Visualizzazioni totali

domenica 14 giugno 2020

RICETTA DEMATERIALIZZATA. DAL COVID 19 LA SPINTA AL SUO "INGRESSO IN SOCIETÀ"



INTERESSA I CITTADINI CHE DEBBONO CHIEDERE AL LORO MEDICO UN FARMACO DI QUELLI RIPETITIVI, PER MALATTIE CRONICHE. UNA RICHIESTA POSSIBILE OGGI IN 4 "MOSSE" COME ESEMPLIFICATO NELLA FOTO DELLA REGIONE LIGURIA: 1) TELEFONA PER CHIEDERE IL FARMACO; 2) IL MEDICO TI COMUNICA VIA TELEFONO IL NUMERO DELLA RICETTA ELETTRONICA (NRE) MAGARI CON UNA FOTO SU WATHSAPP; 3) COMUNICA L'NRE E LA TESSERA SANITARIA IN FARMACIA; 4) RITIRA IL FARMACO. UNA OPERAZIONE CHE OGNI PAZIENTE PUÒ EFFETTUARE ANCHE IN BASILICATA. IL TUTTO DOPO CHE MOLTE REGIONI E MOLTI ORDINI DEI MEDICI E DEI FARMACISTI HANNO RIBADITO CHE LA POSSIBILITÀ CHE SIA IL MEDICO AD INOLTRARE LE RICETTE IN FARMACIA NON È CONSENTITA PER MOTIVI NORMATIVI E DEONTOLOGICI. I PAZIENTI PRETENDANO DA CURANTI E DA FARMACISTI L'USO VERO DELLA RICETTA DEMATERIALIZZATA CON NRE E TESSERA SANITARIA SENZA SPOSTAMENTI INUTILI E CON L'ELEMENTARE IMPIEGO DI UN CELLULARE. VIDEO ESPLICATIVO CLICCANDO SUL LINK IN CODA ALL'ARTICOLO

Interessa gli utenti del Servizio sanitario nazionale. A chi non è mai stato prescritto un farmaco da ritirare, ovvio, in farmacia? Con la ricetta, altrettanto ovvio, del medico. In molti, inoltre, sapranno dell'introduzione, da qualche anno, della ricetta "dematerializzata", vale a dire, in gergo "volgare", di quella "bianca" al posto della "rossa". Ricetta che, nelle intenzioni del legislatore, doveva servire a due scopi: snellire le procedure a favore dei pazienti; rendere nazionale e non più solo regionale il valore del documento. In effetti, però, tutti sanno che non è accaduto proprio nulla. Tranne per quelli che, temporaneamente, si trovavano fuori regione a cui i curanti inviavano il "titolo" per ottenere il medicinale o via mail o via Wathsapp. Il ricevente, così, nel Lazio, ad esempio, o in altre regioni, nessuna esclusa, si recava in farmacia e ritirava il prodotto o consegnando la ricetta stampata on line o semplicemente facendo vedere quella inviatagli sul telefonino. Insomma, la dematerializzazione funzionava per il resto d'Italia ma non in Basilicata. Sino all'avvvento della "bufera" Coronavirus. La pandemia ha costretto il Dipartimento della Protezione civile a diramare disposizioni atte a limitare la circolazione dei cittadini attraverso il più ampio utilizzo della ricetta dematerializzata tramite il suo invio via mail agli stessi pazienti. Anche molte Regioni sono intervenute. Tra queste, come sempre quando si tratta di medicina del territorio, non c'è stata la Basilicata. Ma torniamo all'inoltro via mail. Cosa, per la gran parte impossibile per anziani, famiglie senza computer o stampanti. Allora? Molti medici hanno pensato di "saltare" il problema inviando direttamente alle farmacie indicate dai pazienti le ricette via mail. Salvo scoprire che questa pratica non è consentita da nessuna disposizione legislativa nè è prevista dai codici deontologici di entrambi i professionisti. Da qui l'intervento di Regioni, ma non della Basilicata, e di Ordini professionali. Questi ultimi hanno invitato i propri iscritti al rispetto delle disposizioni astenendosi dal definire accordi finalizzati alla trasmisione delle ricette direttamente dal medico prescrittore alla farmacia. Allora? Ecco che è scattata, causa Covid, la vera utilizzazione della ricetta dematerializzata anche qui da noi. Il medico, cioè, non deve più consegnare "carte" ai propri assistiti ma semplicemente un numero, appunto l'NRE che ogni ricetta (più correttamente "promemoria per l'assistito") contiene in alto a destra. NRE che può essere dettato al telefono o inviato via WathsApp o messanger all'assistito che, con la tessera sanitaria, si reca nella farmacia di suo gradimento e ritira il farmaco. LA RICETTA DEMATERIALIZZATA, COSI', DIVENTA SOLO UN... NUMERO. E, come in Liguria, anche in Basilicata il farmacista vede a video il promemoria, lo stampa, e consegna i prodotti. C'è stato, però, qualche malumore da parte di alcuni farmacisti. I pazienti, infatti, consegnano spesso il loro telefonino perchè venga letto l'NRE. E col telefonino si può trasmettere il Coronavirus. Anche con la ricetta cartacea, però, il "contatto" avveniva e può avvenire se il cittadino consegna quella ricevuta via mail. Contatto simile anche "manipolando" la tessera sanitaria. Allora? I farmacisti possono chiedere ai pazienti di mostrare o di dettare il "fatidico" Numero ed il codice fiscale per vedere a video il promemoria. Il dado è tratto. L'uso della ricetta dematerializzata si sostanzia con l'invio ai pazienti del solo NRE. Dalla strada tracciata dal Covid-19 non si può tornare indietro. Molti programmi per i medici, infatti, si sono già attrezzati per stampare e inviare il solo NRE. Così, Erasmo Bitetti, responsabile comunicazione della Fimmg di Basilicata: "I medici di famiglia, nel confermare la disponibilità alla massima collaborazione, auspicano che la Regione Basilicata voglia perseguire nella reale "dematerializzazione" del processo prescrittivo permettendo ai cittadini di ritirare le medicine nelle farmacie di propria scelta con la sola presentazione della tessera sanitaria senza più la necessità di alcun promemoria cartaceo".

VIDEO ESPLICATIVO CLICCANDO SUL LINK 
https://youtu.be/zkuRAyCVQvI.

Nessun commento:

Posta un commento