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mercoledì 5 giugno 2024

PECULATO NELLA GESTIONE DI UN’AGENZIA ONORANZE FUNEBRI DI POTENZA. TRE ARRESTI E SEQUESTRO PREVENTIVO DI 79.542.27 EURO

INDAGINE COORDINATA DALLA DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA E CONDOTTA DALLA POLIZIA DI STATO. DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE, CON I NOMI DELLE PERSONE E DELLE ATTIVITÀ COINVOLTE


FONTE PROCURA DISTRETTUALE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI POTENZA

DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA

La Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica, nella mattinata odierna, ha delegato la Polizia di Stato ad eseguire tre misure cautelari personali (due di custodia cautelare in carcere e una degli arresti domiciliari) nonché il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta della somma complessiva di 79.542.27 euro nei confronti di QUARATINO Giovanni (già condannato in data 24.07.2023 dal Tribunale di Potenza alla pena di 8 anni di reclusione – nell’ambito del procedimento penale nr. 1982/2 RGNR DDA, mod. 21 – poiché ritenuto colpevole del delitto di associazione mafiosa di cui all’art. 416 bis, commi 1,2,3,4 e 5 bis c.p in qualità di partecipe all’associazione a delinquere di stampo mafioso denominata clan “Martorano – Stefanutti”), di sua figlia QUARATINO Marilena e dell’avv. MOLINARI Gianluca – del Foro di Potenza – gravemente indiziati, a vario titolo, del delitto di peculato ex art. 314 c.p. in relazione alla gestione dell’Agenzia di onoranze funebri “Padre Pio Società Cooperativa” di Potenza già sottoposta a sequestro in quanto già ritenuta nella disponibilità di fatto della famiglia Quaratino.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di questa Procura della Repubblica , sono state svolte da personale della Squadra Mobile della Questura di Potenza e della SISCO della PdS di Potenza e sono state avviate nel 2021 a seguito dell’esecuzione dei provvedimenti di custodia cautelare emessi dal Gip del Tribunale di Potenza nell’ambito del procedimento penale n. 1719/2017 RGNR, mod. 21 DDA, per 416 bis cp ed altro, relativo al cd clan “Martorano – Stefanutti” di Potenza, nel cui ambito molti componenti del citato sodalizio sono stati già condannati in primo e secondo grado per il delitto di associazione mafiosa .
Tali investigazioni, in particolare, hanno consentito di acquisire gravi elementi indiziari in ordine alla perdurante gestione “di fatto” dell’Agenzia di onoranze funebri “Padre Pio Società Cooperativa da parte dell’indagato QUARATINO Giovanni e suoi familiari anziché da parte dell’amministratore giudiziario – essendo l’impresa già stata sottoposta a sequestro preventivo dal lontano 2009, dapprima in sede penale ex art. 12 sexies D.L. 306/92 e dal 2019, sottoposta a confisca, nell’ambito di un procedimento di prevenzione ex legge 575/65. A tale illecita gestione da parte della famiglia Quaratino, anziché da parte dell’amministratore giudiziario, seguiva, secondo l’impostazione accusatoria ritenuta fondata dal Giudice, una indebita acquisizione dei profitti da parte della famiglia Quaratino stessa, anziché da parte dell’amministrazione giudiziaria.
Dalle indagini – e ferma restando la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva di condanna — emergeva a livello di gravità indiziaria che le condotte delittuose si erano sviluppate per lungo tempo grazie

al fattivo, determinante e consapevole concorso della figlia di QUARATINO Giovanni, Marilena e
dell’avv.to MOLINARI Gianluca del foro di Potenza, nella sua qualità di Amministratore giudiziario a suo tempo nominato dal Tribunale di Potenza.
Il sequestro preventivo con affidamento in Amministrazione giudiziaria, si era reso a suo tempo necessario proprio al fine di sottrarre l’Agenzia di onoranze funebri “Padre Pio Società Cooperativa” alla gestione “di fatto” dell’indagato QUARATINO Giovanni e dei suoi familiari che invece come emerso a livello indiziario dalle investigazioni in corso ( i cui esiti andranno verificati in sede dibattimentale) non solo,
avrebbero continuato a gestire al predetta Agenzia in condizioni di “schermatura” rispetto a possibili accertamenti e accessi da parte degli Enti e apparati dello Stato deputati ai controlli amministrativi e di natura fiscale-tributaria ma, approfittando della condizione di dipendenti della stessa nonché della connessa mansione di necrofori (rivestendo pertanto al qualifica di Incaricati di Pubblico Servizio) ricevevano e incassavano (secondo l’ipotesi accusatoria confermata del Giudice, con il consapevole contributo dell’ Amministratore giudiziario – avv. MOLINARI Gianluca ) consistenti importi di denaro versati da parenti, amici di defunti e committenti di servizi funebri, con al conseguente sottrazione di ingenti somme di denaro contante destinato alla predetta società e quindi alla stessa Amministrazione giudiziaria, risultando così indiziati dei delitti di peculato ex art. 314 c.p.
Non solo.
Dalle indagini emergeva pure che il QUARATINO Giovanni attraverso tale gestione ha avuto al possibilità di stipulare contratti con fornitori e clienti, di disporre in modo diretto dell’utilizzo dei necrofori, dei veicoli speciali e di un connesso servizio di ambulanze finalizzato al trasporto dei malati.
Le indagini condotte dalla DDA di Potenza e dalla Polizia di Stato consentivano di documentare a livello indiziario – con riferimento ale annualità 2019, 2020, 2021 e 2022 (fino al mese di ottobre) – centinaia di episodi di appropriazione di somme di denaro per decine di migliaia di euro complessivamente versate da parenti di defunti committenti dei servizi funebri con l’Agenzia di onoranze funebri “Padre Pio Società Cooperativa” ovvero da Enti pubblici, associazioni sindacali, ordini di categoria, Polizia Municipale, titolari e gestori di agenzie di onoranze funebri sedenti in altri territori per servizi evidentemente resi anche a quest’ultimi, a conferma dell’assenza di alcuna reale discontinuità gestionale fra il periodo in cui l’Agenzia di onoranze funebri “Padre Pio Società Cooperativa” era nella legittima disponibilità della famiglia Quaratino e quello in cui era stata disposta l’amministrazione giudiziaria dei beni prima sequestrati e poi confiscati, circostanze quest’ultime che erano alla base del provvedimento di sequestro patrimoniale e dell’intervento ablativo dello Stato, ai sensi della legislazione antimafia adottato dal Tribunale di Potenza con riguardo proprio ad “una serie di beni, anche organizzati in aziende commerciali, veicoli e motocicli di valore, tutti riconducibili ni virtù di formali titoli giuridici o di semplice assoggettamento di fatto, ala disponibilità, gestione e utilizzo dell’indagato QUARATINO Giovanni”.?
Tali contestate condotte delittuose – si ripete, allo stato dimostrate solo a livello di gravità indiziaria, rimanendo ferma, quindi, al presunzione d’innocenza – avrebbero poi consentito al QUARATINO Giovanni e a sua figlia QUARATINO Marilena di appropriarsi illegittimamente di consistenti somme di denaro, effettuando, con tali somme, successive operazioni speculative con investimenti, intermediazioni e compravendite di pietre preziose, anelli e orologi Rolex, di una serie di autovetture d’epoca, di lusso e di
grossa cilindrata, segnatamente FERRARI, LOTUS, AUDI, JAGUAR, PORSCHE, MERCEDES e OLDS MOBILE, con intestazioni fittizie avvenute con il concorso fattivo e determinante di altri indagati, fra cui l’amministratore di fatto della società “Auto Yaching Mango Srl” di Padula (SA).

Nel corso delle indagini emergevano anche, a livello indiziario, condotte di inquinamento probatorio oltre che di sottrazione dei beni e veicoli dell’Agenzia di onoranze funebri “Padre Pio Società Cooperativa” (che è stata poi sottoposta a confisca definitiva ex legge 575/65 a seguito della recente pronunciata della Corte di Appello presso li Tribunale di Potenza che in data 02.02.2023 ha rigettato la richiesta di revoca della confisca della società “Padre Pio soc. coop, che dal 07.07.2023 risulta essere rappresentata da un nuovo Amministratore giudiziario, nominato con atto emesso in data 09.06.2023 e iscritto li 24.07.2023 dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e della destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata – ANBSC).
Si precisa, ancora una volta, che attualmente il procedimento è nella fase delle indagini preliminari e, pertanto, vige il già richiamato principio di presunzione di innocenza e conseguentemente, al posizione degli indagati è tuttora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e gli stessi non possono essere considerati colpevoli sino all’eventuale pronunzia della sentenza definitiva di condanna.
   

IL PROCURATORE DISTRETTUALE FRANCESCO CURCIO

IL VIDEO SULLA OPERAZIONE DIFFUSO DALLA POLIZIA DI STATO

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