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martedì 9 gennaio 2024

BASILICATA. MIGRANTI “STORDITI CON I FARMACI”. L’INCHIESTA CHOC SUL CENTRO PERMANENZA RIMPATRI (CPR) DI PALAZZO SAN GERVASIO

LE INDAGINI DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA, LE IPOTESI TORTURA E FRODE, L’USO DI MEDICINALI. ACCUSATI MEDICI E FORZE DELL’ORDINE PER LA GESTIONE DEL CPR, AFFIDATO ALLA SOCIETÀ «ENGEL SRL 




FONTE CORRIERE.IT

MIGRANTI, INCHIESTA CHOC SUL CPR DI POTENZA: «STORDITI CON GLI PSICOFARMACI»

DI LUIGI FERRARELLA

ACCUSATI MEDICI E FORZE DELL’ORDINE PER LA GESTIONE DEL «CENTRO PERMANENZA E RIMPATRI», AFFIDATO ALLA SOCIETÀ «ENGEL SRL». LE ANALOGIE CON L’INCHIESTA DI MILANO E IL RUOLO DELL’IMPRENDITORE FORLENZA

Un poliziotto arrestato, un dottore inibito dal lavorare nel Cpr, misure interdittive e un sequestro di 380.000 euro a carico della società di gestione del Cpr. Ma non più a Milano, bensì a Potenza. Appalti da 3 milioni vinti promettendo alla Prefettura di assicurare nella gestione del «Cpr-Centro permanenza rimpatri», ma in realtà o non erogando o lesinando, tutta una serie di servizi sanitari, linguistici e logistici ai migranti trattenutivi in attesa di espulsione, somigliano tanto all’accusa per la quale lo scorso 20 novembre i magistrati di Milano avevano tolto l’amministrazione del Cpr cittadino via Corelli al gestore Alessandro Forlenza, difeso dall’avvocato Michele Sarno e indagato con la sua società «La Martinina srl» per «frode in pubbliche forniture» e per «falso» nell’appalto 2020-2023 da 4 milioni l’anno.

L’inchiesta

E invece è l’incredibile (per analogia) situazione che i magistrati di Potenza, in una inchiesta su una decina di indagati (compresi alcuni medici e appartenenti alle forze dell’ordine), ora contestano sempre a Forlenza ma per la gestione 2018-2022 di un altro Cpr, quello appunto di Palazzo San Gervasio a Potenza, assegnato dalla locale Prefettura alla società «Engel srl». Con un pesante passo in più, però. Perché stavolta, accanto alle decine di migliaia di ore di servizi in meno che gli inquirenti hanno ricostruito rispetto al capitolato della gara d’appalto potentina vinta per poco meno di 3 milioni di euro, l’inchiesta della Procura guidata da Francesco Curcio alza il velo su un fenomeno (nel Cpr di Potenza) che a Milano, pur senza dare luogo a specifiche contestazioni, aveva fatto capolino anche in alcune testimonianze già agli atti dell’inchiesta sul Cpr di via Corelli: e cioè la prassi di controllare i turbolenti «ospiti» dei Cpr, e assicurare l’ordine pubblico nella struttura, imbottendo i migranti — contro la loro volontà o nell’ignoranza delle conseguenze — di pesanti psicofarmaci che in medicina dovrebbero essere invece usati solo per chi è malato di epilessia.

Ipotesi tortura

Diversamente da Milano, i magistrati di Potenza (che hanno ragionato anche sull’ipotesi di «tortura») inquadrano infine queste condotte nel reato di «maltrattamenti» o di «violenza privata» ai danni degli stranieri: delitti la cui responsabilità estendono anche ad alcuni medici del Cpr (come Donato Nozza, interdetto per 12 mesi dal lavorare nel Cpr), sia perché questi sanitari avrebbero ben saputo che le persone alle quali venivano somministrati i pesantissimi psicofarmaci non soffrivano delle patologie per le quali potevano essere prescritti quei trattamenti, sia perché avrebbero fatto un mucchio di false ricette del servizio sanitario nazionale per procurarsi tutti quei farmaci. Analogie e al contempo diversità compaiono nelle due indagini anche riguardo alle conseguenze dell’esistenza di video in qualche modo girati sulle condizioni di vita dentro i due centri.

Ipotesi frode

Nel Cpr di Milano l’inchiesta ne aveva valorizzati molti ma sempre all’interno della cornice dell’appalto, senza derivarne autonome contestazioni ma utilizzandoli per rafforzare l’accusa al gestore de «La Martinina srl» (sequestrata e interdetta dal contrattare con la Pubblica amministrazione) di aver frodato la Prefettura nel fingere di fornire i servizi promessi per vincere la gara. L’inchiesta di Potenza, invece, ora ha sviluppato uno specifico video uscito non si sa come dal Cpr e trasmesso il 21 gennaio 2023 su Mediaset da «Striscia la Notizia» per mostrare uno dei poliziotti in servizio nel Cpr potentino che appunto costringeva un migrante a subire la somministrazione di uno psicofarmaco. Per forza, aveva risposto l’ispettore Renato Olivieri alla propria catena gerarchica e poi alla Procura, sostenendo che nel filmato non si vedesse il «primo tempo», e cioè che lo straniero avesse aggredito un’infermiera e cercato di accoltellare il poliziotto. Ne era scaturita quindi una grave accusa allo straniero di tentato omicidio.

I farmaci

Ma adesso i pm di Potenza hanno scoperto che non solo la relazione di servizio avrebbe attestato il falso (e dunque calunniato lo straniero) per giustificare la somministrazione del farmaco, ma che il poliziotto avrebbe anche tentato di indirizzare in senso analogo la deposizione che l’infermiera stava per rendere ai pm. L’ispettore é stato posto agli arresti domiciliari (anziché al carcere proposto dai pm) dal gip Antonello Amodeo, che ha riqualificato in questo e in un altro caso l’ipotesi di «tortura» (avanzata dai pm) in quella di «violenza pluriaggravata», in aggiunta al «falso ideologico» e alla «calunnia». In più sull’ispettore c’é un filone collegato riguardante anche u na possibile truffa da 8.000 euro legata alla esposizione di false indennità di servizio. Ancora in un’altra costola d’indagine della Squadra Mobile e dell’aliquota di Polizia locale sono stati perquisiti altri poliziotti e avvocati di cui gli inquirenti vogliono approfondire eventuali profili di «concussione» o di «induzione indebita a dare o promettere utilità» nelle nomine dei difensori di fiducia man mano nominati dai migranti trattenuti nel Cpr. Infine il gip ha accolto la richiesta della Procura di sequestro di soldi ai danni della società con cui Forlenza gestiva il Cpr, ma non per tutti i 2,9 milioni di euro ricevuti dallo Stato, bensì per la quota di profitto ricavato al netto delle spese di gestione, e cioè 380.000 euro; mentre per Forlenza e la rappresentante legale della società Engel Italia sono state disposte interdizione i per 12 mesi dal contrattare con la Pubblica Amministrazione.

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