. Tanto che l'abbiamo riproposta in un servizio del TG3 Basilicata soltanto due giorni fa. Si tratta di quanti hanno ottenuto dai sindaci l'ordinanza di “remissione in libertà”. Ordinanza, spessissimo, che non è stata comunicata da chi di dovere alla Task force regionale perchè aggiornasse i suoi bollettini quotidiani. Perche? E qui si innesca il potenziamento del territorio. Una frase che significa incentivare l'assistenza domiciliare, istituire l'infermiere di quartiere, ma anche incrementare la rete anti Covid. Rete che, nonostante le Usca, non può prescindere da figure cardine: i responsabili di igiene e sanità pubblica, gli ex ufficiali sanitari. Sono loro i “guardiani” della salute nei 131 Comuni della Regione. Ma quanti sono? Come lavorano? Hanno a disposizione segretaria e infermiere? Ci risulta che in tutta la provincia di Matera siano una decina e o giù o su di lì. Occupandosi, ognuno di loro, di più comuni. A scavalco tra l'uno e l'altro paese o città. Prendiamo, ad esempio, il caso di Scanzano Jonico: un medico di igiene e sanità pubblica per 7500 residenti, un giorno si ed uno no. Senza infermiera. Senza segretaria. Negli altri tre giorni lo stesso professionista va a Rotondella. Un caso isolato? Assolutamente no. Come possono affrontare, allora, questi igienisti, tutte le incombenze di loro pertinenza (vaccinazioni, sopralluoghi, emergenza, prevenzione, certificazioni, lotta al Covid-19, comunicazioni alla Task force regionale)? Possono mai farcela se non hanno neanche chi risponda alle decine, si presume, di telefonate al giorno che arrivano ai loro uffici? Perchè, allora, non si utilizzano i fondi che, si dice, stanno arrivando copiosi per rinforzare l'assistenza sanitaria territoriale, assumendo altri responsabili dei cosiddetti Sisp (Servizi di Igiene e Sanità Pubblica) e, tramite agenzie interinali, gli infermieri e il personale di segreteria necessario? Attesi i provvedimenti in merito dell'assessore regionale alla sanità, Rocco Leone, e del direttore generale del Dipartimento politiche della persona, Ernesto Esposito.

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