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giovedì 20 ottobre 2022

DIRITTO AL LAVORO. DISCRIMINATA POICHE’ IN STATO DI GRAVIDANZA. UNA SENTENZA CHE INTERESSA TUTTE LE LAVORATRICI

QUANDO A DISCRIMINARE E’ UN ENTE PUBBLICO. L’AZIENDA OSPEDALIERA SAN CARLO CONDANNATA IN UNA VERTENZA DI UNA DIPENDENTE. LA CONSIGLIERA REGIONALE DI PARITA’, IVANA PIPPONZI: “RICONOSCIUTI TUTTI I DIRITTI DELLA LAVORATRICE”. DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE  

POTRENZA. OSPEDALE SAN CARLO

IVANA PIPPONZI (FOTO ORIFILO FACEBOOK)

FONTE UFFICIO STAMPA REGIONE BASILICATA

PIPPONZI: RICONOSCIUTI I DIRITTI DI UNA LAVORATRICE DISCRIMINATA

AGR - Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Potenza ha riconosciuto i diritti di una lavoratrice dell’Ospedale San Carlo alla quale non era stato rinnovato il contratto di lavoro, adducendo l’incompatibilità tra lo stato di gravidanza e le prestazioni nei reparti Covid.
“Si è dovuti arrivare a chiedere l’intervento del magistrato – ha commentato la consigliera regionale di parità, Ivana Pipponzi - perché accertasse la condotta discriminatoria tenuta dall’Azienda ospedaliera nei confronti di una lavoratrice in maternità. La sentenza appena emessa segna una linea molto importante sul contrasto alle discriminazioni di genere sul posto di lavoro”.
La Consigliera, che ha seguito e sostenuto fin dal principio il procedimento della lavoratrice discriminata, ha affidato le ragioni del suo intervento in giudizio all’avvocato giuslavorista Salvatore Paolo Guarino. Nel giudizio è stato rilevato che altri lavoratori ai quali era stato prorogato il contratto a termine per prestare servizio nel reparto Covid erano stati invece assegnati ad altri reparti nei quali non sussisteva alcuna condizione di rischio, anche per la lavoratrice che, dunque, “risultava palesemente discriminata rispetto ai colleghi solo in ragione del suo stato di maternità”.
“Accertata la condotta discriminatoria – ha evidenziato Pipponzi - il Giudice del Lavoro ha duramente sanzionato l'Ospedale San Carlo, condannandolo al risarcimento del danno in favore della lavoratrice, alla ricostruzione della sua posizione lavorativa e alla condanna alle spese di giudizio. Sempre maggiori sono i casi di lavoratrici discriminate sul posto di lavoro che si rivolgono al mio Ufficio per chiedere tutele – conclude la Consigliera - segno tangibile della acquisita consapevolezza di far valere i propri diritti”.

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