MOZIONE CONCLUSIVA UNITARIA DOPO L’ASSEMBLEA DI SABATO SCORSO: “RISOLVERE I PROBLEMI DI ECCESSIVA BUROCRATIZZAZIONE, LUNGHE LISTE D’ATTESA, MANCATA MESSA A REGIME DEL SERVIZIO DI EMERGENZA-URGENZA 118, CARENZA DEI MEDICI. IN QUESTO “QUADRO” È GRAVE CHE IL PRESIDENTE DELLA REGIONE, VITO BARDI, ABBIA DETTO SI ALL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA”. MA COSA ALTRO RIVENDICANO I MEDICI DEL TERRITORIO? E QUALI SIGLE SINDACALI HANNO CONDIVISO IL DOCUMENTO? DI SEGUITO LE RISPOSTE CONTENUTE NELLA MOZIONE INTEGRALE
FOTO TGR BASILICATA |
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MOZIONE CONCLUSIVA ASSEMBLEA UNITARIA MEDICI DEL TERRITORIO
L’assemblea unitaria dei medici convenzionati del territorio, riunita il 4 marzo 2023 a Potenza c/o la sala “Medici Illustri” dell’OMCeO di Potenza, condivide il manifesto-denuncia sul disagio dei medici di fronte alle problematiche che affliggono il cittadino nell’approccio, in caso di bisogno, al sistema sanitario regionale. L’eccessiva burocratizzazione con compiti spesso anacronistici (vedi certificato per il rientro a scuola) o a volte non previsti dagli accordi nazionali e regionali; la non uniformità dei nomenclatori delle prestazioni specialistiche in carico alle strutture erogatrici che causano notevoli disagi ai cittadini costretti a ritornare dal proprio medico per rifare le prescrizioni; le liste d’attesa che nonostante importanti risorse nazionali destinate per il loro abbattimento continuano di fatto a negare ai cittadini il rispetto del loro diritto alla salute; la mancata messa a regime del servizio di Emergenza-Urgenza 118 unita alla carenza dei medici fanno sì che diverse comunità (specie le più piccole e specie quelle delle aree interne) rimangono prive del proprio medico di famiglia e/o del medico di continuità assistenziale senza la garanzia della copertura assistenziale medica del 118: sono solo alcuni dei punti discussi e denunciati conseguenza dell’inerzia della politica regionale che dura da almeno 10 anni.
L’assemblea unitaria chiede quindi alle associazioni di difesa dei diritti dei cittadini, alle associazioni dei malati cronici, ai sindaci delle nostre comunità di prendere atto del disagio dei medici che sempre più pochi, sfiduciati e delusi da una politica indifferente, non vengono più messi in condizione di garantire una sanità di prossimità efficiente oltre che efficace.
Il mancato rinnovo degli accordi integrativi regionali (per la medicina generale, la pediatria di libera scelta, la specialistica ambulatoriale, fermi al 2007/2008), ha di fatto reso la medicina convenzionata lucana meno attrattiva, per cui abbiamo perso in questi anni risorse umane che hanno scelto di andare verso lidi extraregionali più gratificanti sia in termini professionali che economici. La scarsa attenzione della politica di questi anni inoltre, in assenza di un cambio di passo a 360°, rischia di non mettere la medicina convenzionata in grado di affrontare le sfide future delineate dai programmi del PNRR.
L’assemblea unitaria dei medici convenzionati del territorio auspica quindi che i timidi segnali di apertura da parte dell’Assessorato alla Sanità, dopo l’incontro della scorsa settimana con le organizzazioni sindacali della medicina generale, si trasformino in fatti concreti.
Intese sulla deburocratizzazione, sulla messa a regime del Servizio di Emergenza-Urgenza 118, sulla costituzione delle AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali) e delle UCCP (Unità Complesse di Cure Primarie) non possono essere più rinviate sine die. Pertanto l’Assemblea Unitaria mantiene lo stato di agitazione della categoria dei medici convenzionati del territorio, apre una linea di credito verso la Regione che non può essere a tempo indeterminato, si autoconvoca fra 30 giorni per decidere su ulteriori azioni di protesta che dovessero essere necessarie in caso di un eventuale ennesimo nulla di fatto nell’interlocuzione con la Regione Basilicata.
Infine la medicina convenzionata non può e non vuole tirarsi fuori dal dibattito sull’Autonomia Differenziata. La notizia della presa di posizione favorevole da parte del Presidente Bardi in Conferenza Stato-Regioni ci sembra un fatto grave che meriterebbe una approfondita discussione in sede politica. Anni di errata programmazione, anni di scarsa attenzione sul grido di allarme sulla carenza di medici e personale sanitario, il rinvio sine die del riordino del sistema ospedaliero e dei servizi territoriali hanno di fatto alimentato da un laro il fenomeno dell’emigrazione sanitaria e dall’altro il ricorso al privato; peccato che non tutti se lo possono permettere e quindi in questo modo si nega il rispetto dell’art. 32 della nostra Costituzione per una larga fascia della nostra popolazione. L’autonomia differenziata per la medicina convenzionata, in assenza di investimenti per ridurre il gap con le regioni del Nord, sarà quindi la pietra tombale del nostro servizio sanitario nazionale.
Federazione CISL Medici
FIMMG, Federazione Italiana Medici di Famiglia
FIMP, Federazione Italiana Medici Pediatri
FP CGIL Medici, Confederazione Generale Italiana del Lavoro
SIMET, Sindacato Italiano Medici del Territorio
SMI Sindacato Medici Italiani
SNAMI Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani
SUMAI Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana
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