TANTI CE NE SONO VOLUTI
PER UNA PAZIENTE DA METTERE IN ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA (ADI)
DOPO LA DIMISSIONE OSPEDALIERA PER UN INTERVENTO CHIRURGICO PER
NEOPLASIA. PER 7 GIORNI, PRATICAMENTE, L'ASSISTITA E' STATA ACCUDITA
SOLO DALLA FAMIGLIA. UNA NUOVA DISPOSIZONE, INFATTI, OBBLIGA,
GIUSTAMENTE, L'ESECUZIONE DEL TAMPONE PER IL CORONAVIRUS A TUTTI
COLORO DA ASSISTERE IN ADI. MA NON SI POSSONO ASPETTARE 8 LUNGHI
GIORNI. IL DG DELLA ASM, ANNESE: “ORA, PERO', LA SITUAZIONE
MIGLIORERA'”
POLICORO – Non è
possibile aspettare 8 lunghi giorni per avere esecuzione e risultato
del tampone per il Coronavirus. Passi per chi è un quarantena dopo
essere rientrato da fuori regione ma non è possibile che ad
attendere per tanto tempo nella sanità di Basilicata sia una
paziente dimessa da un importante ospedale dopo un intervento per una
neoplasia. Paziente da inserire negli elenchi di quelli in Assistenza
domiciliare integrata (Adi) per gli aspetti medici, infermieristici,
riabilitativi e di logopedia. Una disposizione di alcuni giorni fa
del direttore generale della Asm, Gaetano Annese, infatti, prevede
che tutti i pazienti da curare in Adi siano sottoposti a tampone
preventivo per il Covid-19. Una decisione, se vogliamo, giusta, tesa
a salvaguardare i pazienti stessi e tutti gli operatori che
quotidianamente seguono una decina di questi assistiti fragili ed i
loro medici di medicina generale. Ma si può aspettare dal 13 maggio,
giorno della richiesta del prelievo, sino al successivo giorno 19 per
la sua esecuzione ed avere ieri sera il risultato, per fortuna
negativo? Praticamente l'Assistenza domiciliare è partita oggi, 8
giorni dopo la dimissione ospedaliera. No. Non è possibile. Il
paziente, infatti, sino all'esito del test, che potrebbe dare un
risultato anche positivo, non può essere visitato dal suo medico, né
può avere le cure degli infermieri, né quelle dei terapisti della
riabilitazione. Per quanto attiene al logopedista, poi, nessun
problema dato che questo servizio a domicilio nella nostra Azienda
sanitaria non esiste. Insomma per otto lunghi giorni un paziente
critico dimesso da un ospedale con necessità di controlli clinici
ravvicinati, medicazioni alla ferita chirurgica, di terapie
iniettive, di riabilitazione, è stato completamente abbandonato a se
stesso ed alla famiglia. NON È POSSIBILE. NON È GIUSTO, NON È
UMANO. NON È LECITO. Alla disposizione di esame obbligatorio per i
pazienti da inserire in Adi ne occorre un'altra che assicuri a questi
assistiti poche ore dalla richiesta del loro medico di medicina
generale al risultato. Come accade da ieri nell'area osservazionale
dell'ospedale Giovanni Paolo II. OCCORRE UNA CORSIA PREFERENZIALE PER
I TAMPONI AI PAZIENTI ADI. Ma perchè tanti ritardi nel prelievo e
nell'ottenere il risultato? Abbiamo indagato ed abbiamo scoperto che
si tratta, a volte, di mancanza di reagenti, per cui l'attività
rallenta. Risulta che i frigoriferi dei laboratori della Asm siano
pieni di tamponi da esaminare. E nella zona del Metapontino, da San
Giorgio lucano a Pisticci ed oltre, il massimo di prelievi possibili
al giorno è di cento. Da qui i ritardi. Ma ecco sulla situazione lo
stesso Annese: “Sta aumentando il numero di campioni che esaminiamo
al giorno. Sono arrivate nuove apparecchiature già collaudate.
Mancava una certificazione che è arrivata. Siamo passati, perciò,
da 250 a 350. I ritardi che si sono verificati nei giorni scorsi
dovrebbero essere superati”.
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