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lunedì 24 marzo 2025

NOVA SIRI. L’EX SINDACO EUGENIO STIGLIANO CONDANNATO A 8 MESI. L’ACCUSA: ATTI PERSECUTORI VERSO UN EX DIRIGENTE. LA REPLICA DELL’EX PRIMO CITTADINO

 

NOVA SIRI – L’ex sindaco della città jonica, Eugenio Stigliano, è stato condannato dal tribunale di Matera ad otto mesi di reclusione. Condannato, invece, a 4 mesi, Giuseppe Di Candia, all’epoca dei fatti responsabile dell’Ufficio tecnico dell’Ente. L’accusa: atti persecutori nei confronti di un ex dirigente dell’ente, Giuseppe Cosentino. Assolto l’ex segretario comunale Giuseppe Pandolfi.

Disposta, altresì, la sospensione della pena e un risarcimento di 20mila euro a favore di Cosentino e di 10mila alla Cgil, parte civile nel processo.  

La decisione al termine del processo di primo grado svoltosi al Tribunale di Matera, giudice Rosa Bia.

I fatti da cui origina l’accusa, risalgono al marzo del 2015, quando l’ex sindaco, all’esito di un procedimento di snellimento amministrativo, decise di sopprimere il primo dei quattro settori di cui si articolava la macchina dirigenziale, quello amministrativo e per le attività produttive, di cui era capo Cosentino.

Quindi, il dirigente fu demansionato a capo servizio e trasferito dalla sede del municipio, nel centro storico, a comando della Polizia locale in marina, con incarico anche di responsabile dello Sportello unico attività produttive. Un provvedimento adottato solo con lui, perché tutti gli altri dipendenti del settore soppresso, vennero ricollocati sempre nella Casa comunale.
Da qui, secondo la ricostruzione accusatoria, originarono una serie di atti persecutori, durati sono al 2020, tali da causare a Cosentino un grave e certificato stato d'ansia, considerato che anche lo stesso trasferimento fu ritenuto illegittimo ed irregolare, perché Cosentino era anche un Rappresentante sindacale unitario della Cgil nel Comune. Cgil che si è costituita parte civile dopo aver perso tutti i 12 iscritti nell’ente.

«Farò sicuramente appello – ha dichiarato Stigliano. Ho estrema fiducia nella magistratura e nell’operato dei giudici».

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