Nella seduta della Conferenza
Unificata del 30 luglio 25 le Regioni hanno espresso parere favorevole a
maggioranza al disegno di legge delega in materia di energia nucleare
cosiddetto “sostenibile” almeno nella comunicazione (scorie e costi restano un
punto interrogativo), sottolineando la necessità di un maggiore coinvolgimento
delle Regioni nella definizione degli atti normativi seguenti.
La Regione Basilicata è tra
le regioni favorevoli, ma ha forse dimenticato i suoi problemi con il deposito
di scorie che si ritrova sul suo territorio ciclicamente da oltre 45 anni e i
problemi gravi /ambientali attuali dell’Itrec nato negli anni 60?. Regioni più
attente e inserite tra i potenziali siti nella CNAI deposito nazionale di
scorie del Ministero dell’ambiente come Toscana e Sardegna hanno detto no
insieme alla regione Umbria.
https://www.regioni.it/comunicato-stampa/2025/07/30/regioni-ok-al-dl-nucleare-ma-garantire-maggiore-coinvolgimento-661996/
Il Governo sarà delegato a
varare uno o più decreti legislativi per disciplinare la sperimentazione, la
localizzazione, la costruzione e l’esercizio dei nuovi moduli, rivedere le
competenze istituzionali, promuovere ricerca e formazione e riorganizzare la
gestione degli impianti esistenti, dei rifiuti e del combustibile esaurito.
Il punto più critico che
riguarda la Basilicata oltre il deposito nazionale di scorie riportato in più
siti sulla CNAI in regione resta proprio la riorganizzazione e gestione degli
impianti esistenti, nel caso lucano proprio l ‘impianto Itrec di Trisaia. Un
sito oggetto di inchieste giudiziarie e problemi storici ambientali che
andrebbe bonificato e chiuso definitivamente (su cui la Giunta della regione
Basilicata resta silente e non convoca l'unico tavolo istituzionale della
trasparenza).
Per chi invece vuole
approfondire la questione delega nucleare la regione Umbria chiarisce i dubbi
con il suo voto contrario (leggete con attenzione)
https://www.regione.umbria.it/notizie/-/asset_publisher/54m7RxsCDsHr/content/la-regione-esprime-parere-negativo-sul-disegno-di-legge-sull-energia-nucleare-in-umbria-niente-scorie-ne-centrali-a-fissione-la-transizione-energetica?read_more=true
“È inaccettabile anche solo
pensare a una centrale nucleare o un deposito di scorie sul territorio umbro.
Il governo addirittura vorrebbe far decidere ai privati dove realizzarle,
esautorando completamente ogni comunità. Siamo pronti ad impugnare la legge
ricorrendo in via diretta al giudizio di legittimità della Corte Costituzionale
- dichiara l'assessore regionale all'ambiente e all'energia Thomas De Luca - il
governo può stare sereno: in Umbria la transizione energetica si farà con
idroelettrico, fotovoltaico ed eolico. Esautorazione dei territori che trova il
suo apice addirittura nella mancata previsione di compensazioni ambientale per
i territori interessati, fermo restando che la dignità non può essere
monetizzata".
Tra le prime motivazioni del
no della Regione Umbria al disegno di legge, il mancato recepimento di ogni
emendamento di ANCI e delle altre regioni, comprese quelle di centrodestra. Il
Ddl non prevede l'individuazione di criteri e modalità per il coinvolgimento
delle regioni nella scelta dei siti per gli impianti nucleari e per lo
smaltimento delle scorie. La bocciatura dell'emendamento che proponeva l'intesa
con le regioni e le province autonome è un segnale palese di voler esautorare i
territori da tali decisioni.
È stato respinto
l'emendamento volto a coniugare l'iniziativa privata con la pianificazione
energetica regionale. Questo costituisce un "gravissimo grado di
esautorazione dei territori anteponendo l'interesse privato a quello
pubblico", una fattispecie che "potrebbe costituire, de facto, una
violazione dell’art. 41 della Costituzione". È chiaro che, secondo
l'attuale formulazione del Ddl, le decisioni cruciali sulla localizzazione e
gestione degli impianti nucleari rischierebbero di essere affidate in gran
parte a interessi privati, a scapito della pianificazione pubblica e del
controllo territoriale.
Assenza di misure
compensative e valutazioni ambientali. Non è stata accolta la proposta di Anci
per definire misure compensative per i territori interessati. Inoltre, sono
state respinte le richieste per definire percorsi di Valutazione Ambientale
Strategica (VAS) e per l'implementazione di sistemi di monitoraggio ambientale.
Nessuna distinzione tra tipi
di nucleare e mancanza di dibattito pubblico. Il testo non distingue tra
fissione e fusione, ignorando le "considerevoli differenze in termini di
sicurezza e di impatto ambientale" e non considera minimamente neanche la
tecnologia dei sali fusi di torio. Questo rende ancora più inaccettabile la
prospettiva di un impianto a fissione. Inoltre, sono state respinte le proposte
volte a inserire il dibattito pubblico per il coinvolgimento degli enti
territoriali e dei portatori di interesse nella localizzazione degli impianti.
Se l’Umbria vuole essere
autosufficiente con le rinnovabili, e la Basilicata lo è da tempo, oltre agli
idrocarburi produce energia rinnovabile per tutto il resto del paese …ma questa
è un’altra storia.
NO SCORIE