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martedì 4 giugno 2024

IL LENTO PRONTO SOCCORSO DELL’OSPEDALE DI POLICORO. AD UNA PAZIENTE, DOPO 9 ORE DI ATTESA, È STATA DIAGNOSTICATA UNA MASSA PELVICA CON UNO STATO INFIAMMATORIO ED ANEMICO COSÌ IMPORTANTI DA CONSIGLIARE IL RICOVERO IMMEDIATO. MA L’ASSISTITA HA SCELTO DI RICOVERARSI ALTROVE

ED OGGI, ECCO UNA NOTA VIA WHATSAPP: “HO ASPETTATO DALLE 9 ALLE 16.30 CON TOSSE, FEBBRE, DOLORI ALLA SPALLA, DIFFICOLTA’ A RESPIRARE, SENZA ESSERE VISITATA. ALLA FINE SONO ANDATA VIA”. CHE FARE? LA RISPOSTA È NELLA SEGUENTE NOSTRA NOTIZIA ESCLUSIVA

RIPRODUZIONE RISERVATA © COPYRIGHT FILIPPO MELE




POLICORO, PRONTO SOCCORSO DELL’OSPEDALE GIOVANNI PAOLO II°, UNO DEI NOSTRI GIORNI. Una paziente con dolori addominali, febbre, debolezza estrema, arriva al Pronto soccorso, accompagnata, attorno alle ore 10. Sino alle 19 non viene stata visitata. Poi, esami, rx, ecografia. La signora ha uno stato infiammatorio ed anemico grave in atto con una massa utero-ovarica di oltre 13 cm. Il medico consiglia il ricovero immediato ma la paziente firma recandosi il giorno successivo a Matera. Ma poteva andare anche fuori regione. All’assistita è stata diagnosticata una patologia neoplastica dopo l’asportazione della massa pelvica.

Ed oggi eccovi una nota, firmata, inoltratami via Whatsapp: “Salve dott. Mele, verso le 9 di stamattina mi sono recata all'ospedale di Policoro, al Pronto soccorso, perché durante la nottata la tosse è stata persistente e ho avuto febbre alta. Non riuscivo a respirare correttamente e ho iniziato a sentire dolore alla spalla, al dorso precisamente. Appena arrivata ho dovuto attendere una mezz'oretta per i documenti e un'ora e mezza per essere chiamata in triage. Mi sono stati effettuati gli esami di routine, ovvero saturazione e pressione sanguigna. Dopodiché ho atteso fino alle 16 e 30 senza che arrivasse il mio turno. Ho più volte richiamato l'attenzione perché, non avendo preso medicine, la situazione peggiorava. Non sono stata ascoltata e sono arrivati al punto di dirmi che se non avessi avuto il tempo di aspettare potevo anche recarmi altrove. Ho passato 7 ore e mezza senza esito. Alla fine sono andata via senza essere visitata”.

Situazioni che la dicono lunga su quanto accade al Pronto soccorso dell’ospedale Giovanni Paolo II tra la disperazione non solo dei pazienti, provenienti da tutto l’alto Jonio cosentino, dall’interno della Basilicata e da tutto il Metapontino, ma anche del personale.

Realtà che si ripetono ogni giorno.

E questo succede adesso. Cosa accadrà quando i turisti arriveranno sulla costa? Quanto lunga sarà l’attesa al pronto soccorso dell’ospedale di Policoro? Che fare? La mia risposta.

Già adesso ci vorrebbero tre medici a turno, non uno soltanto, con l’adeguamento, ovvio, di infermieri ed operatori socio sanitari. D’estate ce ne vorranno sei, con ulteriore incremento del personale paramedico. Altrimenti il sistema, già in difficoltà, andrà in tilt. E l’errore, anche di triage se non più grave, come nel caso citato della paziente neoplastica, è sempre dietro l’angolo.

E dispiace che il Giovanni Paolo II° di Policoro non possa recuperare la fiducia da parte dell’utenza. Anzi, al contrario, in questo modo, la sta perdendo ancora di più. Di chi le responsabilità?

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