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sabato 6 giugno 2020

SCANZANO JONICO. LETTERA DI LUIGI “GINO” PANETTA AL NOSTRO BLOG

SCANZANO JONICO. CORSO A. DE GASPERI

SONO UN PENSIONATO, PROPRIETARIO DI UN LOCALE A POCHI PASSI DAL MIO DOMICILIO. UN LOCALE CHE USO COME DEPOSITO, CON UN FRIGORIFERO E UN VECCHIO BANCONE, UN TAVOLO E QUALCHE SEDIA. TRASCORRO LÌ MOLTO DEL MIO TEMPO. PRIMA DEL COVID19 ERA UN PUNTO DI RITROVO DEGLI AMICI E DEI FAMILIARI. EPPURE, C’È CHI HA POTUTO PENSARE CHE LÌ SI POTESSE SVOLGERE L’ATTIVITÀ DI SOMMINISTRAZIONE DI BIRRA ED ALTRE BEVANDE, PATATINE, GELATI, TANTO DA CHIAMARE I VIGILI. IO NON POSSEGGO CIÒ CHE SERVE PER CONSERVARE TALI ALIMENTI. CHIUNQUE MI ABBIA ACCUSATO DI AVER APERTO UN BAR CREDO CHE SI SIA LASCIATO CONTAGIARE DALLA CATTIVERIA, PATOLOGIA CUI LA RICERCA SCIENTIFICA NON POTRÀ TROVARE CURA”

LA LETTERA INTEGRALE DI LUIGI PANETTA

Il Coronavirus sembra essere la causa non solo della profonda crisi economica, ma anche di una forte crisi dei valori, potrebbe addirittura prestarsi come occasione di sopraffazione adoperando ogni mezzo consentito, comprese le restrizioni per evitare il Covid19. Il mio caso ne potrebbe costituire un esempio. Sono un pensionato, proprietario di un piccolo locale nella città di Scanzano Jonico, ubicato a pochi passi dal mio domicilio. Utilizzo questo spazio, come locale deposito, dove ho un frigorifero e un vecchio bancone, un tavolo e qualche sedia depositata. Trascorro lì molto del mio tempo, le pillole per le mie patologie e la lettura dei quotidiani scandiscono le ore delle mie giornate da quando non lavoro più. Questo locale, che si trova in una posizione centrale, mi dà occasione di sentirmi coinvolto sempre nella vita del mio paese. Prima del Covid19, questo era un punto di ritrovo degli amici di una vita e dei familiari che sono tanti, ho 5 figli, decine di nipoti e cugini, che lì mi venivano a trovare. Eppure, c’è chi ha potuto pensare che in un luogo cosi modesto, senza pretese e molto casalingo si potesse svolgere l’attività di somministrazione come birra ed altre bevande, patatine, gelati tanto da chiamare i Vigili per farmi comminare una sanzione. Io non posseggo neanche tutto ciò che serve per conservare tali alimenti di facile deperimento, forse i vigili avrebbero dovuto accedere al locale per non lasciarsi ingannare da un vecchio bancone (pezzo di pregio per un nostalgico come me degli anni 70-80, che sarò costretto a vendere) accertandosi sulla veridicità delle segnalazione di qualche vicino infastidito della mia innocua presenza, prima di scrivere un Verbale. Forse chi crede che io abbia questo tipo di attività avrebbe dovuto aprire il piccolo mobile che c’è all’interno del locale per vedere che contiene i miei medicinali salvavita e una tabella oraria, di cui ho bisogno anche in tempo di Covid. Durante il lockdown ho continuato ad accedere a questo locale esattamente come al resto della mia casa. I miei familiari hanno cercato di attenersi alle regole come ogni Scanzanese (e dal risultato si è visto). Se poi qualche avventore del vicino Bar con birra in mano (o che se la sia portata da casa) si sia affacciato a farmi un saluto con una bottiglia in mano, questo non implica che gliel’abbia potuta offrire io che di certo non potevo, non avendone, trovandomi lì solo per trascorrere il mio tempo rispettando le distanze e indossando i presidi anti-pandemia per rientrare a casa o recarmi nella “cantina”. Chiunque abbia segnalato, fatto foto a me sotto casa, accusandomi di aver aperto un Bar, senza peraltro che questo non ne abbia per nulla l’aspetto, credo che si sia lasciato contagiare unicamente dalla cattiveria, patologia cui la ricerca scientifica non potrà ahimè trovarne una cura, per curare tutto il resto lo preghiamo ogni giorno.

LUIGI PANETTA

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