FILIPPO GUIDA: “È REGOLARE
TOGLIERE I CIOTTOLI? È REGOLARE LIVELLARE LA SPIAGGIA MODIFICANDO UNA
BIODIVERSITÀ CHE ABBIAMO PROTETTO DA PIÙ DI VENT'ANNI?”
SERVIZIO FOTOGRAFICO FILIPPO GUIDA |
NOVA SIRI – ALLARME DUNA COSTIERA. L’HA LANCIATO FILIPPO GUIDA, DEI VERDI, PRIMA CON UN POST, CORREDATO DA FOTO, SU FACEBOOK, E POI CON UN ARTICOLATO INTERVENTO INVIATOCI VIA WHATSAPP.
ECCO IL POST: “LA DUNA NON SI DOVREBBE TOCCARE - È REGOLARE TOGLIERE I CIOTTOLI ? È REGOLARE LIVELLARE LA SPIAGGIA MODIFICANDO UNA BIODIVERSITÀ CHE ABBIAMO PROTETTO DA PIÙ DI VENT'ANNI?”.
E QUESTO E’ L’INTERVENTO CHE PUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE
Ogni anno la stessa storia, si continua imperterriti senza che nessuno verifichi a modificare con mezzi meccanici lo stato dei luoghi e la nostra bella costa.
Niente di personale con gli imprenditori, ma ci sembra sia arrivato il momento di preservare questa risorsa, questo bene comune, che seppure in concessione ai privati, la natura ci ha regalato nel corso degli anni.
A Nova Siri, ma un po' ovunque nel nostro litorale, sembra di essere fuori dal mondo, incuranti che l’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e la Direttiva Habitat destinano almeno il 30% ad Area Marina Protetta.
Eppure la storia dovrebbe insegnarci, circa vent’anni fa i Verdi di Nova Siri precorsero i tempi, ebbero un’intuizione, realizzarono sul nostro litorale l’unico rimedio efficace, oltre che naturale ed economico, contro l’erosione costiera: stiamo parlando delle “dune naturali di sabbia”, solide barriere di protezione dalle mareggiate, che purtroppo altrove sono state nel tempo abbattute per fare spazio a stabilimenti balneari, porti e altre attività sulla spiaggia (vedi Metaponto, Pisticci, Scanzano Jonico e Policoro).
Dopo vent’anni, in cui si è lasciato semplicemente che il sistema dunale si ripristinasse naturalmente, proteggendolo dal calpestio estivo e costruendo percorsi alternativi per consentire ai clienti di raggiungere gli ombrelloni, la sommità della duna è arrivata ad una quota tale da formare uno scudo naturale di fronte al quale il mare non trova varchi in cui scivolare, facendo in modo che davanti agli stabilimenti balneari da anni ormai l’acqua non arriva nemmeno a metà spiaggia.
Questo accade perché, rispetto a un muraglione di sabbia, la duna è un habitat composito in cui la flora esercita efficacemente una funzione edificatrice e consolidatrice. Mentre le dune artificiali invernali, innalzate nel giro di un giorno dalle ruspe, vengono facilmente indebolite dal vento e dalle onde del mare, le dune naturali costiere tendono a rinforzarsi in modo perenne. Questo perché proprio grazie al vento e al lavoro di “ingegneria” delle piante, la sabbia viene intrappolata e restituita alla spiaggia antistante, fornendo così un serbatoio naturale che diventa molto utile in caso di erosione.
Nell’ambiente dunale, quando l’onda scatena tutta la sua forza sulla battigia, incontra una salita e non un muro da abbattere, dunque l’acqua si stanca, si ritira e lascia altra sabbia e ciottoli che vanno ad accumularsi sulla duna. In caso di eventi atmosferici davvero estremi è possibile che la duna venga coperta, ma fa comunque il suo lavoro: quello di proteggere la costa dal mare e dall’erosione.
In tanti oggi come allora sorridono, si lamentano, adducendo come pretesto che si trattava di un inutile spreco di risorse, i più parlano della difficile convivenza fra imprese turistiche e dune costiere, trascurando che è possibile, anzi necessario, dopo le violente burrasche che si sono abbattute lungo tutti i litorali italiani nel corso degli anni, provocando danni per oltre 100 milioni di euro solo agli stabilimenti balneari, porre rimedio duraturo.
È sempre più evidente come le scogliere frangiflutti e i ripascimenti siano opere insufficienti per proteggersi dall’innalzamento del livello del mare.
Le dune naturali costiere, invece, sono barriere compatte in grado di mitigare gli effetti delle mareggiate.
Una soluzione che non è applicabile a tutti i litorali, soprattutto quelli più urbanizzati o con spiagge particolarmente corte, ma che si può mettere in pratica con successo in gran parte delle coste italiane.
Favorire il ripristino di questi preziosi ecosistemi naturali, può scongiurare il rischio di sommersioni, non serve inventare nulla di nuovo, la natura ha meccanismi perfetti di autoconservazione dell’ambiente, come fanno appunto le dune per la costa.
Meccanismi che una diga artificiale non può replicare con la stessa efficacia, la compattezza delle dune naturali costiere è determinata dall’accumularsi della sabbia negli anni, granello dopo granello, e dalla vegetazione autoctona che vi cresce sopra spontaneamente, rafforzando la solidità delle dune.
Con lo sviluppo delle imprese balneari e della pulizia meccanica della spiaggia, le dune naturali sono purtroppo scomparse in gran parte del litorale Jonico, mentre oggi i pochi tratti superstiti sono un habitat protetto a livello europeo.
Tra le tante specie che colonizzano le nostre dune, particolato rilievo assume il “Giglio delle Sabbie” (pancratium maritimum) che con la sua freschezza, candore e profumo costituisce un elemento di rara bellezza che è ancora possibile osservare sulla nostra costa. È una pianta che colonizza le nostre dune, in posizione fronteggiante il mare e consolida, con il suo profondo e filiforme apparato radicale, la sabbia sottraendola all’erosione del vento. Per questo motivo più di vent’anni fa nel lontano 2001, l’arenile di Marina di Nova Siri fu individuato e prescelto per un esperimento di colonizzazione, per due ordini di motivi, la prima perché il Giglio delle Sabbie non era presente, la seconda perché in questo tratto la costa lucana, a differenza delle altre, è in avanzamento con un arenile di oltre 200 metri di profondità. Nel maggio 2002, le aspettative divennero realtà. Sull’area rispuntarono ventuno pancrazi marittimi originati dai ventuno bulbi messi a dimora nel marzo 2001. Il giglio delle sabbie inizia così la colonizzazione dell’arenile di Nova Siri che viene impreziosito da una nuova specie vegetale di grande pregio naturalistico e paesaggistico che schiude i suoi fiori bianchi e profumati mostrandosi, in piena estate, in tutta la sua regale bellezza, come lo possiamo ammirare oggi.
Per tutte queste ragioni il sistema dunale è una risorsa vitale per il nostro territorio, su cui varrebbe la pena investire, chissà che queste considerazioni, non servano a far riflettere chi si prepara ad andare ad amministrare.
E’ regolare come sta avvenendo in questi giorni, livellare la spiaggia togliendo i ciottoli modificando l’orografia naturale della costa?
E’ regolare intervenire su un ecosistema come quello della nostra costa che ormai difendiamo da vent’anni?
FILIPPO GUIDA
Complimenti per la passione l’impegno e l’amore dell’autore dell’articolo per la difesa del proprio territorio anche mettendoci la faccia .
RispondiEliminaAvanti !!!
Gian Paolo Farina