SCANZANO JONICO (MT) – Una nuova vita per il Parco archeologico di Termitito.
Sarà firmato, infatti, un protocollo di intesa per la valorizzazione del sito dal sindaco Pasquale Cariello e dalla Soprintendente archeologica belle arti e paesaggio della Basilicata, Luigina Tomay.
Così Cariello: “Sono estremamente felice di poter accendere un riflettore su questo insediamento e di poter collaborare, tutti noi amministratori della città, al mantenimento di un luogo unico e, oserei definire sacro. La volontà è quella di unire le nostre forze con la Soprintendenza per dare spazio e visibilità, lustro e tutela, pulizia e riconoscibilità al sito che ospita resti di un’antica Villa Romana. Domani sarà un giorno importante per tutta la comunità scanzanese e per questo rivolgo l’invito a partecipare a partire dalle ore 10.30”.
Già. Da parte nostra, che seguiamo la vita di questa città e del Metapontino ormai da 40 anni, non possiamo che apprezzare l’intesa. Sperando che venga rispettata da entrambi i contraenti. Non possiamo dimenticare, infatti, le decine di articoli da noi scritti per Termitito, impossibile da visitare, con le erbacce alte fin sopra alle ginocchia, regno di animali selvatici e di serpenti. Appelli su appelli a far sì che il sito fosse inserito nei circuiti di visita e turistici della Magna Grecia del Metapontino. E che venuisse conosciuto dalla stessa città che lo ospita. Sarà così da domani in poi? Sarà possibile rendere la collina affacciata sul Cavone viva, con eventi culturali e spettacolari capaci di richiamare il grande pubblico pur rispettosi, però, delle antiche pietre? Noi lo speriamo. Non dimentichiamo che qui hanno lavorato fior di archeologi, a partire da Dinu Adamesteanu, il padre dell’archeologia di Basilicata, e che il Parco è stato progettato, tra gli altri, negli anni ’80 da Antonio De Siena. Per alcuni studiosi, poi, qui c’è stato l’incontro tra gli indigeni e i greci profughi da Troia. Per molti Epeo, il leggendario costruttore del cavallo di Troia, ha vissuto qui insegando ai nativi come utilizzare il legno dei loro estesi boschi divenendo un semidio.





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