ED ANCORA: “LA
RICONCILIAZIONE CON LA CURIA DI POTENZA È IMPRATICABILE. SOLO L’INTERVENTO DEL
SANTO PADRE POTRÀ APRIRE UNO SPIRAGLIO DI RAGIONEVOLEZZA PER TROVARE UNA VIA
D’USCITA”. DI SEGUITO L’INTERVISTA INTEGRALE DI GILDO CLAPS
GILDO CLAPS (FOTO CORRIERE.IT) |
MONSIGNOR SALVATORE LIGORIO |
FONTE CORRIERE.IT
GILDO CLAPS: «PER ELISA NON CHIEDIAMO SOLDI. IL VESCOVO MENTE E CONTINUANO A DIFENDERE DON MIMÌ SABIA»
DI CARLO MACRÌ
POTENZA, IL FRATELLO DELLA RAGAZZA TROVATA MORTA NEL 2010 NEL SOTTOTETTO DELLA CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ SETTE ANNI DOPO LA SCOMPARSA: «IN QUELLA CHIESA C’È UNA TARGA PER DON MIMÌ, PER MIA SORELLA NULLA»
DAL NOSTRO INVIATO
POTENZA — «Impossibile ricucire. La riconciliazione con la Curia di Potenza e,
soprattutto con Ligorio, è impraticabile. Solo l’intervento del Santo Padre
potrà aprire uno spiraglio di ragionevolezza per trovare una via d’uscita. Noi
parleremo solo con i livelli più alti del Vaticano per chiudere questa storia.
Non riconosciamo nessun ruolo alla Chiesa di Potenza».
Gildo Claps, fratello di Elisa, si dice amareggiato dopo l’intervista rilasciata al Corriere dall’arcivescovo Salvatore Ligorio (di ier, ndr). L’alto prelato ha escluso ogni coinvolgimento della Chiesa nell’occultamento del corpo della ragazza, ritrovato nel sottotetto della Trinità, nel 2010, dopo diciassettenne anni dalla scomparsa. Ma si è detto pronto a ricomporre il dialogo con la famiglia Claps.
Volevate un risarcimento per
chiudere la storia?
«È vergognosa questa affermazione. La nostra era solo una provocazione, per
inchiodare la Chiesa alle sue responsabilità. Non volevamo soldi e non era
certo una richiesta di composizione amichevole utile ad evitare strascichi
polemici».
E allora?
«Li tranquillizzo. Se hanno timore che nel momento in cui dovessero ammettere
le loro responsabilità possano essere chiamati a risarcire, noi non avanzeremo
nessuna pretesa economica. Facessero come ho fatto io: ho devoluto per intero
il mio compenso per la consulenza alla sceneggiatura della fiction Per Elisa al
progetto Il cuore di Elisa nel cuore dell’Africa. Dimostrerebbero finalmente un
volto umano e cristiano, visto che fino adesso non sono riusciti a farlo».
In cosa consiste questo
progetto?
«Costruiremo insieme all’associazione di volontariato Vis un ambulatorio medico
nella Regione di Kivu, per migliorare le condizioni di salute della popolazione
di Goma. Intitoleremo la struttura ad Elisa. Era il suo sogno. Lei diceva di
voler fare il medico».
Perché le parole
dell’arcivescovo Ligorio l’hanno colpita?
«La manifestazione di sabato, con migliaia di ragazzi che hanno sfilato per
chiedere ancora una volta verità e giustizia per Elisa, pensavo potesse in
qualche modo servire ad abbassare i toni e le polemiche per consentire di
sanare una ferita che ha spaccato la città. Invece le parole di Ligorio (Gildo
Claps non gli attribuisce nessun titolo, ndr), sono riuscite a sporcare anche
la bellezza della piazza».
La famiglia Claps continua ad
accusare la Chiesa.
«Hanno combinato un pasticcio con le loro dichiarazioni dopo il ritrovamento
del corpo di Elisa. Continuano a costruire muri e fanno un’opera di rimozione
sistematica della verità, con una sequela infinita di menzogne».
L’arcivescovo dice che don
Marcello Cozzi è schierato apertamente con i Claps e questo complica i rapporti
tra la famiglia e la Chiesa potentina.
«Hanno attaccato frontalmente don Marcello che è l’unico volto decente di
questa Chiesa che ci ha accompagnato in questi anni. L’unica cosa che avrebbero
potuto fare era farlo vescovo. Così avrebbero chiuso questa brutta pagina».
L’arcivescovo ha annunciato
che pubblicherà un dossier sulla storia di Elisa.
«Lo aspetto con ansia. Magari lo tirassero fuori. Loro hanno una sola verità
assoluta ed è quella che dicono loro. Continuano a difendere don Mimì Sapia:
hanno anche affisso una targa dentro la Trinità, mentre per Elisa non c’è un
ricordo».
L’amministrazione comunale di
Potenza, intanto, ha deciso di intitolare ad Elisa Claps un luogo simbolo del
centro storico della città.
«È il minimo che una città civile possa fare».
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