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| FRANCO CIRELLLI, A SX, E GERARDO PEPE |
Un anno fa, a Calenzano (FI), la strage sul lavoro al Deposito Eni. Un grave fatto di cronaca che coinvolse duramente la Basilicata. Due lavoratori lucani, infatti, persero la vita, con altri loro tre colleghi. Si trattava di Franco Cirelli, di Cirigliano (MT), e di Gerardo Pepe, di Sasso di Castalda (PZ). Con loro ricordiamo anche le altre tre vittime: Davide Baronti, Carmelo Corso e Vincenzo Martinelli. Ma anche tra i 26 feriti ci fu un nostro corregionale: Luigi Murno, di Villa d'Agri, frazione di Marsicovetere (PZ). Sul disastro venne aperta una inchiesta che è tutt’ora in corso. La procura di Prato indaga per omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni personali colpose. Dieci gli indagati, tra cui alcuni legati a Eni e alla lucana Sergen, azienda di manutenzioni meccaniche con sede a Viggiano (PZ). Tra loro anche il lavoratore di Villa d’Agri rimasto ferito.
Ma oggi è la giornata del ricordo organizzata dal Comune di Calenzano. Alle ore 15 sarà scoperto il monumento dedicato alle vittime dell’esplosione, realizzato a cura del Comune su proposta dell’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro di Firenze (ANMIL), nell’area del Parco della Fogliaia, in via di Prato all’altezza di via Larga. In occasione della scopertura del monumento sono state invitate le famiglie dei cinque lavoratori.
Dopo la cerimonia, alle ore 16 al Palazzetto dello sport, sono previsti gli interventi delle Istituzioni, aperti dal sindaco Giuseppe Carovani e coordinati dal presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana Giampaolo Marchini. Sarà l’occasione per ringraziare le associazioni e le forze coinvolte nei soccorsi e nella gestione dell’emergenza. Sono state invitate anche le sigle sindacali.
Alle ore 21,30 al Teatro Manzoni è in programma “Una stella mattutina”, uno spettacolo incentrato sul tema della sicurezza sul lavoro, di Giovanni Luca Valea con Andrea Bacci e Massimo Bonechi, in collaborazione con Fondazione Regolino.
Ma di infortuni sul lavoro si continua a morire nell’Italia 2025.




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