INDAGINE COORDINATA DALLA
DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA E CONDOTTA DALLA POLIZIA DI STATO. DI SEGUITO LA NOTIZIA
INTEGRALE, CON I NOMI DELLE PERSONE E DELLE ATTIVITÀ COINVOLTE
FONTE PROCURA DISTRETTUALE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI POTENZA
DIREZIONE DISTRETTUALE
ANTIMAFIA
La Direzione Distrettuale
Antimafia presso la Procura della Repubblica, nella mattinata odierna, ha delegato
la Polizia di Stato ad eseguire tre misure cautelari personali (due di custodia
cautelare in carcere e una degli arresti domiciliari) nonché il sequestro
preventivo finalizzato alla confisca diretta della somma complessiva di
79.542.27 euro nei confronti di QUARATINO Giovanni (già condannato in data
24.07.2023 dal Tribunale di Potenza alla pena di 8 anni di reclusione –
nell’ambito del procedimento penale nr. 1982/2 RGNR DDA, mod. 21 – poiché
ritenuto colpevole del delitto di associazione mafiosa di cui all’art. 416 bis,
commi 1,2,3,4 e 5 bis c.p in qualità di partecipe all’associazione a delinquere
di stampo mafioso denominata clan “Martorano – Stefanutti”), di sua figlia
QUARATINO Marilena e dell’avv. MOLINARI Gianluca – del Foro di Potenza –
gravemente indiziati, a vario titolo, del delitto di peculato ex art. 314 c.p.
in relazione alla gestione dell’Agenzia di onoranze funebri “Padre Pio Società
Cooperativa” di Potenza già sottoposta a sequestro in quanto già ritenuta nella
disponibilità di fatto della famiglia Quaratino.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di questa
Procura della Repubblica , sono state svolte da personale della Squadra Mobile
della Questura di Potenza e della SISCO della PdS di Potenza e sono state
avviate nel 2021 a seguito dell’esecuzione dei provvedimenti di custodia
cautelare emessi dal Gip del Tribunale di Potenza nell’ambito del procedimento
penale n. 1719/2017 RGNR, mod. 21 DDA, per 416 bis cp ed altro, relativo al cd
clan “Martorano – Stefanutti” di Potenza, nel cui ambito molti componenti del
citato sodalizio sono stati già condannati in primo e secondo grado per il delitto
di associazione mafiosa .
Tali investigazioni, in particolare, hanno consentito di acquisire gravi
elementi indiziari in ordine alla perdurante gestione “di fatto” dell’Agenzia
di onoranze funebri “Padre Pio Società Cooperativa da parte dell’indagato
QUARATINO Giovanni e suoi familiari anziché da parte dell’amministratore
giudiziario – essendo l’impresa già stata sottoposta a sequestro preventivo dal
lontano 2009, dapprima in sede penale ex art. 12 sexies D.L. 306/92 e dal 2019,
sottoposta a confisca, nell’ambito di un procedimento di prevenzione ex legge
575/65. A tale illecita gestione da parte della famiglia Quaratino, anziché da
parte dell’amministratore giudiziario, seguiva, secondo l’impostazione
accusatoria ritenuta fondata dal Giudice, una indebita acquisizione dei
profitti da parte della famiglia Quaratino stessa, anziché da parte
dell’amministrazione giudiziaria.
Dalle indagini – e ferma restando la presunzione d’innocenza fino a sentenza
definitiva di condanna — emergeva a livello di gravità indiziaria che le
condotte delittuose si erano sviluppate per lungo tempo grazie
al fattivo, determinante e
consapevole concorso della figlia di QUARATINO Giovanni, Marilena e
dell’avv.to MOLINARI Gianluca del foro di Potenza, nella sua qualità di
Amministratore giudiziario a suo tempo nominato dal Tribunale di Potenza.
Il sequestro preventivo con affidamento in Amministrazione giudiziaria, si era
reso a suo tempo necessario proprio al fine di sottrarre l’Agenzia di onoranze
funebri “Padre Pio Società Cooperativa” alla gestione “di fatto” dell’indagato
QUARATINO Giovanni e dei suoi familiari che invece come emerso a livello
indiziario dalle investigazioni in corso ( i cui esiti andranno verificati in
sede dibattimentale) non solo,
avrebbero continuato a gestire al predetta Agenzia in condizioni di
“schermatura” rispetto a possibili accertamenti e accessi da parte degli Enti e
apparati dello Stato deputati ai controlli amministrativi e di natura
fiscale-tributaria ma, approfittando della condizione di dipendenti della
stessa nonché della connessa mansione di necrofori (rivestendo pertanto al
qualifica di Incaricati di Pubblico Servizio) ricevevano e incassavano (secondo
l’ipotesi accusatoria confermata del Giudice, con il consapevole contributo
dell’ Amministratore giudiziario – avv. MOLINARI Gianluca ) consistenti importi
di denaro versati da parenti, amici di defunti e committenti di servizi
funebri, con al conseguente sottrazione di ingenti somme di denaro contante
destinato alla predetta società e quindi alla stessa Amministrazione
giudiziaria, risultando così indiziati dei delitti di peculato ex art. 314 c.p.
Non solo.
Dalle indagini emergeva pure che il QUARATINO Giovanni attraverso tale gestione
ha avuto al possibilità di stipulare contratti con fornitori e clienti, di
disporre in modo diretto dell’utilizzo dei necrofori, dei veicoli speciali e di
un connesso servizio di ambulanze finalizzato al trasporto dei malati.
Le indagini condotte dalla DDA di Potenza e dalla Polizia di Stato consentivano
di documentare a livello indiziario – con riferimento ale annualità 2019, 2020,
2021 e 2022 (fino al mese di ottobre) – centinaia di episodi di appropriazione
di somme di denaro per decine di migliaia di euro complessivamente versate da
parenti di defunti committenti dei servizi funebri con l’Agenzia di onoranze
funebri “Padre Pio Società Cooperativa” ovvero da Enti pubblici, associazioni
sindacali, ordini di categoria, Polizia Municipale, titolari e gestori di
agenzie di onoranze funebri sedenti in altri territori per servizi
evidentemente resi anche a quest’ultimi, a conferma dell’assenza di alcuna
reale discontinuità gestionale fra il periodo in cui l’Agenzia di onoranze
funebri “Padre Pio Società Cooperativa” era nella legittima disponibilità della
famiglia Quaratino e quello in cui era stata disposta l’amministrazione
giudiziaria dei beni prima sequestrati e poi confiscati, circostanze
quest’ultime che erano alla base del provvedimento di sequestro patrimoniale e
dell’intervento ablativo dello Stato, ai sensi della legislazione antimafia
adottato dal Tribunale di Potenza con riguardo proprio ad “una serie di beni,
anche organizzati in aziende commerciali, veicoli e motocicli di valore, tutti
riconducibili ni virtù di formali titoli giuridici o di semplice
assoggettamento di fatto, ala disponibilità, gestione e utilizzo dell’indagato
QUARATINO Giovanni”.?
Tali contestate condotte delittuose – si ripete, allo stato dimostrate solo a
livello di gravità indiziaria, rimanendo ferma, quindi, al presunzione
d’innocenza – avrebbero poi consentito al QUARATINO Giovanni e a sua figlia
QUARATINO Marilena di appropriarsi illegittimamente di consistenti somme di
denaro, effettuando, con tali somme, successive operazioni speculative con
investimenti, intermediazioni e compravendite di pietre preziose, anelli e
orologi Rolex, di una serie di autovetture d’epoca, di lusso e di
grossa cilindrata, segnatamente FERRARI, LOTUS, AUDI, JAGUAR, PORSCHE, MERCEDES
e OLDS MOBILE, con intestazioni fittizie avvenute con il concorso fattivo e
determinante di altri indagati, fra cui l’amministratore di fatto della società
“Auto Yaching Mango Srl” di Padula (SA).
Nel corso delle indagini
emergevano anche, a livello indiziario, condotte di inquinamento probatorio
oltre che di sottrazione dei beni e veicoli dell’Agenzia di onoranze funebri
“Padre Pio Società Cooperativa” (che è stata poi sottoposta a confisca
definitiva ex legge 575/65 a seguito della recente pronunciata della Corte di
Appello presso li Tribunale di Potenza che in data 02.02.2023 ha rigettato la
richiesta di revoca della confisca della società “Padre Pio soc. coop, che dal
07.07.2023 risulta essere rappresentata da un nuovo Amministratore giudiziario,
nominato con atto emesso in data 09.06.2023 e iscritto li 24.07.2023
dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e della destinazione dei Beni
Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata – ANBSC).
Si precisa, ancora una volta, che attualmente il procedimento è nella fase
delle indagini preliminari e, pertanto, vige il già richiamato principio di
presunzione di innocenza e conseguentemente, al posizione degli indagati è
tuttora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e gli stessi non possono essere
considerati colpevoli sino all’eventuale pronunzia della sentenza definitiva di
condanna.
IL PROCURATORE DISTRETTUALE FRANCESCO CURCIO
IL VIDEO SULLA OPERAZIONE DIFFUSO DALLA POLIZIA DI STATO
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