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martedì 27 giugno 2023

MAXI OPERAZIONE CONTRO LA ‘NDRANGHETA IN CALABRIA. QUARANTATRE GLI ARRESTI. L'OPERAZIONE, SU MISURE EMESSE DAL TRIBUNALE DI CATANZARO ED ESEGUITE ANCHE IN BASILICATA, LOMBARDIA ED EMILIA-ROMAGNA, E’ STATA CONDOTTA DAI CARABINIERI DEL ROS CON IL SUPPORTO DI COMANDI PROVINCIALI DELL’ARMA, TRA CUI QUELLO DI POTENZA

TRA GLI INDAGATI ANCHE L'EX GOVERNATORE DELLA CALABRIA MARIO OLIVERIO E L'EX ASSESSORE REGIONALE CALABRESE NICOLA ADAMO. ESEGUITA UN’ORDINANZA CAUTELARE EMESSA SU RICHIESTA DELLA DDA GUIDATA DA NICOLA GRATTERI. NELL’ORDINANZA ALTRI NOMI DI POLITICI ED IMPRENDITORI LEGGIBILI NELLA SEGUENTE NOTIZIA INTEGRALE  

LA CONFERENZA STAMPA DEL GIUDICE NICOLA GRATTERI (FOTO TGR CALABRIA)



FONTE RAINEWS.IT

'NDRANGHETA, MAXI OPERAZIONE DELLA DDA DI CATANZARO: 43 ARRESTI

TRA LE ACCUSE IL VOTO DI SCAMBIO. SOTT'INCHIESTA L'EX GOVERNATORE OLIVERIO. AI DOMICILIARI L'EX CONSIGLIERE SCULCO, INDAGATA LA FIGLIA FLORA. TRA GLI IMPRENDITORI COINVOLTI I FRATELLI VRENNA DI CROTONE: "A LORO IL MONOPOLIO DEI RIFIUTI"

DI DAVIDE GANGALE

Maxi operazione antimafia in Calabria, tra gli indagati - in tutto 123 - anche l'ex governatore Mario Oliverio e l'ex assessore regionale Nicola Adamo. Ai domiciliari l'ex consigliere regionale Enzo Sculco. I carabinieri del Ros, supportati dai comandi provinciali di Crotone, Cosenza e Catanzaro, hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa su richiesta della Dda guidata da Nicola Gratteri. Le misure cautelari sono 43. Tra le accuse, oltre all'associazione mafiosa, figurano anche un omicidio, estorsione e voto di scambio. 

Nelle 381 pagine dell'ordinanza, firmata dal gip distrettuale Antonio Battaglia, figurano anche i nomi degli imprenditori Raffaele e Gianni Vrenna, rispettivamente ex presidente e attuale presidente del Crotone Calcio; e di Flora Sculco, ex consigliera regionale. Indagati l’ex assessore comunale di Crotone Giancarlo Devona e l’attuale sindaco di Rocca di Neto Alfonso Dattolo. Quindi il boss della cosca di Papanice, Domenico Megna.

IL PRESUNTO PATTO DI SPARTIZIONE

Agli indagati vengono contestate, tra le altre cose, “riunioni programmatiche” che si sarebbero tenute anche in uffici riservati della Regione nel 2017 e nel 2018. Riunioni in cui sarebbe stato elaborato “un accordo con Vincenzo Sculco, leader della formazione politica i Demokratici”, che avrebbe appoggiato “la formazione politica riconducibile a Mario Oliverio facendo convogliare un consistente pacchetto di voti da attingere dal proprio bacino elettorale in occasione delle elezioni regionali tra il 2019 e il 2020, in cambio dell'appoggio della candidatura di Flora Sculco, figlia di Vincenzo che si sarebbe candidata quale consigliere regionale”.

Da tale patto, secondo gli inquirenti, sarebbero appunto derivati una serie di incarichi e appalti elargiti dai politici a dirigenti e imprenditori di fiducia. In questo modo sarebbe avvenuta la penetrazione all'interno del Comune di Crotone (individuazione di dirigenti, condizionamento di appalti pubblici, affidamenti illeciti a imprese gradite a Sculco e Devona, affidamento di incarichi a soggetti graditi a Sculco e Devona). E poi la la penetrazione nella società partecipata Crotone Sviluppo, con l'individuazione di direttori generali e dell'amministratore unico.

E poi ancora la penetrazione nella Provincia di Crotone, mediante il "condizionamento del voto nel 2017, attraverso un accordo promosso da Sculco per far eleggere Nicodemo Parrilla". Parrilla, una volta eletto presidente della Provincia, è stato poi coinvolto e condannato nella maxi operazione antimafia Stige. Nel mirino anche l'Aterp Calabria, distretto di Crotone, con l'indicazione da parte di Adamo, Sculco, Devona e dell'ex consigliere regionale Sebi Romeo “di professionisti, loro graditi, per l'espletamento di incarichi” come quello relativo all'accatastamento di immobili di edilizia popolare nell'area crotonese.

La Dda annota ancora la penetrazione nell'Asp di Crotone, mediante “la precisa concertazione tra Oliverio, Devona, Sculco e Adamo in ordine al controllo del predetto ente, attraverso la rimozione dell'allora direttore generale Sergio Arena, persona sgradita a Sculco". Al suo posto, una figura di vertice che potesse dare “un segnale di discontinuità” rispetto al passato come Antonello Graziano, persona che "avrebbe contribuito a nominare i dirigenti Masciari e Brisinda, legati a Sculco medesimo".

Fra gli indagati anche Domenico Pallaria, all'epoca dei fatti direttore generate del dipartimento Presidenza della Regione Calabria, e Orsola Reillo, all'epoca dei fatti direttore generale del dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria.

LA GESTIONE DEI RIFIUTI

Un capitolo dell'inchiesta riguarda la gestione dei rifiuti. Gianni e Raffaele Vrenna si sarebbero interfacciati con i vertici della Regione, dopo aver ottenuto gli appalti per la gestione degli impianti TMB, per assicurare alle società loro riconducibili un ruolo di monopolio nella gestione dei rifiuti solidi urbani. In particolare “sollecitando l'emanazione di leggi regionali, in ordine alle quali si accordavano per redigere essi stessi gli articolati”, per superare “I'impasse normativo legato al divieto di costruzione di nuovi impianti di discarica”. E approfittando della “situazione emergenziale legata alla mancata attuazione del piano regionale dei rifiuti del 2016 che prevedeva un ampio ricorso alla raccolta differenziata al fine di minimizzare la produzione di Rsu”, avrebbero dettato “direttive operative ai propri subordinati al fine di trattare i rifiuti in ingresso nei TMB in maniera fittizia, risparmiando sui costi di gestione, per poi convogliare la quasi totalità dei rifiuti presso le discariche di Celico e Crotone, nonostante non fossero autorizzate a ricevere rifiuti non trattati, cosi incamerando le tariffe di smaltimento in discarica”.

 

FONTE ANSA.IT

OPERAZIONE DEL ROS CONTRO LA 'NDRANGHETA, 43 ARRESTI. COINVOLTI ANCHE POLITICI

CONTESTATO IL REATO DI SCAMBIO ELETTORALE POLITICO-MAFIOSO

REDAZIONE ANSA 27 GIUGNO 2023

Ci sono anche alcuni esponenti politici calabresi tra gli indagati dell'operazione condotta stamattina dai carabinieri del Ros, su direttive della Dda di Catanzaro, per l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 43 persone.

Ad alcuni degli indagati, tra l'altro, viene contestato il reato di scambio elettorale politico-mafioso, Nell'ambito dell'inchiesta, inoltre, ad alcune delle persone coinvolte viene contestata una serie di truffe, con l'aggravante delle modalità mafiose.

Le persone coinvolte nell'operazione sono indagate, a vario titolo, per vari reati, che vanno dall'associazione per delinquere di tipo mafioso e dall'associazione finalizzata alle truffe all'estorsione ed all'illecita concorrenza.

Nell'ambito dell'inchiesta viene contestato anche un omicidio.

L'operazione è stata condotta con il supporto, nella fase esecutiva, dei carabinieri dei Comandi provinciali di Crotone, Cosenza, Catanzaro, Potenza, Parma, Brescia, Milano e Mantova e dello Squadrone Eliportato Calabria.

    Ventidue delle persone coinvolte sono indagate per associazione per delinquere di tipo mafioso, 9 per associazione per delinquere, 3 per associazione per delinquere finalizzata alle truffe ed altri per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, trasferimento fraudolento di valori, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, turbata libertà degli incanti, corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio e falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.


FONTE PRIMAPRESS AGENZIA DI STAMPA NAZIONALE

'NDRANGHETA: 43 MISURE CAUTELARI ESEGUITE DAI ROS PER DIVERSI REATI COMMESSI TRA BASILICATA, LOMBARDIA E EMILIA ROMAGNA

27 GIUGNO 2023

DI RED-ROM

CATANZARO - Quarantatre indagati a vario titolo in un'operazione antimafia dei Ros per misure emesse dal Tribunale di Catanzaro ed eseguite anche in Basilicata, Lombardia ed Emilia-Romagna. L'accusa è di associazione mafiosa e per delinquere, truffa aggravata, turbativa in commesse, estorsione, illecita concorrenza, omicidio, trasferimento fraudolento di valori e scambio elettorale politico mafioso sono solo alcune delle ipotesi di reato formulate dalla Dda.   

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