INTERVISTA
ALLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO DOPO I QUATTRO ROGHI IN POCHI GIORNI
CHE HANNO DISTRUTTO DUE STABILIMENTI BALNEARI ED UN MAGAZZINO DI
ORTOFRUTTICOLI. “CREDO CHE QUANTO STIA ACCADENDO NELLE ULTIME
SETTIMANE – HA DICHIARATO DON ANTONIO - NON VADA ASSOLUTAMENTE
SOTTOVALUTATO. LA RISPOSTA DELLE FORZE SANE DEL PAESE DEVE
NECESSARIAMENTE COINVOLGERE LE NUOVE GENERAZIONI PER COSTRUIRE UN
FUTURO CHE RIPUDIA SCORCIATOIE E ILLEGALITÀ”. DI SEGUITO L'INTERVISTA
INTEGRALE REDATTA DA ANTONIO MASTRANGELO
DON ANTONIO POLIDORO (FOTO LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO) |
FONTE LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
CRIMINALITÀ
IL PARROCO: «A SCANZANO JONICO VA ESTIRPATA LA MALERBA»
DON ANTONIO POLIDORO SPRONA IL TESSUTO SANO DEL PAESE A REAGIRE28 MAGGIO 2022
DONATO MASTRANGELO
SCANZANO JONICO - «Questa è una bella comunità, fatta di gente laboriosa ma occorre prendere atto che la malerba sta creando problemi al tessuto sano del paese».
Don Antonio Polidoro, parroco di Scanzano Jonico e responsabile di Casa Betania, la casa di accoglienza della Diocesi di Matera situata a Serramarina, è un sacerdote abituato a stare in prima linea, dalla parte degli emarginati e degli oppressi. Prova ne è il suo impegno per l’accoglienza dei migranti. Nel 2017, ad esempio, riuscì a spiegare le sue ragioni ad un gruppo di fedeli di Terzo Cavone, allora era parroco di San Giulio, che si erano opposti alla scelta di accogliere 12 migranti, 9 bambini e tre donne, secondo un piano predisposto dalla Prefettura di Matera, in alcuni locali della chiesa. «Il Vangelo - disse pacatamente in quella occasione - mi dice di fare accoglienza».
Il sacerdote della parrocchia Maria Santissima dell’Annunziata lo 23 maggio era al lido Baia delle Scimmie di Terzo Madonna, lo stabilimento che qualche giorno prima, con ogni probabilità era stato distrutto da un incendio di origine dolosa. È qui che Libera, l’associazione contro le mafie aveva voluto organizzare il presidio in occasione Giornata della Legalità e 30esimo anniversario della strage di Capaci.
Ma dopo i lidi, un altro episodio, l’incendio all’azienda ortofrutticola Suriano, ha minato nuovamente la serenità della comunità scanzanese.
«Credo che quanto stia accadendo nelle ultime settimane - dichiara don Antonio - non vada assolutamente sottovalutato. La comunità deve dare risposte ferme senza abbandonarsi alla rassegnazione e allo scoraggiamento. E la risposta delle forze sane del paese deve necessariamente coinvolgere le nuove generazioni per costruire un futuro che ripudia scorciatoie e illegalità. Certo, al momento, è difficile comprendere la radice e le dinamiche del problema. Sono tuttavia convinto che le Forze dell’ordine stanno profondendo il massimo impegno per contrastare quanti hanno invece intenzione di destabilizzare il territorio».
Don Antonio Polidoro è da quindici anni parroco di Scanzano Jonico. «La nostra opera è anche di tipo caritativo ed educativo. È fondamentale che tutti facciano la propria parte e che si lavori in sinergia, cittadini, istituzioni, associazioni. È un peccato che la nostra comunità venga macchiata per questi fatti di cronaca. Qui c’è gente che lavora onestamente, che si alza alle 4.30 del mattino per guadagnare la giornata».
Come non bastassero gli incendi agli stabilimenti balneari Baia delle Scimmie e La Kicca ed il recente atto doloso al magazzino ortofrutticolo Suriano in via Parisi, la scorsa settimana ignoti hanno sfondato la porta di accesso della chiesa ospitata nell’ex sala consiliare di Piazza dei Centomila. Sull’episodio indagano i Carabinieri.
«Questo episodio - a mio avviso - va interpretato come una ragazzata anche perché ci si è limitati all’atto vandalico all’ingresso. All’interno non è stato toccato nulla».
Adesso i cittadini di Scazano Jonico attendono con ansia che partano i lavori per la ristrutturazione della Chiesa dell’Annunziata che fu chiusa due anni e mezzo fa perché erano stati rilevati problemi di staticità all’edificio. «A breve dovrebbe cominciare l’intervento di adeguamento della struttura. Speriamo possa essere restituita prima possibile alla comunità anche per implementare l’opera parrocchiale, compreso l’utilizzo dell’oratorio. Quanto alla vicenda della chiesa di Terzo Cavone ci fu un epilogo lieto. «Le stesse persone che avevano osteggiato l’arrivo dei migranti, poche per la verità, dimostrano poi calore e accoglienza nei confronti di queste persone».
Nessun commento:
Posta un commento