Un uomo di 72 anni è morto per infezione da West Nile nell'ospedale di Caserta, dove era ricoverato.
Si tratta del quarto decesso
in Campania e dell'ottavo in Italia.
L'anziano, di Maddaloni, nel Casertano, aveva malattie pregresse e un quadro
clinico complesso. Sempre di Maddaloni anche un'altra delle quattro vittime
sinora registrate in questa regione.
Secondo i dati forniti nella giornata di ieri proprio dalla Regione Campania (settore Prevenzione collettiva e Sanità animale), uno dei casi campani è domiciliato in Basilicata ma dopo essere stato esposto probabilmente al contagio in provincia di Napoli.
A tal proposito ecco il comunicato della Regione Basilicata: “In merito alla recente segnalazione di un caso di infezione da West Nile Virus in Campania è opportuno rassicurare i cittadini lucani: non c’è motivo di allarmismo. La trasmissione non è virale da uomo a uomo, ma esclusivamente attraverso il vettore, ovvero la zanzara, e alcuni uccelli che fungono da serbatoio naturale del virus”. Lo ha dichiarato l’Ufficio Prevenzione Sanità Umana, Veterinaria e Sicurezza Alimentare della Direzione Generale per la Salute e le Politiche della Persona della Regione Basilicata, sottolineando che la Regione ha da tempo attivato un sistema di sorveglianza e prevenzione in linea con le direttive ministeriali.
“Il suddetto Ufficio – prosegue la nota – monitora con attenzione l’eventuale diffusione del virus sul territorio lucano. Attualmente è in corso un programma di sorveglianza entomologica, che prevede il posizionamento di 9 trappole per la cattura delle zanzare: 6 in provincia di Matera e 3 in provincia di Potenza. Le trappole sono collocate in aree umide e a bassa altitudine, generalmente al di sotto dei 600 metri, dove la zanzara può facilmente proliferare. Le zanzare catturate vengono analizzate dall’Istituto Zooprofilattico di Foggia per accertare l’eventuale presenza del virus. In caso di positività, vengono attivate le procedure previste dal Piano Nazionale di Sorveglianza, in coordinamento con le autorità sanitarie competenti”.
“Dal punto di vista veterinario, c’è un monitoraggio costante sugli animali maggiormente sensibili, in particolare i cavalli e gli uccelli migratori, fondamentale per l’individuazione precoce del virus. Un’ulteriore misura di prevenzione riguarda i Centri trasfusionali, che già effettuano controlli accurati sui donatori di sangue, in conformità alle disposizioni di sicurezza sanitaria. Sul fronte territoriale, i Comuni, con il supporto tecnico delle Aziende Sanitarie Locali, sono impegnati in campagne di disinfestazione delle aree pubbliche, secondo le linee guida ministeriali per il contenimento dei vettori. È un’azione determinante per ridurre la densità delle zanzare adulte e prevenire così la trasmissione del virus”.
“Attualmente non esistono terapie specifiche contro l’infezione da West Nile Virus. Le cure sono di tipo sintomatico e mirano a controllare febbre, dolori muscolari e, nei casi più gravi, eventuali complicanze neurologiche”.
“La Regione Basilicata continuerà a vigilare con la massima attenzione e ad agire con tempestività, grazie al lavoro sinergico tra Ufficio Prevenzione, Servizi Veterinari, Aziende Sanitarie e Comuni in raccordo con le disposizioni del Ministero della Salute. La prevenzione – a partire da quella domestica, con le zanzariere, e personale, con semplici ma fondamentali accortezze come l’utilizzo di repellenti cutanei registrati come presidi medico chirurgici (PMC) – resta lo strumento più efficace”.
Il consigliere regionale Piero Marrese, intanto, ha presentato un’interrogazione al Presidente della Giunta Regionale Vito Bardi per chiedere “un incremento immediato delle risorse economiche da destinare ai Comuni lucani per le attività di disinfestazione finalizzate alla prevenzione della diffusione del virus West Nile. Il rischio sanitario legato alla trasmissione del virus West Nile – ha spiegato– impone una risposta tempestiva, strutturata e concreta. Oggi sono i Comuni a sostenere, con risorse spesso limitate, il peso delle attività di disinfestazione. È necessario che la Regione Basilicata intervenga con urgenza, rafforzando il supporto economico e operativo agli enti locali».
Nell’interrogazione, Marrese ha sottolinea come il rischio sia amplificato dalle particolari condizioni climatiche della Basilicata e da un dato storico non trascurabile: «Il Metapontino è stato per lungo tempo una zona malarica. Questo dimostra che il nostro territorio ha una fragilità ambientale che non può essere sottovalutata».
Il consigliere evidenzia anche l'importanza di una pianificazione regionale condivisa, attraverso l’attivazione di una cabina di regia tecnico-operativa, l’elaborazione di linee guida per i Comuni e campagne informative rivolte alla cittadinanza.
«Non possiamo permetterci di affrontare emergenze sanitarie senza una strategia preventiva. Occorre agire ora, non solo per proteggere la salute pubblica, ma anche per dare ai nostri sindaci gli strumenti necessari per tutelare le loro comunità», ha concluso Marrese.

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