CHE FARE? LA RISPOSTA DELLE DUE ASSOCIAZIONI È NELLA SEGUENTE NOTIZIA INTEGRALE
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FOTO RINNOVABILI.IT |
FOTO NOSCORIE TRISAIA |
FONTE NO SCORIE TRISAIA
GAS SERRA: I LUCANI TRA I PIU’ SFRUTTATI DAL FOSSILE E DAL RINNOVABILE INDUSTRIALE DIVENTANO OGGI TRA I PIU' INQUINATORI
Mai una "gioia" in questa terra di Basilicata, dove le varie amministrazioni regionali hanno permesso di tutto e di più in termini di sfruttamento energetico sul fossile ma anche sulle rinnovabili industriali (pochi sanno che siamo la prima regione in Italia più sfruttata anche sulle rinnovabili industriali) senza che i cittadini ne abbiano mai avuto un vantaggio reale, ora siamo diventati per l‘Unione Europea tra quelli che inquinano di più in termini di gas serra.
A certificarlo è la stessa Unione Europea che da un rapporto della Commissione indica la Basilicata come la regione italiana con il l'aumento più alto di gas serra immesso nell'atmosfera (+ 36%) registrato nel periodo 1990 -2021.
Il rapporto indica diversi fattori, come l'efficienza energetica degli impianti di produzione e degli edifici, l'uso di energia rinnovabile, l'uso del suolo, il clima e la geografia, nonché dal livello e dalla composizione dell'attività economica.
I principali gas serra presenti nell’atmosfera terrestre oltre alla anidride carbonica (CO2) sono il metano (CH4),il protossido di azoto (N2O),l’ esafluoruro di zolfo (SF6) , il protossido di azoto (N2O). Il metano è, dopo la CO2, il principale responsabile del riscaldamento globale con un tempo di permanenza nell'atmosfera maggiore ma molto inferiore a quello della CO2, ma con effetto è 84 volte più forte.
La regione Liguria risulterebbe invece una delle più virtuose e ha diminuito del (-68%) i suoi gas serra. Ma in termini di impatto ambientale è una regione che ha il triplo della popolazione rispetto alla Basilicata e vanta impianti industriali (anche siderurgici), porti, aeroporti di tutto rispetto che la Basilicata non ha (nella nostra regione invece l’industria nel corso degli anni ha diminuito le produzioni e anche gli occupati)
In termini di allevamenti intensivi, prima che qualcuno dia la colpa alla mucca podolica o al cinghiale selvaggio del pollino, non ci risulta al momento che la Basilicata sia una regione che vanta allevamenti intensivi come la Lombardia, il Piemonte e l’Emilia Romagna, a meno di non essere smentiti dall'Unione Europea, indicandoci al contrario dati che mostrano la presenza di un alto numero di animali da allevamento rispetto al territorio. Aspettiamo conferme o smentite da parte delle attivissime organizzazioni di allevatori e da quelle agricole.
https://www.essereanimali.org/2021/03/allevamenti-intensivi-italia-sono-al-nord/
In Basilicata, a differenza di altre regioni troviamo invece centinaia di pozzi di petrolio e gas, attivi e dismessi, Km e km di oleodotti e gasdotti, centri olio, impianti energetici legati al gas e al petrolio, decine e decine di stazioni di distribuzione del metano (i dati li potete trovare sul sito dell’Unmig).
Sulle perdite di metano da impianti petroliferi riportiamo quanto pubblicato dalla rivista "Nuova Ecologia", dove stimano in generale secondo uno studio perdite da impianti che potrebbero essere dal 1% al 3% rispetto ai volumi trattati.
https://www.lanuovaecologia.it/perdite-metano-atmosfera-ce-puzza-di-gas-legambiente-clima/
Cosa ci dobbiamo aspettare ora dall'Unione europea? dopo un intensivo sfruttamento energetico fossile e rinnovabile industriale del nostro territorio, ci chiederanno di usare meno energia per riscaldare i cibi o di non usare il metano? o limitare l’uso dei mezzi privati (oltre al fatto che quelli pubblici sono pochi e inesistenti)? Rifare le case? O darci un green pass verde per dire cosa possiamo e cosa non possiamo fare? O forse è meglio e meno impattante sull'ambiente essere "regione europea" uscendo definitivamente dal fossile e dalla speculazione delle rinnovabili industriali affinché diventino esclusivamente energia rinnovabile bene - comune collettiva?
Ma questa è una storia che vi raccontiamo ormai dal lontano 2003…
NO SCORIE TRISAIA
FONTE MEDITERRANEO NO TRIV
GAS SERRA, EMISSIONI RECORD IN BASILICATA: COME STANNO VERAMENTE LE COSE
Nel silenzio assoluto il giorno 3 giugno 2023 il Tg 3 Basilicata ha trasmesso un servizio (https://www.rainews.it/tgr/basilicata/video/2023/06/gas-serra-emissioni-record-in-basilicata) ancora consultabile sul sito internet.
Il titolo del servizio è “Gas serra, emissioni record in Basilicata- Dal 1990al 2021 nella nostra regione si è registrato l'aumento più elevato. Lo dice un rapporto della Commissione Europea”.
Il servizio si apre con l'appello della “sfida della transizione ecologica” che passa anche attraverso l'obbiettivo della riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera.
Prosegue poi facendo riferimento ad un rapporto della Commissione Europea che addirittura indica la regione Basilicata come quella che registra “uno degli aumenti più alti delle emissioni di gas serra a livello europeo” indicato nella misura del +36% e nel periodo che va dal 1990 al 2021 rispetto a regioni come la Regione Liguria che invece li ha ridotti del 68%.
Il servizio passa poi a parlare dei fattori che incidono sulle emissioni dei gas serra in atmosfera come l'efficienza energetica degli stabilimenti produttivi ma anche degli edifici, le energie rinnovabili e una non meglio specificata “composizione dell'attività economica”.
Il tutto si conclude addirittura, con un monito che arriva direttamente dalla Commissione Europea che individua le cause soprattutto dal “contesto locale” e con il riferimento che “alcune Regioni probabilmente saranno colpite più di altre”.
Ma cosa significa che alcune regioni saranno più colpite di altre?
La preoccupazione di Mediterraneo no triv è che, come sempre accade, piuttosto che incidere sugli impianti industriali impattanti a pagare saranno piuttosto i cittadini e le loro proprietà immobiliari.
Da dove nasce questa preoccupazione^
Ma dal richiamo alla Transizione Energetica e alla Direttiva sul rendimento energetico (EPBD) e alla possibilità di poter introdurre, a breve, il Green Pass energetico o climatico sugli immobili.
La Basilicata è stata, quindi, individuata come progetto pilota per un maggiore e più devastante incremento delle fonti di energia rinnovabili, e pur avendo già pagato un tributo altissimo in questi termini, oppure l'obbiettivo è sperimentare, nella nostra terra, il sistema del green pass sulle case con tutti i rischi e potenziali danni anche economici che tutto ciò potrebbe comportare?
Le domande sono tante, la prima e fondamentale è comprendere come si sia giunti a classificare e valutare tale incremento eccezionale del +36% in Basilicata di emissione di gas serra in atmosfera e addirittura tra i più alti in Europa?
A cosa si riferisce il dato “composizione dell'attività economica”?
Ancora, lo studio ha contemplato le emissioni e l'inquinamento provocato dalle multinazionali estrattive?
La Commissione Europea individua le cause soprattutto dal “contesto locale”, cosa significa? A cosa si riferisce il dato, cosa contiene come variabili?
Il messaggio di chiusura del servizio che parla del fatto che alcune Regioni probabilmente saranno colpite più di altre, preoccupa e non poco, colpite e come?
Se fosse un dato finalizzato a ridurre solo l'inquinamento degli impianti produttivi, certo non sarebbe stata scelta questa espressione.
Mediterraneo no triv intende girare tutte queste domande alla Regione Basilicata, anche e soprattutto all'assessore all'Ambiente Cosimo Latronico, ai Sindaci Lucani, affinchè si facciano portavoce del Popolo Lucano presso la Commissione Ambiente Europea, per avere estratto dello studio ed evidenza di come siano stati elaborati questi dati, e lo chiede in forza dell'Art. 1 della nostra Costituzione, che sancisce la sovranità del popolo, e quindi il suo diritto alla conoscenza delle questioni che lo riguardano direttamente.
I Lucani hanno già pagato, e moltissimo, in termini di impatti sull'ambiente e sulla salute e forse a breve potrebbero essere anche colpiti nelle loro proprietà?
Domandare è lecito, rispondere in questo caso è un obbligo.
MEDITERRANEO NO TRIV
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