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lunedì 29 giugno 2020

POLICORO. PAOLO GIACCHINO SI RIVOLTA NELLA TOMBA

IL CASALE DI PAOLO GIACCHINO. LATO NORD

IL CASALE CHE PORTA IL SUO NOME È IN STATO DI COMPLETO ABBANDONO. RISTRUTTURATO 20 ANNI FA COME OSTELLO DELLA GIOVENTÙ NON HA MAI FUNZIONATO. GIA' NEL 2010 CI OCCUPAMMO DELLO STABILE AFFACCIATO SULLA CITTÀ DI ERACLEA E SUL MUSEO DELLA SIRITIDE. POTREMMO RIPORTARE PARI PARI LO STESSO TESTO CAMBIANDO I NOMI DEI SINDACI (ALLORA LOPATRIELLO OGGI MASCIA CON INTERMEZZO DI LEONE) MA LA SOSTANZA NON CAMBIEREBBE. PAOLO GIACCHINO È IN ROVINA.

POLICORO – Riproporre un articolo di dieci anni fa cambiando solo i nomi di qualche protagonista. E' stato così per questo testo sulle condizioni di degrado del casale di Paolo Giacchino. Il 10 giugno del 2010, infatti, pubblicammo su La gazzetta del mezzogiorno un articolo dal titolo, “Esempio di spreco di soldi pubblici. La masseria Giacchino ristrutturata è in preda al degrado da dieci anni”, che, a distanza di altri dieci anni, è ancora attuale. Il tutto accade nella città considerata la “capitale”, quantomeno economica, del Metapontino. Il casone o casolare o masseria intitolata a Paolo Giacchino, forse un massaro od uno dei protagonisti della vita “baronale” del feudo Berlingieri od uno dei suoi proprietari, è stato prima ristrutturato, con fondi pubblici, e poi abbandonato al suo destino. 

LA FACCIATA SUD

Ed ora occorreranno nuove risorse per riadeguarlo alla sua destinazione. Il casone, che si raggiunge da via Barletta, è posto alla periferia Nord-Est dell’abitato su un altopiano che si affaccia su via Colombo, proprio di fronte alla collina dove sorgeva, all’epoca della Magna Grecia, l’antica Heraclea, ed al Museo nazionale della Siritide. Siamo andati a verificare come stanno le cose. Ebbene, la stradina di accesso al manufatto non ha più la sbarra che 10 anni fa impediva il passaggio ad auto e mezzi pesanti ed era stracolma di erbacce. Il fondo il casale. 
 
L'ACCESSO DA VIA BARLETTA. IN FONDO IL CASALE

Il fabbricato presenta i segni tipici dell’abbandono: vetri infranti, porte scrostate dal sole, erbacce tutt’intorno, fari spaccati. Gli accessi, dopo i vandalismi, sono stati murati.

INGRESSI MURATI
 Nei pressi, l'impianto ed i fili elettrici bene in vista sono un pericolo anche se, crediamo, non ci sia alcuna fornitura Enel.
 
UN PERICOLO. QUADRO E FILI ELETTRICI IN BELLA VISTA

Una domanda ci assillò 10 anni fa e ci ha assillati anche nel corso dell'ennesimo sopralluogo: com’è possibile che una struttura venga recuperata con fondi pubblici e poi abbandonata? Lo Stato non finanzia opere che hanno già una precisa destinazione d’uso? Il solito “bene informato” ci fece sapere nel 2010 che il «Paolo Giacchino è costato circa 1,2 milioni di euro per farne qualcosa a favore dei giovani, un ostello, ma che da circa 10 anni è rimasto nella desolazione. Ora non resta che chiedere nuove somme per rimetterlo a nuovo”. 
 
LA BELLISSIMA SCALA LATO OVEST

Per farne cosa? Domanda che girammo al sindaco dell'epoca, Nicola Lopat r i e l l o, che riconobbe la condizione pietosa in cui versava lo stabile: «Come è accaduto per il Palaercole ed il Palaolimpia, però, così faremo per palazzo Giacchino. Il problema è che mancano le utenze, come la fogna e l’acqua. Il fine per cui era stato ristrutturato è quello turistico. L’assessore Nicola Trupo sta lavorando ad un bando per assegnarlo come ostello della gioventù poiché ha 12 camere doppie, cucina, uno spazio comune. Per quel che mi risulta ci sono già società interessate. Faremo, tuttavia, un avviso pubblico che potrebbe comprendere anche la riattazione dell’immobile. Comunque, non è che abbiamo la bacchetta magica… Ma, ripeto: come è accaduto per Palercole e Palaolimpia accadrà per Paolo Giacchino». Così dieci anni fa. Ed oggi? Così ci ha risposto l'assessora Maria Teresa Prestera, con delega al turismo: “Il casale è nato come ostello della gioventù e, quindi, bisogna mantenere la destinazione d'uso aggiungendoci magari una struttura laboratoristica per giovani collegata all'archeologia. Il problema è che manca la fogna e non possiamo mettere a bando una struttura che non ha l'agibilità. Ci servirebbe una manifestazione di interesse da parte di qualche imprenditore da cui noi potremmo prendere spunto per un bando. Pare che un certo interessamento ci sia”. Ma farla una fossa biologica come per le case di campagna senza fognature? “ C'è il vincolo archeologico e non abbiamo i soldi. Ripeto, gli uffici, pensano di risolvere il problema con l'arrivo di una richiesta di affidamento con scomputo delle spese per la fogna o la fossa biologica”. Insomma, parola più parola meno siamo a dieci anni fa. Per quanto tempo Paolo Giacchino continuerà a rivoltarsi nella tomba?

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