Visualizzazioni totali

martedì 28 luglio 2020

POLICORO. LUCIA POMPIGNA: “LA TRISTE CONDIZIONE DELLE VITTIME DEI CAPORALI”

LUCIA POMPIGNA NEL CORSO DELLA CONFERENZA STAMPA DI POLICORO
IL LAVORO È UN DIRITTO NON UN FAVORE CHE TI FA IL CAPORALATO. PER QUESTO NOI ABBIAMO LAVORATO INSIEME ALL'ASSOCIAZIONE NO CAP PER SOTTRARCI ALLA PRATICA UMILIANTE DI DOVER CHIEDERE UNA OCCUPAZIONE”. LO HA DETTO LUCIA POMPIGNA, LA RAPPRESENTANTE DELLE 50 DONNE BRACCIANTI SOTTRATTE ALLA INTERMEDIAZIONE ILLECITA DELLA MONODOPERA ED ASSUNTE CON REGOLARE CONTRATTO DALL'AZIENDA ABA BIO MEDITERRANEA NEL CORSO DELLA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO “DONNE BRACCIANTI CONTRO IL CAPORALATO”.  

POLICORO - “Il lavoro è un diritto non un favore che ti fa il caporale. Non bisogna più chiedere per favore una occupazione. Loro fanno la scelta chi deve lavorare e chi no. Decidono tutto, tu non conti niente. Non parli con l'azienda, non sai qual'è la tua paga né gli orari che devi fare. Decidono i caporali, giorno per giorno e tu sei solo uno strumento nelle loro mani”. Così Lucia Pompigna ha spiegato la triste condizione delle donne braccianti vittime dei caporali. Una condizione da cui lei ed altre 50 sue colleghe si sono sottratte con il progetto “Donne braccianti contro il caporalato” presentato stamane nel magazzino di lavorazione dell'Associazione di produttori Alba Bio Mediterranea. “Ora – ha continuato la nostra interlocutrice - io so che lavoro con Alba Bio, una azienda che rispetta i contratti come io rispetto i miei orari di lavoro. Nel nostro progetto, altresì, abbiamo messo insieme non solo noi e l'impresa ma anche il partner commerciale. Il valore aggiunto del nostro lavoro deve rimanere nel nostro territorio. Si tratta di una ricchiezza da distribuire localmente”. Ed ancora: “L'associazione No Cap ha già stipulato altri pogetti simili nel Foggiano, nello stesso Metapontino ed in Sicilia. Si è trattato dell'inserimento prevalentemente di ragazzi immigrati. Io conosco da tempo il presidente, Ivan Sagnet, e con lui abbiamo affrontato un problema, quello del caporalato, che riguarda non solo gli immigrati ma anche noi italiani e italiane. Così, abbiamo trobato Alba Bio di Ginosa che rispetta il nostro contratto. E' per noi una grande conquista anche se doveva trattarsi di un fatto acquisito. Ma proprio questo – ha concluso Lucia – è l'anomalia”.

Nessun commento:

Posta un commento