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lunedì 13 marzo 2023

FRAGOLA IGP DI BASILICATA O DEL METAPONTINO? CRESCE DI TONO LA POLEMICA. INTERVENTO DI CONFAGRICOLTURA REGIONALE CHE SI SCHIERA CON “BASILICATA” E ATTACCA “GLI INUTILI CAMPANILISMI” DI QUANTI SI SONO SCHIERATI CON “METAPONTINO” DEFINITI “IDIOTI ROMANTICI” CHE “DEVONO TACERE”

MA L“IDIOTA ROMANTICO” CHE HA ACCESO LA POLEMICA, VALE A DIRE IL SOTTOSCRITTO CON IL SUO INTERVENTO NELL’ASSEMBLEA CON IL PRESIDENTE DELLA REGIONE, VITO BARDI, A POLICORO IL 24 FEBBRAIO SCORSO, E CON ARTICOLI SU QUESTA PAGINA NON CI STA. LA FRAGOLA È L’ORO ROSSO DEL METAPONTINO E LA DENOMINAZIONE DELL’IGP NON PUÒ CHE ESSERE QUELLO DEL TERRITORIO DI PRODUZIONE COME PEPERONE CRUSCO DI SENISE, FAGIOLI DI SARCONI, AGLIANICO DEL VULTURE, E CENTINAIA DI ALTRI ESEMPI. SE NON SI VUOLE COMMETTERE UNO SCIPPO AL TERRITORIO DELL’ARCO JONICO LUCANO SE NON UN AUTENTICO FALSO. DI SEGUITO LA CONTINUAZIONE DELLA NOSTRA PRESA DI POSIZIONE, CON UNA “CHICCA” SUL VINO TOCCACULO, E LA NOTA INTEGRALE DI CONFAGRICOLTURA 

LA SEDUCENTE FRAGOLA IGP DEL METAPONTINO

SCANZANO JONICO. IL RECORD MONDIALE DELLA TORTA DI FRAGOLE DEL METAPONTINO PIU' LUNGA DEL MONDO


 
IL GRANDE VINCENZO VALICENTI, PADRE DELL'AGRICOLTURA DI BASILICATA, SI RIGIRA NELLA TOMBA

LA NOSTRA POSIZIONE SULLA DENOMINAZIONE FRAGOLA IGP DEL METAPONTINO

Un durissimo attacco da parte di Confagricoltura Basilicata nei termini e nei toni che, forse, nasconde i sensi di colpa di chi, organizzazione professionale, si è schierato con “i padroni del vapore” consentendo uno scippo, quasi, ad un territorio che è univoco da punto di vista climatico, produttivo, economico.  Insomma parlare di Metapontino va bene per il turismo, per la storia della Magna Grecia, ma non per il suo oro rosso, la fragola. Ma noi, “idioti romantici” siamo convinti che una cassetta con il marchio Igp fragola del Metapontino è come una cartolina spedita nel mondo a reclamizzare le bellezze dell’arco jonico lucano. La fragola di Basilicata si produce esclusivamente nel Metapontino e l’Igp riguarda il suo areale di produzione. Si dunque a fragola Igp del Metapontino come al peperone crusco di Senise, al fagiolo di Sarconi, al lardo di Colonnata (una frazione di Carrara, 250 abitanti, conosciuta nel mondo proprio grazie alla denominazione del suo prodotto leader). Ma per Confagricoltura gli “idioti romantici” debbono state zitti. E no, noi non ci stiamo affatto a questi diktat anacronistici. Ci spiace, poi, che questa organizzazione professionale abbia, se non andiamo errati, un dirigente che produce, tra l'altro, un vino denominato Toccaculo in ossequio al vero nome di un torrente che i perbenisti del posto hanno cambiato in Toccacielo. Ma il dirigente sindacale produce una bottiglia con l’etichetta Toccaculo. Roba da “idioti romantici” anche questa? O no?

 

IL COMUNICATO STAMPA INTEGRALE DI CONFAGRICOLTURA BASILICATA

Iter per riconoscimento Igp alla fragola di Basilicata

In questi giorni, e dopo la dichiarazione del presidente Bardi sull’avvio dell’iter che porterebbe al riconoscimento dell’IGP alla fragola di Basilicata, sta prendendo piede una polemica sul nome del riconoscimento, frutto di inutili campanilismi.
Occorre fare un po’ di ordine e dotarsi di buona memoria storica per utilizzare il nome che meglio identifica tale produzione di eccellenza.
Nell’areale del metapontino si coltivano fragole dagli anni sessanta, tra alti e bassi la fragola è da sempre la coltura che ha generato il pil agricolo più importante della regione. Fino agli novanta le fragole del metapontino venivano commercializzate dalle coop emiliane e spesso il consumatore non era neanche a conoscenza della provenienza di tale eccellenza.
A fine degli anni novanta tale coltivazione ha registrato un tracollo, passando da una superficie coltivata di quasi 1000 ettari ad appena 400. Nei primi anni duemila vi è stata una svolta, l’introduzione della pianta fresca e di una nuova cultivar la Sabrosa, meglio conosciuta con il nome commerciale di Candonga di Basilicata, è solo in questo momento che si avvia la commercializzazione con i marchi lucani e la fragola viene conosciuta come produzione della Basilicata.
Nel marzo 2010, la fragola lucana fu protagonista assoluta di una campagna pubblicitaria di altissima visibilità, con uno spot sulle reti Mediaset, campagna sponsorizzata dalla regione  Basilicata, questo accompagnato da un prodotto di eccezionale qualità, ha reso famosa la nostra fragola come “fragola della Basilicata”.
Dal punto di vista normativo i marchi di tutela servono per meglio identificare un prodotto di particolare pregio e tutelarlo da eventuali contraffazioni, la definizione  di IGP  è contenuta nel regolamento comunitario n.510/2006 del consiglio del 20 marzo 2006 , che all’art. 2 recita: “per indicazione geografica “ deve intendersi  il nome di una Regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un Paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare: originario di tale Regione, di tale luogo determinato o di tale paese; la peculiarità delle IGP e che possano essere registrati come tali anche prodotti il cui legame qualità-origine sia dovuto anche solo ad una fase del ciclo di vita dell’alimento: produzione, trasformazione, elaborazione”.
Se si vuole compiere azioni volte alla tutela del nostro territorio e delle nostre eccellenze non bisogna essere degli idioti romantici, perché questo creerebbe dei danni piuttosto che dei benefici. È compito della politica è seguire le fasi di riconoscimento presso il MASAF, i player di settore devono affiancare gli uffici preposti nella redazione del disciplinare di produzione e dotarsi di una comunicazione univoca nonché di un consorzio di tutela della fragola di Basilicata, i romantici devono tacere. Confagricoltura a tutela delle aziende agricole e di una produzione di particolare pregio come la fragola, che in termini di personale impegnato e le giornate lavorative rappresenta una delle produzioni di maggiore impatto del comparto agricolo regionale, esorta la regione a proseguire la strada intrapresa e seguire in modo celere tutto l’iter per il riconoscimento.
  

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