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mercoledì 6 gennaio 2021

BASILICATA COMPATTA. NO AL CIMITERO ATOMICO

LA TAVOLA SOGIN COI SITI DI PUGLIA E BASILICATA

UN SITO DELLA NOSTRA REGIONE COME DEPOSITO DELLE SCORIE NUCLEARI D'ITALIA? IL “NO” E' STATO CORALE, SENZA DISTINZIONE DI PARTITI, MOVIMENTI, SINDACATI, CHIESA, PROVINCE E COMUNI. TANTO CHE SAREBBE DIFFICILE ELENCARE TUTTI GLI INTERVENUTI COL RISCHIO DI DIMENTICARNE QUALCUNO. COSÌ, NOI NON NE FAREMO L'ELENCO. UNA RIFLESSIONE, PERO', LA FAREMO: SINO A DUE GIORNI FA TUTTI CHIEDEVANO AL CARTA DEI SITI, IERI TUTTI A PROTESTARE. I PARTITI SIANO SERI E PARLINO UNA SOLA LINGUA SIA QUANDO SONO MAGGIORANZA SIA QUANDO SONO OPPOSIZIONE. COME FINIRÀ, ALLORA, VISTA LA LEVATA DI SCUDI NAZIONALE E TRASVERSALE? CHE OGNUNO SI TERRÀ LE SUE SCORIE NUCLEARI, METAPONTINO COMPRESO CON L'ITREC DI ROTONDELLA, A MENO CHE IL GOVERNO NAZIONALE NON RIESCA A COLLOCARLE IN UN DEPOSITO ALL'ESTERO GIÀ REALIZZATO O DA REALIZZARE IN FORMA COMUNITARIA

Basilicata off limits per le scorie nucleari. Ormai l'hanno capito tutti, ai livelli nazionali e internazionale. Però, ogni tanto, qualcuno ci prova. Noi non ce l'abbiamo con la Sogin, che ha redatto la Cnapi, la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee. Probabilmente i tecnici della spa, che è di proprietà dello Stato, Ministero del tesoro, non lo dimentichiamo, hanno fatto il proprio lavoro inserendo ben 17 siti tra Puglia e Basilicata (Comuni di Genzano, Irsina, Acerenza, Oppido Lucano, Gravina, Altamura, Matera, Laterza, Bernalda, Montalbano, Montescaglioso). Ma il fatto è che la Basilicata (e la Puglia) di cimitero atomico, dopo la battaglia di Scanzano Jonico del novembre 2003, proprio non ne vogliono sentir parlare. Sarà anche che porteranno soldi e benefici economici sia il Deposito sia il Parco tecnologico annesso ma qui, debbono capire a Roma, il nucleare non passerà mai. Detto questo, però, dobbiamo fare una “strigliata” ai politici, di tutti i partiti, ed anche a qualche ambientalista a gestione eterodiretta (leggi politica). Proprio in merito alla Cnapi. Ma lo sapete quanti articoli ho scritto dal 2015 in poi su questa “Carta” che sembrava attesissima da tutti? Da chi? Dai partiti di opposizione. Che quando diventavano maggioranza la... dimenticavano. Perchè? Perchè chi la pubblicava si attirava addosso, come è accaduto e sta accadendo, le ire di Regioni, Province e Comuni in essa inseriti. E dei cittadini residenti. Che votano. Già. Il cimitero atomico, a quanto pare, non solo non lo vogliamo noi lucani, e i nostri vicini pugliesi, ma non lo vuole proprio nessuno. I partiti e i movimenti, allora, siano seri. Dicano alla gente come stanno veramente le cose. Che la pubblicazione della Cnapi da parte del Governo nazionale, cioè, ha tolto le “castagne dal fuoco” a tutti, maggioranza ed opposizione. Soprattutto dopo la procedura di infrazione aperta a carico dell'Italia dalla Commissione europea nell'ottobre scorso. Adesso, quantomeno, le arre potenzialmente idonee sono allo scoperto. Ci sarà qualcuno, leggi Piemonte, che possa accollarsi l'onere e gli onori di Deposito e Parco tecnologico? Chissà. Da ieri ci sono 60 giorni di “consultazione pubblica” in cui ognuno, anche singoli cittadini, sul sito internet della Sogin spa, potrà fare le sue osservazioni. Una procedura che durerà 4 mesi con al suo interno lo svolgimento di un seminario nazionale sul tema. Seguirà una nuova Carta, quella delle aree idonee, da redarre in tre mesi, che aprirà la strada alle eventuali manifestazioni di interesse dei territori. Ci saranno? E i tempi saranno rispettati? Considerato che la Cnapi era attesa dal 2015 si può ben capire quale è la mia personale risposta alla seconda domanda. Considerando, poi, che siamo in piena pandemia, con ritmi e spostamenti rallentati al massimo, il cronoprogramma si dilaterà. A mio parere, poi, non vi saranno manifestazioni di interesse da parte di nessuna Regione o sito attualmente potenziale. Neanche dal Piemonte che ha le centrali nucleari francesi in funzione a 100 chilometri di distanza. Come finirà, allora? Che ognuno si terrà le sue scorie. Compresa la Basilicata, la provincia di Matera e il Metapontino. Quelle che abbiamo alla Trisaia, probabilmente, rimarranno lì. Sperando, quantomeno, che le mettano in sicurazza al 100%. A meno che il Governo nazionale non faccia valere il “principio “ europeo collocando le scorie nucleari d'Italia in uno o più Depositi già esistenti in Europa o partecipando alla progettazione di uno ex novo su scala comunitaria. Ma dove? E il cane si morde la coda.

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