IL COMUNICATO STAMPA INTEGRALE DIFFUSO DAL PROCURATORE
DISTRETTUALE PRESSO IL TRIBUNALE DI POTENZA, FRANCESCO CURCIO
IL PROCURATORE DISTRETTUALE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI POTENZA, FRANCESCO CURCIO (FOTO IL MATTINO DI FOGGIA) |
POTENZA. I CARABINIERI DAVANTI AL PALAZZO DELLA REGIONE BASILICATA (FOTO ANSA)
FONTE PROCURA DISTRETTUALE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI POTENZA
In data
odierna su disposizione di questa Procura della Repubblica i Carabinieri del
Comando Provinciale di Potenza e la Polizia di Stato – Squadra Mobile di
Potenza – hanno dato esecuzione:
1. a due misure custodiali emesse dal Gip di Potenza, nei confronti del
Consigliere Regionale Francesco Piro, tradotto presso la casa circondariale di
Potenza e nei confronti del Sindaco di Lagonegro Maria Di Lascio sottoposta
agli AADD (esecuzione da parte dei CC);
2. a due ulteriori misure cautelari coercitive dell’obbligo di dimora nei
confronti di Cupparo
Francesco, Assessore della Giunta Regionale della Basilicata (esecuzione da
parte della Polizia di Stato – Squadra Mobile di Potenza), Leone Rocco Luigi,
già Assessore della medesima Giunta ed ora Consigliere Regionale (esecuzione da
parte dei CC del Comando provinciale di Potenza);
3. ad una ulteriore misura cautelare coercitiva, questa volta del divieto di
dimora in Potenza, nei confronti di Spera Giuseppe (direttore amministrativo
dell’ASP Basilicata dal 9.10.2019 fino al 10.8.2020, di Commissario
straordinario dell’AOR San Carlo di Potenza dal 10.8.2020 fino al 17.12.2020 e
di direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera S. Carlo di Potenza dal
17.12.2020 ad oggi) che è pure stato raggiunto misura interdittiva
all’esercizio di funzioni pubbliche esecuzioni da parte del predetto Comando
dei CC);
I delitti contestati vanno dall’induzione indebita, alla corruzione, dalla
tentata concussione ad altri reati contro la PA.
Le
indagini, che si sono sviluppate lungo un arco di circa due anni, sono state
dirette da questo Ufficio, e svolte, in modo coordinato, dall’Arma dei
Carabinieri e dalla Polizia di Stato. Il quadro indiziario si desume da
intercettazioni, dichiarazioni rese a questo Ufficio, acquisizioni di
documentazione.
All’esito delle investigazioni questa Procura, nell’ambito del procedimento che
vede numerosi indagati fra privati ed altri pubblici ufficiali ( appartenenti
sia all’Amministrazione Regionale della Basilicata che all’Amministrazione
Comunale di Lagonegro,) ha formulato richieste cautelari nei confronti dei
suddetti cinque indagati in relazioni ai quali, con valutazione condivisa
dall’organo giudicante, si riteneva sussistessero, oltre che gravi indizi di
colpevolezza, anche le necessarie esigenze cautelari.
Sempre in mattinata odierna si è proceduto, altresì ad effettuare perquisizioni
e ad emettere informazione di garanzia, degli indagati:
1. Bardi Vito, Presidente della Giunta Regionale della Basilicata;
2. Fanelli Francesco, già Assessore alle Politiche Agricole, Alimentari e
Forestali della Regione Basilicata, attualmente Assessore alla Salute;
Mastroianni Gianni, Assessore del Comune di Lagonegro con deleghe alle attività
produttive, commercio, artigianato, dissesto idrogeologico, forestazione,
lavoro e formazione;
4. Merra Donatella, Assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione
Basilicata;
Ferrara Antonio, Dirigente del settore Amministrativo della Regione Basilicata
e Segretario Generale della Giunta Regionale;
Le perquisizioni, locali e di natura informatica, si sono svolte in alcuni
domicili, all’interno degli Uffici della Regione Basilicata e presso
l’Amministrazione Comunale di Lagonegro.
Ferma
restando la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva di condanna e
ribadito che le indagini preliminari sono in pieno svolgimento, questo Ufficio
ha elevato 23 imputazioni provvisorie che vanno dal delitto d’induzione
indebita (riqualificato, in alcuni casi, dal Gip in quello di corruzione), a
quelli di concussione tentata, peculato, traffico d’influenze ed abuso in atti
di Ufficio (per queste tre imputazioni non si è richiesta, ne è stata disposta
alcuna misura cautelare). Le vicende oggetto d’indagine si inquadrano in
diversi filoni investigativi, segnatamente :
quello della gestione della sanità lucana da parte degli organi preposti, con
particolare riferimento sia alle attività amministrative prodromiche e
deliberative inerenti al progetto di costruzione del nuovo Ospedale di Lagonegro
(in ordine al quale sono previsti investimenti per circa 70 milioni di euro),
che quelle relative alle nomine di personale medico e paramedico presso
l’Ospedale San Carlo;
quello relativo alle attività tese al procacciamento di voti in occasione delle
elezioni comunali di Lagonegro, nel corso delle quali, secondo il costrutto
accusatorio da verificare nel corso dei successivi passaggi processuali, gli
indagati, avvalendosi delle loro prerogative pubbliche, ottenevano la promessa
di voti o di “pacchetti di voti”, in cambio di atti del loro Ufficio Pubblico
(trasferimenti, promozioni, assunzioni, affidamenti di servizi pubblici, vari
favoritismi collegati all’insediamento del nuovo ospedale di Lagonegro, ecc);
quello relativo alla gestione, nel primo periodo della pandemia, dei cd kit
tampone. In particolare, secondo la ricostruzione accusatoria, esponenti
dell’Amministrazione regionale a differenza degli altri comuni cittadini,
accedevano a tali controlli, in assenza dei rigidi presupposti all’epoca richiesti
dalla normativa.
In tale contesto l’Ordinanza Cautelare – ferma restando la presunzione
d’innocenza – ha particolarmente valorizzato, ai fini della valutazione della
sussistenza delle esigenze cautelari nei confronti degli indagati raggiunti da
misura (oltre al pericolo di reiterazione delle condotte desumibile dalla
pluralità di reati contestati ed il pericolo d’inquinamento probatorio) anche
le seguenti emergenze investigative:
le plurime dichiarazioni ed intercettazioni riferibili alla posizione di Piro
Francesco da cui emergerebbe come lo stesso, non solo avesse relazioni con
esponenti della locale criminalità organizzata, ma, non di rado, per
raggiungere proprie finalità personali, politiche ed elettorali, ed a scopo
intimidatorio, ostentava ai suoi interlocutori i suoi asseriti collegamenti con
contesti criminali calabresi;
le indagini svolte nel corso della campagna elettorale nazionale tenutasi fino
al 25.9.2022, nel corso della quale alcuni degli indagati strumentalizzavano la
lora funzione pubblica per effettuare delle ritorsioni contro soggetti che
erano ritenuti non disponibili a sostenere il candidato Piro.
In particolare, e fra l’altro: il Sindaco di Lagonegro richiedeva (senza
riuscirvi), a funzionari di società che gestiscono le reti di telefonia mobile,
di disattivare i ponti radio da loro gestiti, per impedire così il traffico
telefonico in determinate zone dell’area geografica sopra indicata dove
abitavano i non-sostenitori del Piro affinchè a costoro fosse (di fatto)
impedito di usufruire del servizio telefonico mobile ; sempre il medesimo PU si
attivava per impedire che altro presunto non sostenitore del Piro accedesse
alle condotte idriche a servizio di terreni agricoli, mentre venivano
programmate altre ritorsioni contro altri presunti avversari politici o meglio
non-sostenitori del predetto candidato; le investigazioni relative ai tentativi
di indurre dipendenti regionali nel settore della forestazione, da parte
dell’Assessore Regionale al ramo, a sostenere il candidato Piro. Nel corso
delle indagini, nel pieno rispetto del diritto di difesa questo Ufficio ha
raccolto le dichiarazioni di alcuni indagati. Le stesse, fermo restando il
successivo vaglio processuale, allo stato, secondo la valutazione contenuta
nell’ordinanza cautelare emessa dal Giudice, non sono state ritenute
“credibili”.
Francesco Curcio – Procuratore Distrettuale
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