In data odierna, personale della Squadra Mobile della Questura di Matera, del NIL Carabinieri di Matera, della Sezione P.G. Aliquota Carabinieri di questa Procura e della Polizia Stradale, distaccamento di Policoro, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Matera, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di quattro cittadini di nazionalità pakistana domiciliati nel comune di Policoro (MT). Lo ha reso noto il procuratore Alessio Coccioli in un comunicato stampa che riportiamo integralmente.
L'ordinanza si inserisce nell'ambito di un procedimento penale in cui, allo stato delle indagini e fatti salvi i successivi sviluppi del contraddittorio processuale, vengono ipotizzati a carico degli indagati reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (art. 603-bis c.p.) e violenza privata (art. 610 c.p.), in concorso tra loro, in danno di numerosi lavoratori stranieri impiegati nei campi agricoli del comprensorio lucano.
Le indagini della Procura della Repubblica di Matera hanno preso le mosse dal grave incidente stradale verificatosi in data 4 ottobre 2025, lungo la Strada Statale 598, nel territorio di Scanzano Jonico (MT), che ha visto coinvolti un'autovettura con a bordo dieci braccianti stranieri e un autocarro in transito nella corsia opposta.
Il sinistro, di estrema violenza, ha provocato la morte di quattro lavoratori di nazionalità indiana e il ferimento degli altri occupanti dei veicoli coinvolti, determinando una comprensibile ondata di emozione e di attenzione a livello non solo locale, ma anche nazionale, per le sue conseguenze umane e per il contesto lavorativo in cui la vicenda è maturata.
Alla luce della gravità dell'evento e delle prime informazioni elnerse sull'impiego delle persone coinvolte in attività di bracciantato agricolo, la Procura della Repubblica ha immediatamente attivato una complessa attività d'indagine, delegando approfonditi accertamenti alla Polizia Stradale di Matera, alla Squadra Mobile della Questura di Matera e al Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Matera e alla Sezione P.G. aliquota Carabinieri della Procura al fine di ricostruire in modo puntuale la dinamica del sinistro e le eventuali responsabilità, anche ai fini del reato di omicidio stradale plurimo (art. 589-bis c.p.), verificare le condizioni di impiego e di vita dei lavoratori stranieri coinvolti, accertare l'eventuale esistenza di un sistema organizzato di "caporalato" e di sfruttamento lavorativo.
Nel corso delle attività investigative sono stati ascoltati lavoratori stranieri, in particolare di nazionalità indiana (alcuni ospitati presso local ità protette indicate dall' Ente Antitratta Regione Basilicata) sopravvissuti al sinistro e altri presentatisi spontaneamente come persone offese da sfruttamento lavorativo.
Dalla ricostruzione allo stato compiuta — che dovrà essere verificata e vagliata nel corso del procedimento — è emersa l' ipotesi dell'esistenza di individui dediti al reclutamento e all'impiego di manodopera straniera per la raccolta di prodotti agricoli, in particolare fragole, presso fondi siti in diversi comuni lucani.
Secondo le contestazioni provvisorie, i lavoratori sarebbero stati ospitati in alloggi sovraffollati e in condizioni abitative ritenute degradanti, con servizi igienici insufficienti e precarie condizioni igienico—sanitarie e avrebbero percepito retribuzioni notevolmente inferiori ai parametri contrattuali, con paghe giornaliere ritenute sproporzionate rispetto alle ore effettivamente lavorate.
Costoro sarebbero stati impiegati con orari di lavoro particolarmente gravosi, spesso dalle prime ore del mattino e talvolta anche nei giorni festivi, con limitati periodi di riposo e non avrebbero assolutamente beneficiato, secondo le emergenze investigative, delle prescritte tutele in materia di sicurezza sul lavoro, né della necessaria formazione e dotazione di dispositivi di protezione.
Si tratta al momento di ipotesi accusatorie fondate sul materiale raccolto nella fase delle indagini preliminari (escussioni di persone informate, sequestri, analisi documentali e tecniche), che saranno oggetto di puntuale vaglio in sede giudiziaria.
Un ulteriore profilo oggetto di indagine riguarda la fase immediatamente successiva al tragico sinistro del 4 ottobre 2025.
Secondo quanto emerge dagli atti, alcuni lavoratori sopravvissuti avrebbero riferito di aver subito pressioni e minacce, anche gravi, allo scopo di indurli a non collaborare con gli inquirenti, fornire una versione dei fatti ritenuta compiacente rispetto agli interessi del gruppo che avrebbe gestito il reclutamento e il trasporto dei braccianti e, infine, indicare quale "caporale" un soggetto deceduto nell'incidente, così da spostare su quest'ultimo la rappresentazione del ruolo di organizzatore.
Anche tali circostanze sono allo stato oggetto di approfondimento, in un quadro investigativo ancora in evoluzione, e costituiscono la base per la contestazione del reato di violenza privata in concorso.
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Matera, valutata la richiesta avanzata dalla Procura e l'insieme degli elementi finora raccolti, ha ritenuto sussistenti, allo stato degli atti, i presupposti per l'applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti dei quattro indagati.
La misura è stata disposta in ragione dei gravi indizi di colpevolezza al momento ravvisati in ordine ai delitti provvisoriamente contestati e in considerazione delle esigenze cautelari individuate, tra cui il pericolo di reiterazione di condotte analoghe di sfruttamento, nonché il rischio di inquinamento probatorio attraverso condotte intimidatorie nei confronti dei lavoratori.
Si sottolinea che il provvedimento cautelare ha natura provvisoria e strumentale alla tutela delle esigenze indicate dalla legge e potrà essere oggetto di controllo da parte del Tribunale del Riesame e, successivamente, delle ulteriori sedi di impugnazione previste dall'ordinamento.
Le attività investigative proseguono, anche mediante ulteriori accertamenti tecnici, analisi di dati e nuovi approfondimenti testimoniali, al fine di completare la ricostruzione della dinamica del sinistro, consolidare e verificare il quadro probatorio relativo alle ipotesi di sfruttamento lavorativo e individuare ogni ulteriore eventuale responsabilità, in un'ottica di piena tutela delle vittime e di ripristino della legalità.
Ulteriori informazioni potranno essere rese note nei limiti consentiti dalla legge e dall'attuale fase procedimentale, nel costante equilibrio tra l'esigenza di informazione e la tutela delle indagini e dei diritti delle persone coinvolte.





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