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mercoledì 24 giugno 2020

I FRATELLI SAVERIO E MICHELE COLUMELLA AGLI ARRESTI DOMICILIARI

SAVERIO COLUMELLA (FOTO LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO)

INCHIESTA SUL CRAC DELLA TRADECO DI ALTAMURA, LA DITTA PER LA RACCOLTA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI CHE PER ANNI HA GESTITO IL SERVIZIO A POLICORO E SCANZANO JONICO. SEQUESTRATI BENI PER 14 MILIONMI DI EURO. L'ACCUSA E' BANCAROTTA E REATI TRIBUTARI. UNO DEI FRATELLI, SAVERIO, E' STATO PER ANNI IL PRESIDENTE DEL MATERA CALCIO. L'INDAGINE E' DELLA PROCURA DI BARI


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RIFIUTI

ALTAMURA, CRAC DELLA TRADECO: ARRESTATI I FRATELLI COLUMELLA, SEQUESTRATI BENI PER 14 MILIONI

SAVERIO E MICHELE COLUMELLA, DI 41 E 53 ANNI, SONO FINITI AI DOMICILIARI CON L’ACCUSA DI BANCAROTTA E REATI TRIBUTARI

Redazione on line 
23 Giugno 2020

I fratelli Saverio e Michele Columella, di 41 e 53 anni,di Altamura, sono finiti ai domiciliari con l’accusa di bancarotta e reati tributari nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Bari avviata a seguito del fallimento - dichiarato a ottobre del 2018 - della Tradeco il più grande gestore della raccolta di rifiuti della Provincia di Bari con una esperienza ultratrentennale nel settore. Finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria del Comando Provinciale di Bari hanno anche eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni per quasi 14 milioni di euro (13,4 mln). La misura è stata disposta dal gip del Tribunale di Bari Francesco Mattiace su richiesta dal pm Francesco Bretone.
la Tradeco è stata dichiarata fallita il 10 ottobre di due anni fa dopo che il tribunale di Bari, dopo aver accertato la presenza di 70 milioni di debiti, respinse la domanda di concordato preventivo in continuità depositata. Era stata la Procura di Bari, a valle di una verifica compiuta dalla Finanza poi sfociata nel 2016 in un provvedimento di sequestro, a chiedere il fallimento della società che fa capo alla famiglia Columella, per due decenni i padroni incontrastati del settore in Puglia. La società rispose ne febbraio di due anni fa depositando un ricorso per concordato preventivo in bianco. A fronte di debiti dichiarati per 69 milioni, il piano prevedeva solo pochi spiccioli per il pagamento dei creditori: il 30% per gli accessori dei crediti previdenziali, il 5,5% per una serie di debiti privilegiati degradati a chirografari e solo il 3,82% per tutti gli altri. Le indagini hanno consentito di accertare che la TRA.DE.CO. S.r.l., per gli anni dal 2014 al 2018, ha omesso il versamento di ritenute dovute per un ammontare complessivo di € 13.165.066 ed ha utilizzato fatture per operazioni inesistenti, con una conseguente evasione di imposta (IVA e IRES) per un ammontare complessivo di € 259.032.

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