“LE PAROLE SONO MACIGNI”, HA SOSTENUTO L’ASSOCIAZIONE ANTIMAFIA, AGGIUNGENDO: “NON POSSIAMO RESTARE INDIFFERENTI SU QUANTO DICHIARATO DA CARIELLO IN RISPOSTA DI UN POST SU FACEBOOK, IN CUI SCRIVE CHE "NON ESISTE IL PERDONO" PER CHI HA VOTATO PER UN PARTITO DIFFERENTE DA QUELLO IN CUI CARIELLO SI È CANDIDATO ALLA CAMERA, CHE CHIAMA TRADITORI E PER I QUALI VUOLE LE "TESTE SUL TAVOLO". UN LINGUAGGIO GRAVISSIMO”. DI SEGUITO IL COMUNICATO INTEGRALE DI LIBERA CON ALTRE CONSIDERAZIONI MOLTO CRITICHE SULLE DICHIARAZIONI DI CARIELLO
PASQUALE CARIELLO |
FONTE COORDINAMENTO LIBERA BASILICATA
𝐋𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐢. 𝐋𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐦𝐚𝐜𝐢𝐠𝐧𝐢
Le parole sono importanti. Sempre, ma soprattutto quando a pronunciarle è un rappresentante istituzionale che, per il ruolo che ricopre, non solo è chiamato ad occuparsi della cosa pubblica a nome dei cittadini, ma a nome e per conto di tutti i cittadini. Senza distinzioni di fazioni, di voti o appartenenza politica. Questi ultimi elementi dovrebbero essere accantonati all'indomani della fine delle campagne elettorali, qualsiasi sia il risultato che deve essere sempre rispettato. Perché, come diceva il presidente Sandro Pertini, anche la più imperfetta delle democrazie è sempre preferibile alla più perfetta delle dittature.
Chi ricopre un ruolo istituzionale, inoltre, deve aver imparato che la rete, i social, sono diventati ormai un prolungamento della vita reale e che ciò che viene detto in quegli spazi, dove la risonanza è anche più grande e immediata rispetto ad un tavolino di un bar, merita la stessa attenzione delle parole che si pronunciano in sedi ufficiali.
È successo altre volte in Basilicata, anche in tempi recenti, con battute a dir poco infelici e lesive pronunciate da rappresentati ai vertici istituzionali. Per queste ragioni non possiamo restare indifferenti su quanto dichiarato dal consigliere regionale Pasquale Cariello in risposta di un post su facebook, in cui scrive e ribadisce più volte il concetto che "non esiste il perdono" per chi ha votato per un partito differente da quello in cui Cariello si è candidato alla Camera, che chiama traditori e per i quali vuole le "teste sul tavolo".
Un linguaggio gravissimo, che lascia intendere apertamente, tra l'altro, un modus operandi ai limiti dell'illegalità nella scelta di politici e funzionari regionali. Un incitamento all'odio, come scritto da altri esponenti politici, che fa l'occhiolino ad un atteggiamento e a un linguaggio che non dovrebbero appartenere ad una politica che ha a cuore ciò che è di tutti e che appartiene ad una società responsabile e lontanissima da quella mentalità mafiosa che tanto cerchiamo di contrastare.
COORDINAMENTO LIBERA BASILICATA
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